24. Una linea sottile tra odio e a... odio

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«Ragazze, ascoltatemi!», esclama Olivia a gran voce per sovrastare il gran chiacchiericcio.

Il caos che tredici adolescenti ammassate in una stanza possono smuovere è allucinante e le occhiate che alcune di loro mi stanno lanciando non sono per niente rassicuranti.

«Calmati Hall», ribatte con tono seccato Rebecca. «Piuttosto, hai qualcosa da bere senza zuccheri e senza calorie? Tipo una coca cola light?», le domanda, analizzando con faccia a dir poco schifata le bibite poste accanto alle ciotole piene di cibo.

Olivia sbuffa sonoramente. «Ma per caso ti sembro un supermercato?!»

Distolgo la mia attenzione da loro e la concentro sulla camera da letto di quest'ultima, le pareti viola sono tappezzate da poster di vario genere e da diversi quadri che la ritraggono con la sua famiglia. Faccio una smorfia non appena ne scorgo uno con lei, suo fratello e Miller che si abbracciano, sulla foto sembrano essere davvero piccoli.

«Basta! Siamo qui per divertirci o mi sbaglio?», la voce di Olivia mi riporta alla realtà e dopodiché si lascia cadere sul pavimento accanto a me.

Afferra dal contenitore di plastica uno dei brownies che ho portato da casa e se lo porta alle labbra. «Ma è buonissimo! Non ero a conoscenza di questo tuo talento.»

Invece sono davvero pessima in cucina.

Faccio cenno di no con la testa. «In verità l'ha fatti Scott, io ho solo aiutato.»

Le mie parole attirano l'attenzione delle altre ragazze che iniziano a guardami con una sorta di curiosità. Okay Allie, scappa!

«Allora sono vere le voci del fidanzamento tra tuo padre e sua madre», si intromette nel discorso una di loro, scrutandomi attentamente con i suoi occhi neri come il carbone.

Annuisco, senza aggiungere altro. Non mi piace parlare della mia vita privata, non mi è mai piaciuto.

«Olivia secondo te avrei delle possibilità con Jace?», le chiede un'altra ragazza, quest'ultima è stesa di pancia sul pavimento mentre si arrotola una ciocca dei suoi capelli rossi intorno a un dito.

Sento lo sguardo di Ivy e di alcune ragazze perforarmi, non posso fare a meno di rabbrividire. Le ignoro e faccio finta di nulla, come se la conversazione non mi interessasse minimamente.

«Grace, sei fuori?!», Olivia la fulmina con lo sguardo. «Anche se è mio fratello e gli voglio un bene dell'anima... devo ammettere che nel campo delle relazioni è pessimo, meriti di meglio.»

Da una ciotola afferro una manciata di popcorn e controllo l'ora sul display del mio telefono. Sono le 23:50. Si prospetta una lunga nottata.

«Perché vogliamo parlare di Blake?», spicca parola una bionda. «È uno stronzo e sopratutto egoista, non gli interessa un fico secco delle ragazze che si fa dato che poi sparisce nel nulla. Però non riesco a togliermelo dalla testa!»

«È stupendo... ma per me è irraggiungibile», sospira di rassegnazione una di loro.

Oh Dio... non voglio giudicarle dato che stiamo parlando di uno dei ragazzi più popolari e atletici della scuola, avendolo visto a petto nudo quel giorno nella camera di Scott ne sono rimasta colpita pure io, anche se non l'ho dato a vedere. È raro vederlo più volte in compagnia della stessa ragazza e inoltre non è mai lui ad andare da loro ma il contrario. Insomma, ormai sono cose che sanno pure i muri.

«Sarà pure bello ma la sua personalità fa schifo, quindi non ci perdi nulla, anzi», mi mordo la lingua quando mi rendo conto di aver dato voce ai miei pensieri.

Alcune di loro annuiscono, dandomi ragione, tranne Rebecca che da come mi guarda non sembra essere per niente d'accordo.

«Oh, Evans, dato che non sei e non sarai mai alla sua altezza non ti devi permettere di parlare così di lui!» mi dice con voce squillante e dopodiché passa il suo sguardo su tutte le ragazze presenti, soffermandosi in fine su Olivia. «Chiariamo una cosa, gli piaccio io, quindi fatevi da parte.»

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