Alla fine, Taehyung e Yoongi chiarirono nel giro di dieci minuti, mettendo in chiaro che la gelosia di uno non avrebbe mai più dovuto condizionare la vita o le scelte dell'altro. Erano entrambi persone libere e nessuno dei due avrebbe dovuto limitarsi per far contento l'altro, altrimenti sarebbe diventata una relazione fin troppo tossica da portare avanti. Nel frattempo, Jungkook continuava a comportarsi in modo sempre più strano nei confronti di Jimin. Si presentava tutte le mattine fuori casa sua, con l'intento di camminare con lui verso l'istituto, nonostante il biondo non gliel'avesse minimamente chiesto. Non che gli dispiacesse, anzi, la compagnia di Jungkook gli piaceva e poi non sarebbe mai stato in grado di dirgli di no. Non stavano più in silenzio, parlavano per tutto il tempo, raccontandosi a vicenda cosa avevano fatto il giorno prima o avvenimenti del passato. L'unica cosa su cui il maggiore non aveva aperto bocca era la sua relazione, non volendo inserire un argomento così triste in quelle conversazioni. Nei giorni successivi, Taehyung ebbe la fantastica idea di organizzare una piccola gita, includendo anche Jimin ed Jungkook. Sarebbero andati al lago, un posto dove né Taehyung né Jimin avevano messo piede negli ultimi sette anni, infatti si era meravigliato quando il moro gliel'aveva proposto. Lui non ricordava neanche la strada, ma il ragazzo gli aveva detto di non preoccuparsi e che ci avrebbe pensato lui. Non che lo entusiasmasse tornare lì, visto che aveva rischiato di affogare l'ultima volta in cui c'era stato, ma tanto non aveva niente di meglio da fare. Partirono dopo pranzo, utilizzando la macchina della madre di Yoongi, che dovettero lasciare poi a qualche chilometro di distanza dalla loro destinazione, visto che non era possibile procedere con quel tipo di mezzo. Con i loro zaini in spalla, quindi, si incamminarono, seguendo le istruzioni del più piccolo, che teneva la testa abbassata sul navigatore. Jimin sapeva che non era una buona idea lasciare a Taehyung il comando, visto che aveva il senso dell'orientamento di un cocomero, ma glielo lasciò fare, non volendo subirsi le sue urla isteriche e i suoi mi sono offeso, non mi parlare da primadonna.
"Vi prego facciamo una pausa" Piagnucolò Jimin, sentendo già male alle gambe. Non sapeva da quanto tempo stessero camminando, ma lui si sarebbe volentieri fermato per qualche minuto.
"Minnie, stiamo camminando da appena venti minuti!" Lo rimproverò il migliore amico, ignorando la sua richiesta. Jungkook accennò una risatina, mentre il diretto interessato sbuffava, incrociando le braccia al petto.
"Ma io sono stanco!" Si lamentò, accelerando leggermente per stare al loro passo. Il corvino, per non farlo sentire troppo solo, lo affiancò, lasciando che gli altri due finissero davanti a loro. Un gesto piccolo, che però il maggiore apprezzò.
"Non è colpa nostra se hai le gambe corte" Gli rispose, alzando gli occhi al cielo, che portò l'altro a gonfiare le guance.
"Non ho le gambe corte! Siete voi ad essere alti! Anche il tuo ragazzo è un nano come me" Protestò, voltando lo sguardo con fare offeso. Yoongi alzò gli occhi al cielo, ignorando quel suo commento, mentre Taehyung lo fulminava con lo sguardo.
"Almeno lui è grande dove conta"
"Taehyung!" Urlarono tutti e tre i ragazzi in contemporanea, e il moro alzò le spalle. Jimin arrossì, un po' per la rabbia, un po' per l'imbarazzo, cercando però di far finta di niente.
"Okay, dopo questa puoi andartene a fanculo" Gli disse, camminando leggermente più veloce per superarlo e lasciarlo indietro. Il ragazzo spalancò la bocca, accennando poi un sorrisino nel vederlo camminare con finto fare arrabbiato. Senza scomporsi, continuò a camminare allo stesso ritmo, accanto a Yoongi.
"L'unico sbaglio che ho commesso nella mia vita è stato smettere di gattonare" Borbottò tra sé e sé Jimin, sistemandosi lo zaino con i suoi effetti personali su una spalla, in modo che non cadesse. Jungkook, dal canto suo, scosse la testa, continuando a camminare senza dire nulla. Ci vollero altri venti minuti, passati a prendersi in giro l'uno con l'altro, per arrivare finalmente al lago. La prima cosa che fece Jimin, una volta lì, fu gettare lo zaino sull'erba e stendersi, poggiando la testa su di esso, sfinito. Odiava camminare più di quanto odiasse la matematica. Ed era grave, visto che lui e le materie scientifiche non andavano per niente d'accordo.
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Still [KOOKMIN]
Fanfiction"Spezzare un cuore è facile, ripararlo un po' meno. Mi chiedo se le persone che osano farlo lo sappiano" Accenni; Taegi little bit of smut La storia originale proviene da @ghostofcalvm, il mio vecchio profilo.