16. (parte 2)

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*driiiin*
La prima mattina, dopo tante, in cui era la sveglia a fargli aprire gli occhi, e non il cellulare che squillava.
Infatti, da quando gli era arrivato quel messaggio, non aveva fatto altro che aspettare che i mesi passassero e che arrivasse il giorno.
Adesso Era maggio, e lui aveva programmato la sveglia alle 7.00 in punto, per potersi preparare al meglio.
"Ei, ci sto, per lo spettacolo. Ne ho parlato con la compagnia. Puoi contare su di me :)"
Aveva risposto Giulia alla sua proposta qualche giorno dopo la telefonata.
E adesso stava tornando lì, da lui.
Stava alloggiando in un hotel di Roma messo a disposizione dall'organizzazione dello show, e sarebbe andato di persona a prendere Giulia per iniziare al più presto a prepararsi visto che lei non aveva mai avuto un momento per farlo in videochiamata, dati i suoi svariati impegni.
Quella mattina fu Sangio a chiamare Falso.
"Pronto? Dormiglione??"
"Ma che cosa ci fai sveglio a quest'ora, Sangio?" Disse con tono molto ironico,
"Sarà mica, che è proprio oggi quel giorno di cui mi stai parlando da mesi?"
"Che buffone, ti sei alzato di buon umore? Io sono professionale, ti sto ricordando che oggi non potrò venire alla Sugar"
"Ah sì. Come se non me lo avessi ricordato già ieri sera. O la sera prima. O quella prima ancora"
"Sto per attaccare"
"Dai bro, buona fortuna. E se tornate insieme fammelo sapere eh"
"Adesso chiudo davvero".
I genitori di Giulia erano andati a trovare una stretta amica di Susi a Milano, così dopo aver fatto un salto da loro per salutarli, aveva preso un treno per arrivare a Roma.
Sangio la aspettava in stazione, parecchio nervoso.
Lui non nascondeva di essere felice di rivedere Giulia, ma lei? Lei avrebbe pensato lo stesso?
Come si sarebbero dovuti salutare?
Ci sarebbe stato il gelo tra di loro?
Immerso nei suoi pensieri non si accorse nemmeno dell'arrivo del treno.
E poi, eccola.
Per lui immensamente più bella dell'ultima volta che si erano visti.
Più muscolosa, più forte, più.. Grande. Si poteva vedere quanto fosse cresciuta soltanto dal volto.
Con i capelli mossi, un paio di jeans, una maglietta viola, semplice, ed un giubbotto jeans.
Era lei, era Giulia.
E in quel momento capí quanto gli fosse mancata quei mesi.
"Ei" esclamò lei, un po' incerta. Non si capiva bene dalla voce cosa provasse.
Triste? Felice? Imbarazzata?
"Ei" rispose Sangio, cercando di sorridere.
Rimasero a guardarsi per qualche secondo, forse di troppo, per due ex fidanzati.
Poi Sangio la tentò, continuando a guardarla.
"Sai, puoi.. Se vuoi.. Insomma..." Aprì le braccia, come stesse gridando "abbracciami" ma senza fare uscire la voce. "Puoi abbracciami se lo vuoi."
Giulia rise, finalmente, anche se poco. Ed un secondo dopo si fiondò tra le sue braccia, stringendogli la schiena e poggiando la testa sul suo petto, mentre lui con una mano le teneva la testa e con l'altra le cingeva la schiena.
Fu un abbraccio prolungato, perché nessuno dei due aveva voglia di staccarsi. E forse anche perché non volevano farsi vedere con gli occhi lucidi dall'altro, per paura che uno dei due non lo fosse.
"Dai andiamo, ti aiuto con le valigie."
Salirono sull'auto di Sangio, e si misero in viaggio verso gli studi.
"Beh, il viaggio com'è andato?"
"Bene dai, tranquillo."
"Mhh"
"E tu? Hai chiuso il nuovo album?"
"Oh, si. Già annunciati tre pezzi"
"Ah sì, ho visto su Instagram"
"Quindi lo guarda ancora il mio Instagram"
"E la danza?"
"Oh va benissimo. Tante cose da fare ma non mi pesano"
"Certo, ho visto qualche video. Sei ancora più brava"
"Ah... Grazie.."
"E.. E Los Angeles?"
"Stupenda. Ma l'hai vista anche tu, no?"
"Ah sì, vabbè giusto qualche giorno. Meno di una settimana."
"Mh mh"
Sangio realizzò, nel momento esatto in cui Giulia riprese a parlare.
"Avresti potuto dirmelo"
"E tu avresti potuto dirmi che venivi in tournée in Italia."
Giulia si bloccò.
"Non ti ho detto nulla perché non facevamo tappa nella tua città.
E poi... Non sapevo se avresti voluto vedermi.."
"Hai fatto esattamente ciò che ho fatto io, quindi non vedo perché io avrei dovuto dirtelo"
"Sei letteralmente venuto a cercarmi, anche in albergo"
"Alessandro.."
"Me lo ha detto John, il portiere. È un po' pettegolo."
Risero.
Arrivarono agli studi, Giulia iniziò a riscaldarsi un po', Sangio a cercare qualche brano.
Finirono le prove.
"Bene, ti accompagno nella tua camera. È accanto alla mia, quindi.."
"Va bene."
Giulia lo fece entrare, così da restare insieme ancora un po', con la scusa del "darle una mano a sistemare visto che l'aveva trattenuta lui in sala prove e non aveva proprio messo piede in camera".
Quando finirono di sistemare i vestiti, si lasciarono cadere sul letto, sospirando.
Poi si guardarono.
E Giulia iniziò a parlare. Era chiaro, ormai, che lei cercasse di mantenere ancora un po' le distanze. Si sentiva ancora un po' di distanza.
"Sangio, io.. Non credo che così vada bene... Stiamo facendo finta che non sia successo nulla, né prima né dopo e.. Insomma non si può semplicemente ricominciare così.."
"Perché no, Giulia? Perché non possiamo ricominciare, se abbiamo capito di aver fatto degli errori."
"Non c'è stato nessun errore.."
"Ah certo. Quindi tu non hai mai pensato a me? Dove li hai messi i ricordi che hai di me? Dove li hai messi? Mi vuoi dire che sono stato io l'unico coglione a rimuginare su di noi per MESI?" urlò di cuore l'ultima parola, con tanta, troppa rabbia, mettendo una mano sul volto.
Se ne andò, sbattendo la porta.
Le due camere avevano un muro in comune.
Lui nella sua, con la mano su quel muro, in piedi, e l'altra mano a tenersi il viso per nascondere le lacrime da non si sa chi.
Lei nella sua, abbracciata al suo cuscino. Nonostante fosse maggio, sentiva freddo.
E fissava quella parete, con le lacrime che finirono per bagnarle il cuscino.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 28, 2021 ⏰

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