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Sotto gli auricolari c'era una polaroid.
Una foto stupenda, dove la sua Giulia aveva il suo solito sorrisino con la sua adorabile fossetta, e stava sfregando il suo naso contro la sua guancia. Lui invece, aveva messo la bocca a mo' di bacio verso l'obbiettivo, e con un braccio cingeva Giulia e la sua testa, poggiandoci la mano sopra.
Era il ricordo di un giorno felice, quando erano totalmente indipendenti e soprattutto lontani da tutto.
Si erano infatti rifugiati nella campagna di un paesino sperduto per un week-end, arrivandoci grazie alla macchina di lui, che era riuscito a prendere la patente tra un impegno e l'altro, così da poter "scorrazzare la mia lady ovunque io voglia".
Erano stati da Dio, loro due, insieme, nella loro privacy ed essendo semplicemente sé stessi.
Così, quando si erano rimessi in viaggio per ritornare ognuno ai proprio impegni, avevano deciso di allungare un po' la strada e di fermarsi a dare una ripulita all'auto.
Si erano fermati alla prima colonnina dove fosse disponibile anche l'autolavaggio ed avevano optato per quello manuale, che attraverso due pompe, una con il sapone e l'altra piena d'acqua, ti permettevano di lavare la macchina.
Sangio era abbastanza pratico e impugnò deciso la pompa che spruzzava il sapone, che necessitava di un po' di controllo per via della pressione esercitata.
Giulia però, del controllo necessario, non ne era mica a conoscenza.
Infatti, dopo un "Che figata mo' voglio provà pure io!", detto troppo velocemente perché Sangio, ancora intento ad insaponare, effettivamente realizzasse cosa la ragazza stesse per  fare, prese con troppa leggerezza in mano la pompa dell'acqua, che chiaramente le sfuggì.
Successe tutto così in fretta che, neanche il tempo di girarsi, Sangio si ritrovò sotto una pioggia d'acqua, dovendo anche "subire" le risate della sua fidanzata in sottofondo, che, mentre lui si ritrovava anche le mutande bagnate, era bella asciutta.
Quando finalmente Giulia riuscì a rimettere la pompa al suo posto i due stavano ridendo da matti
"Ma sei impazzita te! Rimetti sta cosa a posto!" Le aveva urlato nel mentre Sangio, che non poteva fare a meno di farsela sotto dalle risate per via della scena.
"Scusa scusa scusa", gli aveva urlato continuando a ridere, mentre si era istintivamente avvicinata a lui per abbracciarlo, ricordandosi appena in tempo che un attimo prima l'aveva inzuppato, e quindi indietreggiando un po'.
"E no signorina tu adesso me la paghi" aveva affermato Sangio che, capendo le intenzioni di Giulia, ed essendo ancora piuttosto vicino per poterla raggiungere prima che iniziasse a scappare, l'aveva raccolta in un abbraccio, strofinando le sue braccia per tutta la sua schiena in modo da fare bagnare anche lei, tutto sotto sue risate.
Stavano ridendo così tanto, abbracciati, che il mondo fuori sembrava non esistere.
Mentre ancora rideva, Giulia si era girata verso Sangio e quando anche lui si era voltato gli aveva stampato un bacio.
Così puro, così istantaneo, così semplice.
Ma che sembrava comunque urlargli tutto il suo amore.
E dopo quel bacio, fu Sangio a prenderle il volto fra le mani e baciarla nuovamente, tenendola stretta per un bel po'.
Per fortuna avevano con loro dei cambi di vestiti residui dalla vacanza, così che poterono rimettersi in macchina un po' più asciutti dopo essersi cambiati nei bagni pubblici.
In macchina ad entrambi era scesa un po' di quella solita malinconia caratteristica del momento in cui ti accorgi che il tuo attimo di felicità sta svanendo.
Giulia guardava fuori dal finestrino, tenendosi il volto con una mano.
Sangio non cantava più le canzoni che partivano dal suo cellulare collegato alla radio dell'automobile.
Come sempre però, sapeva come risollevarle l'umore.
Per lui sarebbe bastato quello. Vederla di nuovo spensierata avrebbe reso lui spensierato.
Mandò un po' avanti le canzoni fino a raggiungere quella desiderata.
Era la sua canzone, Guccy Bag, una mossa un po' egocentrica, ma che per lui aveva un significato.
Prima che Giulia potesse tramutare quella sua faccia interrogativa in domanda, lui prese la parola.
"Ho notato che non abbiamo mai ascoltato insieme questa canzone.
Nemmeno quando l'hanno passata alla radio per la prima volta eravamo insieme, era troppo presto" disse ridendo, coinvolgendo anche lei, "credo sia arrivata l'ora."
E così iniziarono a cantare.
Ovviamente lui le aveva dedicato il "penso che, sei più bella di me" iniziale, e poi si erano scatenati nel ritornello.
Anche per Giulia era speciale quella canzone e lui se lo ricordava, il fatto che già dalla prima volta le fosse entrata in testa.
Poco le importava non fosse per lei, neanche ci pensavano. Era un momento loro.
Fecero ancora un paio di chilometri, quando ad un certo punto Sangio fermò l'auto in un luogo che aveva una vista stupenda.
Era il centro di un qualche paesino e affacciava sul mare.
Dall'altro lato della strada vi erano negozi di qualsiasi tipo, ma una cosa aveva catturato l'attenzione di Giulia, che aveva trascinato il suo ragazzo per la mano.
"Ma ti pare che con tutto quello che c'è in giro hai notato questo? Ma come hai fatto!" Le aveva chiesto lui, stupito come sempre.
"Un po' come ho fatto a notare te con tutti quei ballerini scolpiti ai casting"
lo aveva volto stuzzicare un po' lei, senza fermarsi o guardalo in faccia.
Lui, che fino ad un secondo prima fingeva di farsi trascinare da lei, si era fermato di botta, senza mollarle la mano.
Ovviamente Giulia se lo aspettava e se la rideva sotto i baffi.
"Ah davvero? È così signorina? Bene allora credo di voler tornare a casa da solo." Si era fintamente imposto lui, facendo finta di girare i tacchi e andarsene.
Mente lui faceva il gesto lei gli aveva urlato il più dolce "no, no, nooo" possibile, e aveva cercato di immobilizzarlo nonostante risultasse minuscola in confronto a lui.
"Beh, non ho detto che quello che ho notato non mi sia piaciuto più di quei ballerini fisicati.." disse Giulia, sapendo benissimo che era ciò che il ragazzo voleva sentirsi dire.
Lui non poteva che cedere a quei suoi occhioni dolci e un po' maliziosi allo stesso tempo.
"E va bene, forse posso darti un passaggio fino a casa..."
Disse senza trattenere una risata finale Sangio.
"Gne gne" disse lei mentre si abbracciavano.
"E comunque prima di ritornare in viaggio..."
"Si ho capito" si erano detti ancora ridendo.
Giulia era riuscita a portarlo nel luogo in cui desiderava.
Un luogo che poteva essere definito stupido, forse, ma che diventava speciale solo per la loro presenza.
"Ma cos'è??"
"Dai, possibile che non ti sei fatto mai una foto in una cabina fotografica?solo che ho letto fuori che si può scegliere anche il formato in cui avere le foto, quindi ho pensato di farci scattare qualche polaroid"
"Solo per te, mia lady"
Era una cosa che Sangio prima non avrebbe mai fatto, probabilmente.
Così si erano impegnati a fare le facce più stupide del mondo e prima che Giulia potesse chiedergli quale e se volesse tenere una foto, lui l'aveva anticipata dicendole "tu puoi tenere quelle che vuoi, io voglio questa.", puntando quella che aveva adesso conservata nella sua scatola.
Lei era rimasta contenta, non credeva che lui volesse tenerne una.
"E come mai questa?"
"Perché mi fa ricordare quanto mi fai stare bene, anche soltanto sfiorandomi con il naso."
Si erano scambiati lo sguardo forse più dolce del mondo, e lei era rimasta come sempre senza parole davanti a lui.
L'aveva abbracciato, poi baciato, poi di nuovo abbracciato.
Mentre erano ancora abbracciati, con la testa appoggiata al suo petto, sottovoce, così che quasi nemmeno lui lo sentisse, lei glielo aveva sussurrato.
"Ti amo tanto".
E lui l'aveva stretta più forte che mai.

I Ricordi Che Hai Di Me | SangiuliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora