Jisung parcheggiò davanti al suo palazzo, spegnendo l'auto e uscendo, seguito da Minho. Quando il ragazzo lo raggiunse, afferrò la sua mano con la sua, dondolandola su e giù mentre camminavano verso l'entrata.
Il suo appartamento era silenzioso. Molto silenzioso. Ma era solo una conferma del fatto che non ci fosse nessuno al suo interno. Jisung entrò nella sua camera, buttando le chiavi dell'auto sul tavolo e guardando Minho per un attimo.
–Chiudo la porta, giusto in caso a qualcuno venga voglia di tornare anche se gli ho detto più volte di non farlo.– disse, chiudendo a chiave la porta della sua camera e poi rivolgendo la sua attenzione interamente all'altro ragazzo. –Allora, cosa vorresti fare?
Minho gli sorrise appena, sentendosi all'improvviso un po' nervoso. Non sapeva cosa sarebbe successo, ed ora che si trovava lì si sentiva in un modo quasi opposto a quando erano via, in quel posto sperduto. Il suo sguardo trovò il pavimento, le sue mani nascoste sotto le maniche lunghe della felpa che Jisung gli aveva dato, perché pensava che gli sarebbe venuto troppo freddo a stare fuori di notte solo con una t-shirt, nonostante lui stesso indossasse solo quell'indumento.
–Hey.– disse Jisung, avvicinandosi a lui e alzandogli il mento, così che potesse guardarlo. –Non dobbiamo fare nulla se non vuoi, okay? Possiamo anche solo guardare qualcosa insieme e posso anche riportarti a casa. Non importa.– continuò poi, abbracciandolo.
Minho nascose il viso contro la sua spalla, imbarazzato del fatto che fosse così insicuro di sé. Non poteva far finta di nulla. Non era una cosa come tutte. Non poteva fare a meno di sentirsi così in crisi. –Sono solo..nervoso.
–Vuoi sederti un attimo?– chiese Jisung, staccandosi da lui e prendendogli di nuovo una mano. Minho annuì, seguendo il ragazzo mentre si sedeva sul letto. Jisung lasciò scivolare il suo sguardo lungo la sua stanza, cercando qualcosa di cui parlare a Minho in un tentativo di calmarlo. Poi trovò la scatolina che aveva appoggiato su un tavolo, quella che aveva trovato qualche tempo prima nell'aiuola in giardino. Si alzò per prenderla, tornando da Minho e mostrandogliela.
–Guarda.– disse.
–Oh, l'hai trovata.– disse Minho, sorridendo. –È passato così tanto tempo.
–Grazie per aver reso il nostro giardino così bello.
–Qualcuno doveva pur farlo, no?
–Hai scritto che lo hai fatto per me, quindi..voglio ringraziarti comunque.
Minho annuì, giocando con la scatolina tra le sue mani. –Jisung.– mormorò.
–Dimmi.
–Posso abbracciarti?
Jisung sentì una stretta al cuore, sorridendo. –Certo che puoi abbracciarmi.– disse, sporgendosi verso di lui e allargando le sue braccia così che l'altro ragazzo potesse stringersi a lui.
–Ti amo.– sussurrò, appena udibile poiché la sua voce era soffocata dall'abbraccio.
Jisung sorrise. –Ti amo anch'io.
Minho si tirò indietro di un po', guardandolo per qualche secondo, poi sporgendo la sua testa verso di lui, lasciando i suoi occhi aperti, che chiedevano il permesso. Jisung raggiunse le sue labbra con le proprie, afferrando Minho per i fianchi e lasciando che il ragazzo si sedesse sulle sue gambe, come era solito fare, mentre stavano iniziando a scambiarsi dei baci lenti. Le mani di Jisung si posarono sulle sue coscie, cominciando a spostarsi lentamente dall'alto al basso, comprendendo dal modo in cui il bacio si era fatto più intenso che a Minho stesse piacendo.
I loro occhi si incontrarono di nuovo, i loro fiati un po' più corti di prima.
–Ho caldo.– disse Minho, ridendo e togliendosi la felpa.
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hypnotic. | minsung
Fiksi PenggemarQuando Minho vede Jisung per la prima volta, la sua vita cambia del tutto. Per qualche strana ragione, si ritrova a pensare sempre a lui e a voler passare sempre più tempo in sua compagnia. Quasi come se fosse ipnotizzato da lui. O forse, lo è veram...