My lost Lenore

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Premessa
Tanti racconti sono già stati scritti da una mente tormentata e sognatrice, ma se osassi scrivere al posto suo delle righe non provenienti dal suo pennino, spero che stanotte il fantasma di colui che soprannomineremo "uomo immortale" non mi venga a trovare.
Sta piovendo, per cui non c'é niente di meglio che uno splendido e perfetto racconto a lume di candela.

My Lost Lenore
-Invano avevo chiesto il prestito ai miei libri d'una tregua al mio dolore: dolore per la perduta Lenore;
Per l'unica e radiante ragazza che chiaman gli angeli Lenore
Che qui non ha nome, mai più...-
E.A.P.
Così aveva scritto su quel maledetto foglio, con aria addolorata, mentre una lacrima gli rigava il viso e singhiozzava debolmente, non potevo vederlo così, sapevo che la sua sensibilità era tanto grande quanto la sua affettuosità verso le persone alle quali voleva bene; vestiva di nero, abbottonato fino al collo, a molti faceva paura, ad altri suscitava curiosità, ma era un uomo dolce, sognatore e un grande scrittore.
Lo guardavo da dove effettivamente gli angeli mi chiaman ancora con il mio nome, mentre li giù non mi nomina mai nessuno, solo l'innamorato e melanconico Edgar usa chiamarmi nelle sue opere; ultimamente mi ha scritto un racconto e ben due poesie, in quel momento stava iniziando la seconda, si chiamava:-Il Corvo- o almeno questo era il titolo che aveva scritto, stava partecipando ad un concorso, ma non riusciva ad andare avanti, il foglio era bagnato da quell'inchiostro che costituiva poche strofe, e la candela illuminava solo una parte della scrivania in ebano sulla quale era appoggiato un bicchiere mezzo pieno di vino rosso;
Il suo corpo veniva scosso dai singhiozzi del pianto, le mani che tenevano la testa e i gomiti poggiati sul tavolo.
Una volta gli avevo fatto una promessa, lui l'ha giá scritta nel racconto che mi ha dedicato, gli avevo promesso che gli avrei fatto sentire la mia presenza.
Sotto forma di spirito mi avviai verso la sua stanza ma, mi fermai davanti alla sua porta, e bussai...
Potetti udire lo strisciare della sua sedia sul pavimento, poi, aprì la porta...
Aveva un'aria sorpresa, quasi spaventata, ovviamente, non poteva vedermi, però aveva sentito il bussare «Lenore» sussurrò, e un eco mormorò «Lenore».
Aveva capito che ero io, chiuse la porta, forse spaventato lui stesso dalla sua reazione, ma corse alla scrivania, e con fare frettoloso iniziò a scrivere, e vedevo il pennino scorrere dal calamaio al foglio, e scorreva anche sul foglio lasciando versi d'amore e terrore; era magnifica, la finì in una notte, a volte si fermava perché non riusciva a trovare i termini esatti, ma quando i suoi dubbi venivano chiariti ricominciava a scrivere.
La poesia vinse il primo premio al concorso; quest'uomo è riuscito a usare il suo dolore per qualcosa di speciale, rimanendo nella storia, posso dire di essere fiera di lui.
-Lenore

*nota dell'autrice
La poesia "The Raven" il Corvo è veramente stata scritta per un concorso.
Il racconto dove Lenore fa questa promessa a Edgar, è il racconto "Eleonora" e viene classificato fra quelli dell'orrore.
La prima poesia, oltre il Corvo, dove rincontriamo il nome Lenore è totalmente dedicata a lei e s'intitola appunto Lenore.

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