1 - Chiodo fisso

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Ecco, l’ho fatto di nuovo. Cazzo.

Sono entrato e prima ancora di rendermene conto ho passato in rassegna le hostess presenti nella sala.

Lei, ovviamente, non c’è.

Ovviamente, Giusé, ma secondo te? Ti è sembrata una con le pigne nel cervello?
Perché quello dovrebbe avere, o la segatura, per accettare un incarico in cui ti sa presente dopo quella notte.
E che lei è una ragazza sveglia, lo hai capito subito.

Sveglia e pragmatica. Il coglione sei tu, che ti illudi.

Saluto i miei ospiti e gli altri relatori, poi prendo posto, tiro fuori il telefono, attivo la modalità silenziosa e richiamo sullo schermo gli appunti che ho preso circa l’argomento su cui sono invitato a dibattere.
Li scorro velocemente e in pochi minuti sono pronto a spiccicare quelle due parole in croce per permettere agli organizzatori di lustrarsi le chiappe fino alla fine dei loro giorni.

Alla delusione che sento addosso, a non averla ritrovata nemmeno stavolta, invece non sono affatto pronto e una volta di più mi sale un filo di inquietudine, un vago senso di perdita che diventa un groviglio di inaspettata tristezza, al pensiero che con ogni probabilità sono destinato a non incontrarla mai più.

Accenno un saluto quando sento pronunciare il mio nome, ringrazio con un sorriso e con le solite formule di rito, sono onorato e felice e non mi aspettavo questo invito così caloroso, che mi riempie di letizia e bla, bla, bla.

Sono diventato parecchio bravo a ostentare l’esatto opposto di ciò che provo, lo sono sempre stato in realtà, ma ultimamente la mia faccia di bronzo ha raggiunto livelli di epicità mai nemmeno immaginati.
Perché lo so benissimo cosa hanno sempre pensato tutti questi che, pur di avermi presente mi leccano il culo fino a seccarsi la lingua.
Vi si strizzassero i coglioni a tutti, a voi e alla vostra malafede.

Ancora un sorriso e un cenno del capo,  poi posso tornare a lasciar vagare i pensieri e tornare a quello di lei, che dalla testa non vuole proprio uscire.

Una delle migliori scopate degli ultimi tempi, devo ammetterlo.

Ma non solo quello.
Mentirei a me stesso se mi limitassi a nascondere ciò che sento dietro il ricordo di una chiavata coi fiocchi.

A non uscirmi di testa è un’altra cosa che non sono ancora riuscito a catalogare, forse perché non mi era ancora capitato di provarla.

Qualcosa che ho sentito dopo aver scopato, stringendomi addosso nel sonno quella carne sconosciuta: un senso di benessere, di accoglienza, di quiete.
Qualcosa che mi ha portato ad affondare il naso nei suoi capelli, e a desiderare di rimanere lì a stringerla e annusarla per il resto dei miei giorni.

Ecco, solo a ripensarci mi si contrae lo stomaco. Sono un coglione, ecco cosa sono.
Un coglione che si sta definitivamente rammollendo: non ci sono altre spiegazioni…è sicuramente la vecchiaia, la pera cotta e il semolino sono dietro l’angolo.
Perché non mi è mai, mai capitato di desiderare una benché minima conoscenza più approfondita, dopo questo tipo di notti, e non è che questa fosse esattamente la prima.

Ma quanto faccio schifo al cazzo, quando faccio così?
Quanto sono stronzo e meschino a sentirmi tronfio per aver tradito chi mi sta al fianco? Evidentemente aver fatto fallire un matrimonio per non essere stato capace di tenerlo nelle mutande non mi è bastato. Però stavolta è diverso, dai, stavolta ho un motivo valido…

Motivo valido? Ma che pensiero del cazzo stai facendo Giuseppe? Che cazzo stai a immaginare?
Cerca di concentrarti, dai, che stanno per passarti la parola e deve sembrare che ti frega almeno un poco di essere qui.

Più forte di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora