8.Verità

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"Peter, dobbiamo parlare" May entrò in camera mia senza neanche bussare e subito mi preoccupai, perché lei era la prima a precisare l'importanza della privacy.
"Arrivo subito" esclamai impanicato, salvando sul computer un documento al quale stavo aggiungendo frasi su frasi.
Mi affrettai a raggiungere mia madre in sala e, a mia sorpresa, non trovai Ned concentrato su un qualche puzzle, ma, invece, intento a capire cosa passasse nella testa di zia.
"Cosa ci devi dire" sussurrai, prendendo posto sul divano vicino a mio fratello.
"Peter, penso che tu abbia già intuito" alzò lo sguardo e appoggiò, dopo averlo estratto dalla borsa, il telefono sul tavolo.
"Non so di cosa tu stia parlando..." mentii, fingendomi stupito alla vista del dispositivo. La verità era che già avevo intuito ciò che May voleva dirci e, dentro di me, pregavo il Dio che non fosse ciò a cui stavo pensando.
"Allora, promettetemi che non vi arrabbierete e che darete alla persona che sta per entrare nelle vostre vite un'opportunità, ok?" mio fratello ed io ci scambiammo un'occhiata, come se volessimo assicurarci di dare la stessa risposta, per poi annuire all'unisono.
"Ho conosciuto un uomo, Happy, che pensavo di non rincontrare più nella mia vita. Inizialmente ci eravamo incontrati alle Superiori, ma, in seguito al suo trasloco, avevamo perso i contatti e pensavamo di aver separato definitivamente le nostre vite." negli occhi di zia notai un tocco di felicità, che mi portò a non pensare al peggio e ad ascoltare il resto del discorso.
Dopo averci raccontato tutta la storia della loro amicizia, del loro amore e del loro doversi lasciare, pensai che avesse finito, ma sapevo, in fondo, che non poteva essere tutto così semplice. "Abbiamo deciso di sposarci" ed ecco che sentii una fitta al cuore, come se si fosse realizzato un qualcosa che già avevo predetto.

"Vaffanculo..." fu ciò che sussurrai e che, probabilmente, né zia né Ned furono in grado di sentire. Mi alzai di scatto, corsi verso la porta, infilai le scarpe e uscii. Ero in trappola.
Corsi fino a dimenticarmi come si respira, per poi fermarmi in un parco in cui andavo sempre quando l'ex marito di zia la sbatteva fuori casa.
Infilai le mani nelle tasche, come per cercare un qualcosa e trovai un...insetto? "E tu ora cosa dovresti essere?" dissi, estraendo dalla felpa una piccola cimice. La osservai e notai che non era normale, bensì sembrava essere una spia. La buttai a terra e la calpestai: sapevo che chi l'aveva attaccata a me sarebbe accorso preoccupato, a causa di un segnale acustico rilasciato alla rottura di questa.
Mi sedetti su una panchina e accavallai le gambe, nella speranza di non perdere la calma in un giorno del genere. "Cosa potrebbe andare peggio?" sussurrai, prima di appisolarmi su questa.

•Nota autore: scusate se questa parte è piuttosto corta, ma non avevo intenzione di finire il capitolo senza suspense😃

Starker - L'offerta [Tony x Peter]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora