argue

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"Tae, per favore, smettila di piangere e spiegami che succede, non capisco nulla se continui a singhiozzare tra una parola e l'altra" Disse Jimin, preoccupato a morte per il suo migliore amico, che non voleva saperne di calmarsi. L'aveva chiamato in lacrime, borbottando parole sconnesse, e l'unica cosa che il biondo era riuscito a comprendere era il nome di Yoongi. Si trovava ancora a scuola, aveva da poco concluso l'ultima lezione, mentre Taehyung ed il suo ragazzo avevano deciso di saltare le ultime due ore e andare al centro commerciale insieme, così da passare un po' di tempo da soli.

"Io e Yoongi abbiamo litigato" Singhiozzò il minore, tramite il cellulare. Jimin sospirò, richiudendo l'armadietto e sistemandosi lo zaino in spalla, pronto ad avviarsi verso l'uscita. In teoria non avrebbe potuto usare il telefono all'interno dell'istituto, ma ormai le lezioni erano finite e non era un problema, anche perché nessuno l'avrebbe notato: persino i professori avevano voglia di tornare a casa e riposarsi.

"Per quale motivo?" Domandò, ricevendo in risposta solo l'aumento dei suoi schiamazzi. Si sbatté una mano sulla fronte, incastrando il cellulare tra la testa e la spalla, in modo da avere le mani libere per afferrare il pacchetto di sigarette e l'accendino, riposti nella tasca inferiore dello zaino.

"Eravamo al centro commerciale e volevo assolutamente comprare un nuovo paio di jeans, visto che metto sempre gli stessi e mi sono scocciato. Siamo entrati in un negozio e ne ho adocchiato fin da subito un paio, parecchio attillati e con il push-up. Ora, non che io ne abbia bisogno, però sai, il modello era carino e-"

"Okay Tae, va al punto" Sospirò, raggiungendo finalmente il cancello e, una volta fuori, portò una sigaretta alle labbra e la accese, prendendo un lungo tiro. Posò nuovamente l'accendino ed il pacchetto, afferrando poi con una mano il cellulare e con l'altra la sigaretta.

"Ecco, ti dicevo, li faccio vedere a Yoongi e lui mi dice di andare a provarli. Quando poi sono uscito dal camerino con quelli addosso, ha iniziato a dare di matto. Diceva che erano troppo attillati, che poi mi avrebbero guardato tutti il culo e che era geloso. Io ho insistito e lui si è arrabbiato, mollandomi lì da solo" Concluse, riprendendo a dare sfogo alle lacrime e ai singhiozzi. Jimin alzò gli occhi al cielo, prendendo un altro tiro dalla sua sigaretta. La gelosia di Yoongi non era mai stata un problema, anzi era un tipo abbastanza calmo, gli lasciava la giusta libertà e quando la presenza di qualcuno lo infastidiva si limitava a qualche occhiataccia e, in caso, ad andarsene. Si chiedeva cosa gli fosse successo per fare quella scenata in negozio.

"Ascolta TaeTae, Yoongi non può pretendere che indossi ciò che vuole lui. Hai il diritto di vestirti come ti pare, geloso o meno. Devi sentirti a tuo agio nei tuoi abiti e nessuno può giudicarti, né dirti di non comprare determinate cose solo per della stupida gelosia. Voglio che tu adesso lo chiami e che gli dica esattamente queste cose, e che se non gli sta bene può anche andarsene a fanculo. Inoltre, credo sia semplicemente nervoso per qualcosa, solitamente Yoongi-Hyung è abbastanza tranquillo su questo genere di cose, sai com'è fatto"

"E se lui poi se ne va sul serio? Io non voglio perderlo Chim, non per un motivo del genere" Mormorò, tirando su con il naso. Jimin prese un altro tiro, prima di rispondergli.

"Conosco Yoongi, e lo conosci anche tu. Ti ama troppo per rinunciare a te" Lo tranquillizzò, alzando lo sguardo verso il cielo. Le nuvole grigie stavano cominciando a prendere possesso di quello spazio, segno che da lì a poco si sarebbe scatenato un bel temporale.

"Okay, allora ora lo chiamo" Si convinse il moro, mentre l'altro gettava la sigaretta, quasi finita, a terra, e tirava fuori le cuffie dalla tasca del proprio jeans.

"Ah e Tae, mi raccomando, non sottometterti come al tuo solito. Non è colpa tua, quindi non hai motivo di chiedere scusa. Imponiti e non calare la testa, ti conosco e so che appena proverà a contraddirti ti addolcirai e ti addosserai tutte le colpe. Non farlo" Aggiunse. Yoongi non lo faceva con cattiveria, era solo parecchio orgoglioso, odiava ammettere di avere torto e Taehyung, non riuscendo a tenergli il broncio o a controbatterlo, tendeva a gettarsi a terra e a chiedere scusa anche quando non ce n'era bisogno. Solo poche volte il corvino aveva ammesso le proprie colpe, ma le altre o avevano finto che non fosse successo nulla, senza parlarne, o Luke si era scusato al posto suo. Gli aveva ripetuto parecchie volte che non fosse giusto, ma il suo migliore amico era disposto a tutto pur di tenere Yoongi al suo fianco. E Jimin sapeva che, nonostante tutto, anche per Yoongi era lo stesso, sebbene il suo lato da coglione prendesse il sopravvento certe volte.

Still [KOOKMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora