Cap.11

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"Se grida e se straparla,
vuol dire che ricorda. Se è rabbiosa,
è l'amore che rugge."

Da tanto tempo sognavo di risentire quel calore, per troppo tempo il suo profumo è stato solo un ricordo.
Con il petto traboccante di felicità affondo il viso nella sua spalla, graffiandomi con la lana del suo maglione color melanzana, e senza riuscire a trattenermi comincio a piangere di gioia.

Al suono dei miei singhiozzi sento i muscoli di Ron irrigidirsi come colpiti da una scossa elettrica e, impacciata, sento una sua mano accarezzarmi i capelli.

- Oh, avanti Hermione... pensavo di venire accolto in maniera diversa! - sbotta lui in tono burbero.

Ridacchio, felice di risentire le sue uscite schiette: come può essere così innocentemente inconsapevole dell'effetto che mi provoca la sua vicinanza?

- Ron, non sei cambiato di una virgola - gli dico alzando gli occhi verso di lui e sorridendogli materna.

Lui mi studia, allentando un po' la presa sulle mie spalle: ha ancora le orecchie un po' rosse per l'imbarazzo di avermi sentita così vicina e i suoi occhi azzurri brillano, gioiosi come mai avrei potuto sperare.

Mentre lo sto osservando vedo il suo sguardo venire catturato da un punto alle mie spalle e una ruga formarsi tra i suoi occhi.

- Cosa voleva da te Malfoy? - mi chiede improvvisamente serio.

- Niente, non stavamo neanche parlando... devi aver visto male - mento io: se Ginny ha reagito malamente alla notizia del nostro avvicinamento, non oso immaginare Ron cosa potrebbe fare.

Mi volto anche io, appena in tempo per vedere la figura di Malfoy allontanarsi rapidamente tra la folla di studenti  ed improvvisamente tutta la portata delle parole che mi aveva detto pochi istanti prima sembra gravarmi sullo stomaco.

Non ti ho mai usata. Non ho mai fatto nulla se non per compiacere me stesso, e non osare neanche pensare che io faccia qualcosa solo per avere il consenso da parte degli altri.

Una immotivata gioia mi coglie assecondando il mio stato d'animo degli ultimi minuti, totalmente all'opposto delle sensazioni che invece mi avevano attanagliato per tutta la notte.

- Hermione forse è meglio che tu vada a lezione, non vorrei che poi te la prendessi con me per essere arrivata in ritardo - mi dice Ron cautamente, ricordando le mie scenate scolastiche. 

Ricordandomi improvvisamente dei miei impegni mi volto verso di lui, annuendo alla sua affermazione e abbracciandolo di nuovo.

- Ci vediamo dopo pranzo, hai fin troppe cose da raccontarmi! - gli urlo io correndo lontano da lui, senza aspettare una risposta.

Devo sbrigarmi, ho veramente poco tempo.

Corro per i corridoi, scansando i vari studenti ed imprecando mentalmente ogni volta che un gruppo di ragazzine mi bloccava il passaggio con la loro andatura apatica.
Ma è mai possibile che sia io l'unica al mondo ad essere sempre di corsa?

Svolto un angolo e mi guardo attorno, cercando tra la calca l'obiettivo di tutta quella mia folle ed affannosa ricerca, ed improvvisamente lo vedo.
Una testa bionda, solitaria, che appare e scompare in continuazione tra le miriadi di volti degli altri studenti.

Mi fiondo al suo inseguimento, trepidante d'attesa e inspiegabilmente agitata: devo dirgli quanto io abbia apprezzato le sue parole.
Ora che ho la certezza che anche per lui la mia compagnia è diventata importante, ora che ho la possibilità di sperare che anche per lui qualcosa sia cambiato, devo trovare il coraggio di mostrarmi a lui senza paure.

Open your eyes || dramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora