Changbin aprì piano la porta della camera di Jisung, osservando i due ragazzi che la sera prima si erano addormentati insieme, una coperta che li copriva entrambi e la finestra ancora aperta. La stanza era fredda, ma evidentemente non fredda abbastanza da farli svegliare. Si affrettò a chiudere la finestra in silenzio, lasciandoli soli. Qualcosa gli diceva che sarebbe stato meglio lasciare la luce accesa, quindi decise di seguire i suoi istinti.
Jisung si svegliò sentendo un dolore lancinante alla testa. Non tentò neppure di aprire gli occhi, ma soltanto di tirarsi su. Però, nel farlo, percepì qualcosa che lo bloccava, come anche qualcosa a cui era appoggiato. No, non qualcosa. Qualcuno.
Aprì gli occhi lentamente, abituandosi a poco a poco alla luce ancora accesa e spaventandosi quando pensò che la persona a cui era appoggiato fosse Changbin. Ma poi la sua vista si fece più limpida, e riuscì ad individuare e riconoscere il viso dell'estraneo.
–Minho..?– sussurrò, cercando di tirarsi su ulteriormente per assicurarsi che fosse sveglio e che quella fosse la realtà.
Il ragazzo dormiva tranquillo accanto a lui, tenendolo fermo con le sue braccia, che lo circondavano ancora, come se non si fosse spostato minimamente durante tutte quelle ore.
Rimase in silenzio, sentendo il battito del suo cuore accelerare al solo osservare quelle ciglia lunghe, le sue labbra socchiuse, la sua espressione così tranquilla, serena.
E poi i suoi occhi si aprirono, quasi come se avesse percepito il suo sguardo addosso. Incontrarono i suoi, bloccandogli il respiro.
–Ti sei svegliato?– chiese, con un leggero sorriso.
–Minho?– chiese, incerto su cosa significasse tutto ciò. –Perché sei qui?
–Non ricordi nulla di cosa è successo ieri, vero?– chiese Minho.
Jisung scosse la testa. La sua memoria era vuota. Qualunque cosa fosse successa, non esisteva tra i suoi ricordi. Ma aveva l'impressione che avesse a che fare con quella bottiglia che si ricordava di aver comprato il pomeriggio precedente.
–Hai bevuto tanto, ieri.– disse Minho, osservandolo mentre si tirava su di un po', sedendosi sul letto, una volta liberato dalle sue braccia.
–E tu..
–E mi hai chiamato ripetutamente.
–Oh.
No, non ricordava di averlo fatto. Sapeva per un dato di fatto che avrebbe voluto farlo, ma non credeva di averlo effettivamente chiamato. E poi, quante volte? Avrebbe preso il cellulare solo per controllare, se lo sguardo del ragazzo vicino a lui non gli ricordasse della situazione in cui si trovava.
–Comunque, come ti senti? Penso sia meglio pensare a questo prima.
–Oh, bene. Sì, sto bene.– mentì Jisung.
–Sei sicuro?
Jisung annuì. Era troppo strano. Non riusciva a parlargli come se nulla fosse successo, non poteva farlo quando era lì, in quella situazione, non sapendo come si sarebbe trasformata la loro relazione.
Cos'era successo? E cosa voleva dire tutto ciò? Minho era lì, con lui, e probabilmente aveva dormito tutta la notte al suo fianco. Cosa voleva dire tutto ciò?
–Forse dovresti bere un po' d'acqua e mangiare qualcosa.– disse, scostando la coperta e facendo per alzarsi.
–Minho.– lo fermò Jisung. –Minho, ho bisogno che tu mi dica cosa è successo e..cosa significa tutto questo. Non posso fare finta di nulla e semplicemente fare colazione quando mi sono svegliato con te nel mio letto.

STAI LEGGENDO
hypnotic. | minsung
FanfictionQuando Minho vede Jisung per la prima volta, la sua vita cambia del tutto. Per qualche strana ragione, si ritrova a pensare sempre a lui e a voler passare sempre più tempo in sua compagnia. Quasi come se fosse ipnotizzato da lui. O forse, lo è veram...