Il rumore delle foglie secche che venivano calpestate riuscì a raggiungere i timpani di Jeff, nonostante l'acuto strillare delle sirene. Gli scarponi dei poliziotti, già sporchi di fango e graffiati dalle spine dei rovi, avanzavano rapidamente attraverso la vegetazione.
Ne aveva già individuati un paio, mentre il terzo forse si trovava ancora troppo lontano, oltre il suo campo visivo.
-Ok...- mormorò il ragazzo, trattenendo il fiato per qualche attimo. Si voltò indietro e il suo sguardo cadde proprio in quello di Selin, visibilmente scossa. -Cambio di programma- annunciò.
La volante giuse sul posto con una frenata tanto brusca da far scivolare gli pneumatici per oltre un metro sulla terra, tutte e quattro le portiere vennero spalancate in modo simultaneo mentre la sirena finalmente arrestava il suo strillare.
-Oh merda...- commentò Rose con appena un filo di voce, mentre tentava di assumere la postura più innocua e meno sospetta che le riuscisse fare. Ormai le cose si erano messe davvero troppo male, e per quanto avrebbe ancora voluto aiutare Selin pensò che se fosse stato necessario avrebbe sputato il rospo una volta per tutte.
Non poteva mettere a rischio la sua intera esistenza per proteggerla, non più.
-Mani in alto ho detto!- gridò uno degli agenti che si erano catapultati fuori dalla volante, con la sua luccicante pistola di servizio stretta in pugno. Solo un attimo dopo anche gli altri tre, ancora posizionati in prossimità delle portiere, entrassero dalle fondine le loro armi.
Sollevando rapidamente le mani Selin osservò con sgomento la cerchia di uomini che si stavano lentamente avvicinando con le armi spianate; pensò in quell'attimo che fosse uno schieramento davvero esagerato, senza contare gli altri tre agenti che proprio adesso stavano uscendo fuori dalla boscaglia. Un totale di sette poliziotti erano intervenuti, ma era chiaro che il loro obiettivo primario non fosse lei, né Rose, né Felia.
Jeff se ne stava immobile come una statua, attraverso qualche ciocca di capelli che era scesa sul suo viso fregato osservava con un'attenzione quasi disumana ogni singola frazione di movimento degli agenti, come se attendesse il momento giusto per fare qualcosa; e solo un attimo dopo fu chiaro che fosse proprio così.
Nonostante fosse altamente probabile che sarebbe stato colpito il ragazzo compì uno scatto fulmineo all'indietro e di riflesso, senza più nessun avvertimento, due dei sette poliziotti presenti esplosero un colpo in sua direzione.
Rose si tappò le orecchie ed emise un flebile lamento mentre Selin, terrorizzata, spalancò la bocca tentando di gridare senza riuscirci.
Il primo colpo non andò a segno.
Mentre il secondo affondò nella sua coscia sinistra.
Nonostante il dolore lancinante Jeff non si fermò: riuscì a raggiungere la piccola Felia, afferrarla bruscamente e sollevarla. Avvolse il suo corpicino minuto con entrambe le braccia premendola sul proprio petto come fosse un cuscino, o meglio.. Uno scudo umano.
Il peluche a forma di coniglietto scivolò via dalle mani della bimba e cadde a terra, rotolando tra le pietre e adagiandosi contro ad un ciuffo d'erba ingiallita.
-Lascia la bambina immediatamente!- sbraitò ancora il medesimo agente, che era forse quello che ricopriva la carica più alta tra i presenti. -È un ordine!-.
Zoppicando in modo vistoso Jeff iniziò a fare diversi passi all'indietro, senza mai distogliere lo sguardo dai sette uomini che lo stavano accerchiando. Un copioso fiume di sangue stava imbrattando i suoi pantaloni mentre dietro di lui, distante pochi passi, uno strapiombo di oltre trenta metri era rimasto l'unica via d'uscita.
-Jeff, ma che fai!- gli gridò Selin, che avrebbe tanto voluto raggiungerlo e strappare la bambina via dalle sue mani, ma era troppo spaventata all'idea di ricevere una pallottola in testa per farlo. Era pietrificata dalla paura, il suo corpo tremava così forte che faceva fatica a reggersi in piedi.
-Ti ordino di liberare l'ostaggio immediatamente!-.
Il killer voltò la testa solo per un attimo, giusto per assicurarsi di aver calcolato correttamente la distanza tra le sue scarpe ed il bordo del burrone.
Faticava parecchio a muoversi, ma era certo che gli sbirri gli avrebbero concesso più tempo per arrendersi, considerato che in ballo c'era anche la vita di una bimba.
Con fatica raggiunse il bordo calciando involontariamente un piccolo sassolino, il quale precipitò orribilmente nel vuoto fino ad affondare nel lago.
In effetti quella non poteva dirsi una vera e propria via di fuga: oltre al fatto che Jeff non era affatto avvezzo a nuotare, un salto di trenta metri avrebbe resto l'impatto con la superficie dell'acqua probabilmente mortale.
-Non lo ripeterò ancora una volta, ti ordino di liberare l'ostaggio immediatamente! Tra dieci secondi apriamo il fuoco-.
C'era una cosa che i poliziotti non sembravano aver notato, ma che non era di certo sfuggita allo sguardo attento di Selin: la piccola Felia, stretta tra le braccia di Jeff, non era spaventata proprio per niente.
-Non.... Non le farà del male!- esclamò la ragazza, senza abbassare le braccia ma iniziando ad agitarle a mezz'aria. -Non vuole farle del male!-.
Rose, con le mani al cielo, le rivolse uno sguardo interrogativo come se avesse voluto chiederle se ne era proprio sicura.

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Più della Morte
FanfictionUn vecchio hotel caduto in rovina e venduto all'asta. I suoi lunghi corridoi malinconici e le numerose stanze ricoperte di polvere e muffa fanno da teatro agli orrori che Selin, una giovane immigrata irregolare, dovrà vivere sulla sua stessa pelle...