Dopo quella sera

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Erano passati una decina di giorni, ormai Oscar era entrata nelle guardie metropolitane di Parigi, ed io… mi ero arruolato con lei per proteggerla.
Quanta tristezza e quanto dolore nel sapere che non sopportava la mia vicinanza, che mi odiava… la donna che amavo mi odiava… non credo che al mondo si possa ricevere una punizione piú dura dalla vita. Io sono con lei, sono vicino a lei, ma è come se lei non ci fosse, è come se fossi una persona come qualunque altra per lei… o peggio, inesistente.
"Ehi Andrè, cosa ti prende? " mi chiese Alain con il boccale di birra in mano e sorridente. La sbronza mi era salita, e le lacrime riempivano i miei occhi, è inutile dire che pensavo a lei.
"Ho capito… la bionda… amico mio, quella donna è da ammirare non da amare. Ti sta distruggendo, hai bisogno di svagarti. "
"Io la amo Alain! È la mia vita, è l'unico affetto che mi è rimasto dalla morte dei miei genitori, ci sono cresciuto con lei! " dissi scoppiando in lacrime. "Le ho dato tutto! Tutto quello che avevo a lei l'ho dato! Il cuore, l'anima, gli anni migliori della mia vita! Anche il mio occhio sinistro quasi! Io le ho dato tutto quello che potevo ma non è abbastanza… non è mai abbastanza, capisci? Continuo a perderla! Continuo a sentirla distante da me, sempre di piú, sempre di piú! Mi sta portando all'esaurimento nervoso! "
Mi diede una pacca sulla spalla attirando la mia attenzione e puntó i suoi occhi nei miei, serio.
"Devi lasciarla andare. Io lo dico per te amico, anch'io sono stato cosí due anni fa per una donna. Sei tu a dover essere rincorso dalle donne, sei un bell'uomo e di come te con il carattere che hai ce ne sono pochi. Hai la fila di donne, davvero. Devi provare a passare avanti, provare a farti una vita, magari proverai affetto per un altra donna. Ma non lasciarti lacerare cosí dal sentimento per il nostro comandante, mi distrugge! Tu per me sei come un fratello. "
Cercai di frenare il mio pianto anche se era difficile. Le lacrime scorrevano da sole, ma Alain aveva ragione dovevo provare a svagarmi, ormai avevo ventisette anni, quanto avrei vissuto ancora? Dovevo dedicarmi un po' anche a me. Per troppo tempo sono stato dietro ad un amore non corrisposto.
/
Mi sentirei di dirti che il viaggio cambia un uomo. Pensai mentre buttavo giú un altro cicchetto di cognac. Ero arrivata a 37, stavo perdendo colpi e la depressione saliva. 
Bella barzelletta, mi ubriaco per stare allegra e invece sto peggio di prima. Forse è perchè ormai tormenti i miei pensieri e non c'è modo di dimenticarti. Fino a due mesi fa mi ubriacavo per dimenticare Fersen… ora lo faccio per dimenticarmi di te, per evitare di soffrire quando per vedere i ricordi degli anni passati si lacera di nuovo una ferita sul cuore.
Ho passato tutta la mia vita con te… tutta la vita a combattere duelli insieme, ridere e piangere insieme, ad affrontare le nostre paure, ad affrontare persino la morte e scamparla per un pelo. E tutte quelle notti che mi stavi vicino quando ero senza sensi e in pericolo di vita… quando invece lo eri tu per il tuo occhio sinistro... ricordo ancora tutte le lacrime che versai quella notte addossandomi tutte le colpe. Oh Andrè, tu non sai… non hai la piú minima e pallida idea di quanto sia stato doloroso per me allontanarti e di quanto continui ad esserlo, del bene che ti voglio! Io devo farlo, ho dovuto farlo per salvare la nostra amicizia. Solo cosí tu riuscirai a superare questa cosa. Ma ho paura di farti troppo male! Io sto male al pensiero di farti soffrire perché siamo una cosa sola! Soffri tu e soffro io, non c'è verso! 
E butto ancora giú un'altro shortino di cognac, tra le lacrime e i pensieri, fra i rammenti e i pianti, passai a stappare una bottiglia di vino. Sta sera è probabile che andró in coma etilico, ma non mi spaventa affatto l'idea, almeno non penseró a tutto quello che mi passa per la mente.
Impugno la bottiglia ormai stappata ed inizio a tracannare come una matta. Neanche un pirata avrebbe bevuto cosí tanto da solo nel giro di un ora. 
"Andrè… sei tu che mi fai questo. Sei tu, perchè se tu non avessi fatto quel che hai fatto io non avrei fatto quel che ho fatto e quindi non mi avresti fatto ció che mi stai facendo ora. " mormorai guardando la luna piena come una palla luminosa che mi accecava e mi stordiva. "Devi dimenticarmi Andrè. Dimenticami! Ti prego, torna ad essere il mio migliore amico, il fratello che non ho mai avuto, il mio confidente! Proteggimi come hai sempre fatto! Abbracciami, stringimi! Dimmi che mi vuoi bene! Ubriachiamoci insieme! Alleniamoci insieme, ma ti prego torna! " supplicai alla luna in ginocchio scoppiando in un pianto disperato.
Lui… era lui la mia droga, la droga della pace. Quando ce l'hai stai bene e spensierato e quando non ce l'hai ti senti morire… lo stesso principio per lui. È l'aria che respiro e ne ho bisogno. Ne ho bisogno.
"Io ho bisogno di te Andrè! Di te! Solo di te! " vaneggiai piangendo e intanto non mi accorsi che la bottiglia di vino ormai vuota mi scivolò dalle mani e si ruppe a terra. Ero seduta sul pavimento che continuavo a piangere, allora due cameriere arrivarono subito in camera mia preoccupate.
"Madamigella Oscar vi siete ferita?? "
"Madamigella state bene? "
Era come se quelle voci non le sentissi. 
"Andrè! Torna da me! " dissi con un tono piú alto di voce al vento con la testa inarcata all'indietro e il mio pianto ininterrotto.
"Desiré, adesso come facciamo? "
"Non lo so Nina… è ubriaca… con i vetri a terra si farà male, dobbiamo portarla a letto. "
"Ma stai scherzando? Noi? Desy se non te ne fossi accorta lei è il doppio di noi! È una cristiana di un metro e settantacinque! Noi siamo alte si e no un metro e sessanta e siamo esili, come pretendi di sollevarla da terra?! "
"Eh… a questo punto io chiamerei Andrè per davvero. "
"Ma se lo ha licenziato! Ora è nelle guardie metropolitane, sicuramente adesso si trova a Parigi o in caserma o in qualche locanda! "
"Allora chiediamo a Pierre di aiutarci! "
"Pierre è fuori città, ricordi?! "
"E allora come dobbiamo fare!? La dobbiamo lasciare qui a terra!? "
Dolorante, e piangente mi alzai in piedi barcollando, non sapevo davvero con quale forza non vomitavo. Avevo lo stomaco che bruciava come il fuoco e a breve mi sarebbe risalito tutto l'alcol che avevo ingerito compreso il cenone di capodanno. So solo che quel dolore fisico era davvero un sollievo per il dolore psicologico che provavo. 
"Oddio si è alzata! Madamigella Oscar, attenta a terra ci sono i vetri! Reggetevi a noi, vi accompagnamo al vostro letto. "
"Volete accompagnarmi anche al bagno fatemi capire? Ahahah… " risi amaramente deprimendomi l'attimo dopo ricordandomi di quando da piccoli io e Andrè facevamo il bagno insieme. Erano bei tempi, felici e spensierati ora invece è tutto diverso.
Nuove lacrime solcarono le mie guance, erano calde, salate, erano amare e disperate.
"Chiamate André! Fatelo tornare da me! Fatelo tornare da me! Subito! Chiamate Andrè! " vaneggiai ancora una volta.
"Madamigella, ma Andrè è a Parigi! "
"Allora portatemi da lui a Parigi! "
"Madamigella Oscar è notte fonda, dovete riposare avete anche una bella sbronza. Rischiate di farvi male. "
Non ebbi la forza di fare di testa mia. Mi lasciai accompagnare al mio letto e non appena sdraiata mi sembró di galleggiare nel vuoto. Chiusi gli occhi e mi lasciai investire dal buio pesto del nulla. Mi addormentai piangente e disperata… ed anche rincojonita… sussurrando poche parole e in modo incomprensibile.
"Andrè, vieni da me, toccami, baciami, fai quello che vuoi del mio corpo ma torna da me. " e ancora una volta piansi.
/
"Ehi amico ma dico, reggiti in piedi! "
"Parli facile tu! Ho bevuto piú di te! " ribattei.
"Oh si è vero ma io ho fumato anche una canna, devo forse ricordartelo? "
"Ahh lasciamo stare, gira e ragira hai sempre ragione tu in qualche modo! Te ne approfitti perchè sono ubriaco! Ahahah… " dissi ridendo a crepapelle e barcollando insieme entrambi che ci reggevamo l'uno all'altro. Era tragica la situazione. 
"È cosí che ti voglio amico! Sorridente! Ahahah... "
"Già ma se ogni sera per ridere devo fare questa tarantella, me ne vado in coma etilico! "
"Ahahah… no tranquillo, fidati di me tornerai a sorridere! "
"Lo spero Alain… dai andiamo che la caserma è ancora lontana. "
"Caserma? Ma quale caserma Andrè, a quest'ora si va a puttane! "
"A puttane Alain?? Ma col cazzo! "
"E infatti proprio con quello. " disse lui tranquillo e convinto.
"No Alain davvero, non voglio. Ho promesso che non- "
"Oscar appartiene al passato! E poi quando arriva e si accorge che ci sei se lo pija cosí com'è, anzi… se fai della pratica ti ringrazia anche secondo me! Dai andiamo! Almeno una te la devi fare! "
Mi convinse. Forse era perchè l'alcol mi stordiva, ma in fondo avevo un certo desiderio. Era tutta la sera che pensavo alla mia musa Oscar, ce l'avevo piú duro di un muro.

Finalmente arrivammo a quel benedetto bordello, ed era strapieno di belle donne, donne che volevano toccarmi, spogliarmi… al diavolo la persona giusta, sta sera mi diverto anch'io! E questo mio pensiero mi distrugge credimi Oscar, pensare di essere arrivato cosí allo stremo e in questa situazione mi ferisce, ma è colpa tua. Sei tu che mi hai ferito. Se non l'avessi fatto io adesso non sarei qui a spogliare un'altra donna, palpare i suoi seni sodi e grandi almeno il triplo dei tuoi, cosce da strapazzo, un corpo da vera fattrice. Se non mi avessi distrutto psicologicamente io adesso non sarei qui a succhiare i capezzoli di questa puttanella, non le leccherei la figa, non sarei qui a sbatterla contro un muro a scoparmela con forza per scaricare tutto il mio dolore, l'amore che si erano trasformati in rabbia repressa. Ma questa è solo la prima… vai con la seconda! E questa anche è una bella donna, riccia e mora, pelle un po' brunella, un fisico da schianto e labbra carnose. È lei che domina, lo prende in bocca e non si ferma, poi a cavalcioni muove il bacino con forza, e allora arriva la terza, e poi la quarta e la quinta, la sesta, la settima, l'ottava… e nel giro di un ora avevo già scopato otto puttanelle da taverna e consumato non so quanti soldi.

La sbronza stava passando, stavo riacquistando la lucidità. Non potevo credere di averlo fatto davvero, eppure non mi pentivo, non riuscivo a rendermi conto che fosse un errore, forse perchè sentivo come se non l'avessi fatto, come se quelle otto scopate fossero aria. 
"Ehi amico, allora… ti sei divertito? Quante te ne sei fatto? Io cinque… modestamente… non per niente le baldracche di locanda cercano me. "
"Sei mai arrivato a fartene otto in meno di mezz'ora? "
"Otto?? Dio santissimo Grandier, ci vorrebbe un cannone dotatissimo altro che fucile d'assalto! Ma perchè me lo chiedi? "
Lo guardai negli occhi, lui stranamente si rese conto di ció che gli avrei risposto e rimase sorpeso.
"Non mi dire che… "
"Si. "
"Porca miseria! E che si perde la bella leonessa bionda del comandante! Minchia compà t'aggia fa i miei complimenti. Neanche io riuscirei a farmene otto in meno di mezz'ora. "
"Sisi, va bene Alain ma basta farmi complimenti su ste cose… torniamocene in caserma sennó il colonnello ci mette in consegna per una settimana. "
"Ah, e quando hai ragione devo darti ragione amico mio. Si torna alla base! Per sta sera i fucili hanno terminato le munizioni. Ahahah… "

MAI PIÚ SEMZA TE||Lady OscarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora