Ore ventidue e quaranta.
Selin non aveva mangiato nulla e si trovava ancora chiusa a chiave nella sua camera, seduta sul fondo del letto e con lo sguardo fisso sulla finestra.
Oltre il vetro, timide luci cittadine si alternavano alla più cupa oscurità notturna, interrotta di tanto in tanto da qualche lampo che rendeva visibili per pochi istanti i profili delle case.
Se ne stava in silenzio, con il mento poggiato sulle ginocchia e la mente trascinata lontano da mille ricordi che si intrecciando tra loro, in un caotico flusso di pensieri. Era molto stanca ma nonostante questo non riusciva a mettersi a dormire; ed era sicura che non fosse a causa della durezza del materasso, né del fatto che alcune doghe sottostanti fossero spezzate.
Si sentiva irrequieta.
Per riposare un po' la vista spense il lampadario ed accese al suo posto la piccola abat-jour posizionata sul comodino, che emetteva una luce molto meno intensa e più calda, poi si distese lentamente sopra alla coperta con lo sguardo rivolto al soffitto. Si sforzò di ignorare il pungente odore di muffa che raggiungeva le sue narici, e pensò che l'indomani avrebbe potuto chiedere a Dan di prestarle qualche detersivo per pulire la stanza, rimuovere la polvere e se possibile anche le macchie sulle pareti; era sicura che l'aria all'interno di quella stanza non fosse affatto sana da respirare.
Dopo una lunga manciata di secondi, proprio quando stava valutando l'idea di abbassare le palpebre, all'improvviso sentì l'acuto cigolìo di una porta spezzare il silenzio, seguito da una serie di fragorose risate; era certa che quei rumori provenissero dalla camera posta davanti alla sua, dall'altro lato del corridoio.
Non se ne curò molto, seppur per un breve momento la capitò di ripensare alle regole che Dan le aveva dettato anche riguardo al rispetto del silenzio, realizzando che nessuno sembrava davvero prenderle sul serio. Fece sprofondare la testa nel cuscino e questa volta chiuse gli occhi per davvero, ma ecco che dalla medesima direzione iniziò ad udire molto distintamente i gemiti di una donna, unitamente al rumore generato dalla caduta di alcuni oggetti.
Selin balzò in piedi spaventata e dapprima non riuscì a capire che cosa stesse accadendo. Rapidamente si avvicinò alla porta con il fiato sospeso, ma solo per rendersi conto un attimo dopo che la sua vicina di stanza o chiunque ella fosse si stava semplicemente divertendo con un uomo. E ne fu certa, perché aprendo la porta di pochi centimetri li vide: non si erano neanche degnati di chiudersi dentro.
Sospirò pesantemente facendo una smorfia di disapprovazione, e tornò al suo letto avvolgendosi tra le coperte; dormire a quel punto le risultò tuttavia impossibile. Dovette attendere diverse decine di minuti fissando il soffitto, e fingendo di non udire i gemiti di piacere della donna che si facevano sempre più intensi finché, alla fine, non cessarono improvvisamente.
Si sentì sollevata.
Diede un'ultima occhiata all'orologio e bevve un sorso d'acqua, sperando che adesso sarebbe riuscita a riposare.
Forse a causa della stanchezza riuscì effettivamente a cadere nel sonno poco dopo, nonostante non si sentisse per nulla a suo agio in quel posto.
Dormì ininterrottamente per diverse ore, cullata dal calore della coperta e dal silenzio che finalmente regnava piacevolmente sull'ambiente circostante.
Nel frattempo all'esterno la tempesta cessò spostandosi più a sud, e soltanto una lieve pioggerella continuò a riversarsi sulla cittadina, avvolta nell'oscurità. A quella tarda ora tutte le luci erano spente.
Quando Selin riaprì gli occhi alcune ore più tardi capí subito che fosse ancora notte fonda a causa della totale oscurità; così emise uno sbadiglio e cambiò posizione cercando di recuperare subito il sonno perduto.
Giusto un attimo dopo, tuttavia, si rese conto che a disturbare il suo riposo era stato un ennesimo rumore proveniente dall'esterno. Colta dalla rabbia sbatté con violenza il pugno sinistro contro al materasso, non ne poteva davvero più.
Prima le risate, poi il sesso, e adesso ancora altro rumore in piena notte?
Era esausta, aveva bisogno di dormire e non riusciva a tollerare la totale mancanza di rispetto di quella donna; così accese la luce e si alzò in piedi, pronta ad uscire ed andare a bussare alla sua porta. Già stava costruendo nella mente la lamentela che le avrebbe fatto non appena la vicina avrebbe le aperto, ma subito dopo aver compiuto il primo passo sentì echeggiare nell'ambiente un secondo violento rumore che la fece tremare; e solo allora, con il cuore in gola, si rese conto che questa volta ciò che aveva udito non proveniva dalla stanza davanti alla sua, bensì dalla centoquattro.
Esattamente quella accanto.
Deglutí nel tentativo di bagnare la gola asciutta, e si voltò a guardare la parete con la fronte aggrottata, trattenendo il fiato ed aguzzando l'udito. I vari ambienti di quel vecchio edificio sembravano essere davvero poco insonorizzati tra loro, perché adesso restando in totale silenzio era in grado di sentire dei passi al di là del muro. Facendo attenzione a non fare rumore si avvicinò e si mise a sedere a terra sul pavimento gelido, con l'orecchio destro vicino alla parete e le mandibole serrate; un ennesimo forte rumore simile alla caduta di un oggetto pesante la fece sobbalzare, seguito da quello che sembrava essere il trascinamento a terra di qualcosa.
A quel punto non aveva più alcun dubbio sul fatto che il baccano provenisse proprio dall'altro lato di quella parete piena di crepe, anche se non riusciva proprio a capire chi o cosa lo stesse generando. Le pareva proprio strano che qualcuno, a quell'ora della notte, fosse sveglio; ed intento a far cosa, poi? Spostare mobili? Disfare una valigia?
Incuriosita ma altrettanto spaventata Selin sollevò lo sguardo sull'orologio e vide che segnava le tre del mattino.
Restò in ascolto ancora per un po', con il palmo di una mano poggiato sulla pittura scolorita, sperando che quegli strani quanto fastidiosi rumori sarebbero cessati alla svelta; ma cosi non fu. Attese finché ne ebbe la pazienza, ma poi ad un certo punto si lasciò nuovamente prendere dalla rabbia: si alzò in piedi, e con la mano destra chiusa in un pugno batté tre violenti colpi sulla parete.
Tum. Tum. Tum.
Assestò pugni così forti che sentì il muro vibrare, e con lui la mensola di legno impolverata che vi era appesa. A quel punto il baccano dall'altro lato cessò immediatamente.
Silenzio.
Un improvviso, innaturale, terrificante silenzio.
Con il fiato sospeso Selin rimase in piedi davanti alla parete per un'altra decina di secondi come si aspettasse di sentire la voce di qualcuno, ma ciò non accadde; chiunque vi fosse nella stanza accanto aveva semplicemente smesso di fare ciò che stava facendo fino ad un attimo prima.
Confusa la ragazza emise un pesante sospiro pensando che almeno il suo messaggio era stato recepito; forse l'inquilino non si era neppure reso conto di star facendo tutto quel rumore, disturbando il sonno degli altri, ed ora lo aveva effettivamente realizzato.
Sollevata tornò ad infilarsi sotto alle coperte, affondando la testa nel cuscino si riempì le narici in un'abbondante sospiro; anche se non avrebbe saputo spiegarne il motivo, si sentiva particolarmente turbata da quell'ultimo evento.
Ma forse, si disse, era solo a causa della sua spossatezza generale ed anche del fatto che si trovasse a dormire in quel luogo a lei ancora totalmente sconosciuto. Sin dal primo momento un cui vi aveva messo piede aveva percepito un ambiente ostile, sporco e chiuso alla normalità del mondo esterno, ed era certa che ad abitare in quel vecchio hotel fossero principalmente malviventi e disperati come lei; ma sperava che con il passare del tempo sarebbe riuscita ad abituarsi.
Chiuse gli occhi ancora una volta avvolgendo le mani sotto alla testa, e riuscì finalmente a cadere in un sonno profondo che la trattenne fino a che la luce del primo mattino non iniziò a penetrare il vetro della finestra, annunciando la fine di quella disastrosa prima nottata.
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Più della Morte
FanficUn vecchio hotel caduto in rovina e venduto all'asta. I suoi lunghi corridoi malinconici e le numerose stanze ricoperte di polvere e muffa fanno da teatro agli orrori che Selin, una giovane immigrata irregolare, dovrà vivere sulla sua stessa pelle...