Cap.13

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"Di te amor mio mi prendo il vizio.
Vizio che prende un bambino,
vizio che prende l'adolescente,
quando l'amore è furente,
quando l'amore è divino.''

È strano come tutto possa cambiare, così, all'improvviso, senza neanche darci il tempo di capirlo.

A volte mi sembra quasi di non avere il controllo delle miei azioni, come se tutto fosse già stato scritto, come se io stessi agendo semplicemente assecondando un progetto prestabilito.

Ora guardandomi indietro vedo quanto impervio e faticoso sia stato il cammino che mi ha portata fino a qui, ma al contempo riesco a vedere il filo conduttore che di pensiero in pensiero, di emozione in emozione mi ha portata ad agire con una semplicità che al pensarci risulta sconcertante.

Dopo anni di conflitti e di annebbiamento ho ritrovato il mio equilibrio: ogni cosa sembra aver sempre avuto il solo scopo di andarsi ad incastrare nel puzzle di esperienze che tutt'ora mi costituiscono.

Sorrido, portandomi dietro l'orecchio una ciocca di capelli sfuggita all'austera acconciatura dello chignon.
Sorrido della mia natura pateticamente poetica e malinconica.

Osservo la natura del parco di Hogwarts appoggiata alla struttura del porticato in pietra, annusando l'aria e assaporando il tepore estivo.
Per l'ultima volta come studentessa.

Al pensiero mi si forma un groppo in gola, lasciandomi sull'orlo di una crisi e portandomi ancora una volta ad allontanarmi inevitabilmente dal resto dei miei compagni, ora impegnati in tutt'altre attività.

Quante volte durante quello stesso anno avevo desiderato che tutto finisse?
Quante volte avevo pregato affinché giugno arrivasse il più presto possibile?

Ed ora eccomi qui, due ore dopo aver consegnato l'ultimo esame scritto della mia carriera scolastica, a rimpiangere tutto.
L'incertezza, la costante incognita sul futuro, sul mio futuro...sembrano comprimermi il petto.

Cosa farò adesso? Che ne sarà della ormai consueta routine?

Le lezioni, la signora Grassa, la biblioteca, i banchetti di Natale, i dormitori, la Sala Comune.

Molteplici immagini mi si parano davanti gli occhi, facendomi rivivere frammenti di vita.

Ginny ed il suo pigiama azzurro, la consegna della posta alla mattina, le corse per i corridoi...

Un ultimo dolcissimo pensiero blocca quel flusso ininterrotto di emozioni.

Lui.
Lui ed il suo orgoglio, lui e la sua finta indifferenza.

Lui ed il suo splendido sorriso, lui e la sua vivace intelligenza.

Inspiro profondamente, tentando di calmare il battito frenetico del cuore: che ne sarà di noi?

Non che non ci avessi ancora pensato, anzi: ogni giorno delle ultime tre settimane non era passato senza che quel tormento mi attanagliasse la mente, ma puntualmente avevo preferito nascondermi lasciando che il problema scivolasse di giorno in giorno, fino ad arrivare ad oggi.

Affranta mi guardo intorno, alla ricerca di qualche diversivo, e lo trovo.

Una saltellante chioma rossa corre verso di me, facendomi sorridere per tanta vitalità.

- Hermione Granger! Che diamine fai qui da sola, l'ultimo giorno di scuola della tua vita!
Dovresti correre per i prati, spargendo petali di margherita qua e la! - mi urla Ginny, ormai a pochi passi da me.

- E da quando tu sai cosa sono le margherite? - le chiedo divertita.

Nel mondo magico non esistono fiori innocui come le margherite.

Open your eyes || dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora