19. Non so se dovrei piangere o vomitare

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La pioggia rovente cade contro la vetrata del locale e per un secondo mi incanto nel guardare le goccioline scivolare verso il basso.

«Per favore, dì qualcosa», le parole di Jace catturano la mia attenzione, quest'ultimo è seduto sul divanetto proprio di fronte a me.

Siamo al The Moon, questo pomeriggio il locale è stranamente affollato, probabilmente perché alcune persone si sono riparate qui dal diluvio che si sta scatenando là fuori.

«Mi hai baciata», gli dico con fare distaccato.

Il suo sguardo si fa serio. «Tu hai ricambiato e ti è piaciuto.»

«Cosa? No!», sbotto, sentendo le guance avvampare. Più penso al bacio, più arrossisco.

«I tuoi occhi stanno dicendo di sì, ora ho solo bisogno che la tua bocca dica lo stesso.»

La sua risposta mi fa pietrificare sul posto, ma cerco di non farglielo notare. Lo sanno pure i muri che ha ragione, ma semplicemente non voglio ammetterlo.

I suoi occhi chiari mi fissano soddisfatti, sto per replicargli, quando un cameriere si ferma davanti al nostro tavolo.

Mi blocco non appena lo riconosco, Mason Trent è in piedi di fronte a me in tutta la sua bellezza. È un amico di mio fratello, nonché il ragazzo con cui ieri ha parlato al telefono.

«Ehi Mason», lo saluto, facendogli un cenno.

«Allie? Sono felice di vedere una faccia familiare durante questo turno snervante», replica con un mezzo sorriso stampato sul volto.

Osservo di sfuggita i suoi tratti marcati e i suoi occhi marroni a dir poco compiaciuti nel vedermi.

A differenza dei miei amici della North School, lui non è mai stato una persona sorridente, o almeno non con tutti. Quando ero piccola amavo stare in sua compagnia perché era come me.

«Comunque, ho perso il tuo numero di telefono», cerca di spiegarmi il motivo per il quale non ci siamo più parlati.

«Lo avevo immaginato, dato che non ti sei fatto più sentire...», lo fisso dritto negli occhi, sperando che capisca il dispiacere che ho provato tempo fa.

«Beh, possiamo rimediare», mi propone, guardandomi con intensità. «Ti va di fare un giro dopo la fine del mio turno?»

Eh? Oddio.

All'improvviso, Jace si schiarisce la voce e io riporto il mio sguardo su di lui. È chiaramente infastidito dalla sua presenza.

Si lanciano un'occhiata di sfida, Mason scuote la testa e continua a guardarlo con quella sua aria di superiorità.

«Hall, non ti è bastato prenderle l'ultima volta? Vuoi fare un'altra rissa?», lo provoca Mason con tono beffardo.

Allora Rebecca aveva ragione.

Tutti gli occhi nel locale sono puntati su noi tre, la tensione è palpabile.

«Mason! Devi andare a servire il tavolo numero dodici», interviene Ashley con la sua voce delicata.

Dio, io l'adoro.

Il ragazzo in questione annuisce e dopodiché mi rivolge un sorrisetto sfacciato. «Ci vediamo in giro.»

Annuisco, solo io posso cacciarmi in situazioni del genere.

«Jace!», lo richiamo non appena si dirige verso l'uscita del locale. Lo seguo e fulmino con lo sguardo le persone che ci fissano. «Che avete da guardare?!»

Arrivati fuori, alzo il cappuccio della mia felpa per evitare di bagnarmi i capelli. «Quanto sei difficile, cosa ti è preso ora?»

«Tu non hai idea», inizia a dire e dopodiché fa una pausa. «Non hai idea di quanto sia difficile vedere il volto di qualcuno che una volta amavi ogni singolo giorno.»

Alle sue parole avverto un vuoto allo stomaco.
Sta affrontando veramente quel discorso.

«E io cosa dovrei dire... eh? Sei tu che te ne sei andato senza dire addio», replico, alquanto seccata.

«So che ho tradito la tua fiducia.»

«Jace, tu mi hai spezzato il cuore», mi si incrina la voce.

«Pensi che io non abbia sofferto? Ho passato tutto questo tempo a preoccuparmi e a chiedermi di te», mi risponde e i suoi occhi diventano lucidi.

«Non mi hai chiamata, non mi hai scritto. Nulla.»

Tra di noi cala un lungo silenzio, siamo solo noi due, fradici sotto la forte pioggia.

«Non è mai stato così facile come pensi.»

«Non ricordo un litigio o una ragione, quindi cosa è successo? Perché mi hai lasciata?», gli domando, cercando di trattenere le lacrime.

Siamo stati segretamente insieme circa due anni fa.

«Quando tuo fratello aveva scoperto della nostra relazione mi aveva minacciato.»

Cosa? Jaden lo aveva scoperto e io ero ignara di ciò? Ma non penso che sia arrivato fino al punto di minacciare qualcuno, non farebbe mai una cosa del genere, o almeno credo.

Non so più a chi e a cosa credere.

«Dicevi che saresti sempre stato lì per me, ma dov'eri quando stavo male, quando avevo bisogno di qualcuno, quando avevo bisogno di te? Tu non c'eri, mio fratello si, sempre.»

«T-ti sono mai mancato?», noto uno strano sguardo nei suoi occhi, sembrano quasi speranzosi.

«No», gli rispondo velocemente, impedendo alla mia voce di trapelare i miei veri sentimenti.

E invece sì.

Come può piacerti qualcuno anche quando non lo vedi e non ci parli da anni? Forse è così che funzione l'amore, non se ne va solo perché la persona lo fa.

𖥸𖥸𖥸

Ritorno a casa poco prima che inizi a fare buio, mi dirigo in salone e spalanco gli occhi alla vista di una pila di scatoloni e valigie.

Cosa sta succedendo qui?

«Dove sei stata?», avanza nella mia direzione mio padre, indossa come al suo solito un completo formale grigio.

Bene, diamo inizio all'interrogatorio.

«Ero al The Moon», faccio spallucce e mi lascio cadere sul divano.

«Sei tutta bagnata, ti sarei venuto a prendere io se solo mi avessi scritto.»

Mi rivolge il suo solito sguardo severo e io alzo gli occhi al cielo.

«Cosa mi dovrebbero rappresentare?», gli chiedo, indicando i bagagli che sono sul pavimento.

«Non mi dai il benvenuto, sorellina?», irrompe nella stanza Scott, osservandomi divertito.

Oddio, per favore no.

«Papà cosa ci fa lui qui?»

Increspo le labbra, sono confusa, odio essere confusa.

«Oh, si giusto, abbiamo deciso di anticipare il loro trasferimento», mi spiega quest'ultimo con tranquillità.

Ahimè, cosa ho fatto di male per meritarmi ciò?!

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Ehilà! Questo capitolo è stato incentrato soprattutto sulla vecchia relazione tra Jace e Allie. Spero che vi sia piaciuto, se si, fatemelo sapere💖⭐️

- Sabrina🍓

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