Terza parte

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So che molto probabilmente la polizia ha ragione,ma ancora non ho delle prove che affermano se è vero o no.

Appena arrivo a casa cerco nelle loro stanze e nel loro studio qualcosa.

LO SAPEVO.

Ecco delle pistole... Oh e nella loro agenda c'è scritto proprio al giorno in cui siamo tornati e,contemporaneamente,è stato ucciso lo zio "Ore 15.30,Treno per Milano."

Sono stati loro.

Hanno fatto uccidere nostro zio... Ma per cosa? Perché uccidere un uomo non solo vecchio,ma anche parente a noi? Perché?

Bene,sono tornati.. Nascondo tutto in camera mia e vado subito da loro.

Non posso ancora crederci... I miei fratelli sono dei mafiosi e per 14 anni non mi hanno mai detto nulla. Mi riempivano di bugie dalla mattina alla sera... Non mi sembra vero.

Dico loro che sono stanca,che non mi va neanche di mangiare ma mi nascondo dietro la porta del loro studio e origlio.

«Armando,sono sparite le pistole e l'agenda con tutti gli appuntamenti. Ne sai qualcosa?»

Armando sta zitto per un po' ma non ci mette tanto per alterarsi.

«E tu perché mi fai questa domanda eh? Credi che abbia preso tutto io?»

«Non sto dicendo questo. Sto dicendo che prima stavano qua e ora non ci sono più.»

«Beh,io non ne so niente. Chiedi a qualche altro ma non a me»

«Va bene. Senti,Stefania da quando siamo tornati qui a Palermo è davvero strana. Ieri Pino l'ha seguita e ha detto che l'ha vista uscire dalla Duomo»

«Dalla Duomo?»

«Eh»

«Secondo te ha preso tutto lei?»

Faccio muovere la porta per sbaglio.

Armando e Dante si avvicinano e aprono la porta.

«E tu? Che ci fai qui? Non eri stanca?»

«S..Si,sono stanca ma appena sono salita in camera mi sono ricordata che... Che domani volevo andare al mare con quel mio amico. Posso?»

Armando risponde di si subito.

Dante,invece,fa passare un po' di tempo prima di rispondere.

«E come mai non sei entrata? Hai aspettato qui,seduta a terra... Potevi entrare,no!»

«No... Cioè si,però... Visto che stavate parlando tra di voi non volevo interrompervi...Potete venire un attimo in camera mia?»

«E andiamo»

Vengono con me in camera.

Io mi siedo sul letto e loro rimangono in piedi.

«Come mai ci hai fatto venire qui? Vuoi dirci qualcosa?»

Mi domanda Dante.

«Si...Volevo domandarvi che cosa fate voi con queste»

Faccio vedere le loro pistole.

Armando mi da uno schiaffo e Dante lo allontana da me.

«Non è come pensi» dice Dante.

«Ah no? E allora perché avevate queste? Perché eh?»

«Noi non...»

Interrompo Dante.

«VOI CHE COSA? VOI NON SIETE DEI MAFIOSI? UCCIDETE LA GENTE MA NON SIETE DEI MAFIOSI. OPPURE LO FATE PERCHÈ È GIUSTO? EH? ALLORA?»

«Se noi uccidiamo le persone è perché non vogliamo farti mancare nulla. Ti sei sempre domandata come sono morti mamma e papà,lo vuoi sapere? Bene,hanno ucciso i nostri genitori quando tu eri piccolina. Io avevo 15 anni e Armando 18. Gli hanno uccisi davanti a noi,davanti ai nostri occhi. Noi siamo scappati a Roma proprio per questo. Perché stavano per uccidere anche noi tre. E ora siamo tornati per fare giustizia e riprenderci la nostra terra»

«E perché uccidere nostro zio?»

«Quello era un vecchio che non valeva più un cazzo ormai»

Dice Armando.

«Sparite...SPARITE!!!»

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