Ciò che accadde al lago, restò al lago. Jimin ed Jungkook non parlarono del loro piccolo momento ai loro amici, troppo impegnati a far finta che non fosse successo nulla. Tra loro non cambiò niente, però. Jungkook continuava a presentarsi ogni mattina davanti casa di Jimin, senza un motivo apparente, e continuavano a fare ciò che facevano prima, senza riferimenti all'accaduto. Era ormai passato un mese dall'entrata del corvino nel gruppo, l'aria autunnale cominciava a farsi sentire e a costringere i ragazzi ad iniziare a sfoggiare le loro giacche in pelle e in jeans. Jimin continuava ad avere i suoi flashback, continuava a non dormire o a dormire poco, continuava ad essere quello di sempre, forse però con qualcosa in più. La presenza di Jungkook accanto a lui gli faceva bene, lo rendeva più sereno e felice. Conosceva il motivo, ma non l'avrebbe mai esternato ad alta voce. Aveva fatto una promessa e non sarebbe stato il primo a romperla. Non sarebbe stato così masochista da avvicinarsi a qualcosa che sicuramente gli avrebbe fatto male. Non poteva più soffrire, il suo corpo e la sua mente non avrebbero retto un altro cuore spezzato. Ne bastava uno. Ad un anno di distanza, non aveva ancora rimesso insieme i pezzi e stava cominciando a pensare che non ci sarebbe mai riuscito. Non era un vaso che poteva essere riparato con la colla, o un piatto rotto che poteva essere sostituito. Era il suo cuore. E se non poteva ripararlo, allora doveva evitare che si rompesse ancora più di quanto già non fosse.
Quella mattina era cominciata stranamente bene, per tutti e quattro i ragazzi. Taehyung aveva ottenuto un buon voto, come al suo solito, in matematica, mentre Jimin aveva svolto un test di storia, nel quale erano stati inseriti gli unici argomenti che conosceva ed era riuscito ad azzeccare tutte le risposte. Yoongi non era stato beccato a dormire durante chimica e Jungkook era riuscito ad aggiudicarsi l'ultima confezione di ramen in mensa, caso raro, visto che finivano in dieci secondi, essendo l'unica cosa decente che c'era. Nessuno di loro poteva lamentarsi, comunque.
"E poi quella gli ha chiesto il numero, vi rendete conto? Come se io non fossi lì accanto a lui!" Esclamò Taehyung, mentre il suo ragazzo rideva accanto a lui. Jungkook aveva fatto l'errore di chiedergli come si fossero conosciuti e il moro si era ritrovato a raccontare tutta la storia per filo e per segno, senza tralasciare alcun dettaglio. Amava parlarne, anche perché secondo lui poteva far concorrenza a quelle storie d'amore che si trovano solo nei libri e che, di reale, non hanno proprio niente. Jimin l'aveva ascoltata mille volte, nonché vissuta, ma non voleva lamentarsi. Vedere gli occhi scuri del proprio migliore amico brillare mentre parlava di lui e del suo ragazzo lo rendeva felice, non avrebbe mai potuto dirgli di tacere e di smetterla di raccontarla.
"Ed a quel punto non ci ho visto più. Ho preso Yoongi per la camicia e l'ho baciato davanti a lei, urlandole subito dopo che ad entrambi piacesse il cazzo e che poteva trovarsi qualcun altro da scopare" Jungkook rise a quelle parole, lanciando poi un'occhiata a Jimin che, dal suo canto, stava giocherellando con il bracciale che portava al polso. Le lezioni erano finite da poco, tutti e quattro si erano ritrovati davanti al cancello, in modo da passare qualche minuto insieme prima di tornare a casa. A causa però del racconto di Taehyung, i pochi minuti si erano trasformati in una mezz'ora abbondante, facendo scattare le cinque del pomeriggio. Jimin non aveva aperto bocca e Jungkook cominciava a preoccuparsi per lui, ma ogni volta che pensava di dirgli qualcosa, ricordava le sue parole e se ne stava zitto.
"Il nostro primo bacio me lo sarei aspettato diverso, ma non mi è dispiaciuto per niente" Ridacchiò Yoongi, baciando la guancia del ragazzo accanto a lui che, nel frattempo, gli strinse la mano. I loro sguardi saettarono poi sul biondo, che però non si accorse di nulla, troppo impegnato a giocare con quel sottile filo adornato da perle nere ed a perdersi nei suoi pensieri. Jungkook lanciò un'occhiata ai due ragazzi, come per chiedergli cosa stesse succedendo, ma questi non dissero nulla. Non era la prima volta che lo vedeva così assorto, era già successo ed anche fin troppo spesso, ma nessuno di loro aveva voluto dirgli di cosa si trattasse. Non li biasimava, Jimin stesso gli aveva detto di non volerne parlare settimane prima, ma cominciava davvero a preoccuparsi per lui. Forse si stava affezionando più del dovuto, ma come poteva non farlo?
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Still [KOOKMIN]
Fanfiction"Spezzare un cuore è facile, ripararlo un po' meno. Mi chiedo se le persone che osano farlo lo sappiano" Accenni; Taegi little bit of smut La storia originale proviene da @ghostofcalvm, il mio vecchio profilo.