4.Panico

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"May, dove hai messo la mia camicia?" ancora non riuscivo a credere di aver ottenuto un'opportunità del genere; "Dovrebbe essere appesa, non la trovi?" detto ciò, la testa di mia zia testa fece capolino dalla porta e mi scrutò, per poi iniziare a fare osservazioni del tipo: "Hai annodato male la cravatta" oppure "Staresti meglio con la camicia nera".

Alla fine, dopo dieci minuti buoni, riuscii a trovare la camicia nera e a convincere mia zia che non avevo bisogno di tutti quei consigli, che, nonostante tutto, talvolta apprezzavo.

Dopo aver salutato la mia famiglia, iniziai a scendere le scale del palazzo e ad avviarmi verso quello che sarebbe stato il luogo dal quale sarebbe iniziato un nuovo capitolo della mia vita.
Presi un taxi, mi fermai ad un bar per bere un succo e aspettai.
"Come siamo eleganti" una voce mi sorprese alle spalle e mi fece girare di scatto.
"Oh, buongiorno Signor Stark" tentati di fare un sorriso decente e di capire cosa passasse nella testa del mio nuovo capo.
"Ragazzo, in laboratorio potresti sporcarti parecchio; domani vieni con una maglietta alla quale non tieni troppo, ma non rovinata" accennò un sorriso e io, nonostante quel consiglio non fosse stato dato col fine di offendermi, percepii, in quella situazione, una certa tensione, in grado di rendere il tutto molto imbarazzante.
"Va bene signore.." non riuscii a dire altro se non questo.

Non so bene quando e come, ma mi parve, nei momenti che seguirono la nostra conversazione, di essere stato teletrasportato verso il laboratorio.
"Iniziamo con un qualcosa di semplice" mi disse senza alzare lo sguardo da quelli che, a molti, sarebbero parsi degli scarabocchi, ma che, in realtà, erano progetti e appunti che sarebbero potuti valere chissà quanti soldi.
"Dimmi cosa ne pensi" mi passò un foglio e mi fissò a partire dal momento esatto in cui iniziai a studiare ogni singolo millimetro di quella carta. I suoi occhi iniziarono a bruciare sulla mia pelle che, a parer mio, iniziò a scottarsi.
"Scusi, ma qua c'è un errore di calcolo. Non ne sono sicuro, ma vorrei controllare. Può passarmi una matita, per favore?" nel fare tale osservazione, abbassai il foglio che, fino a qualche secondo prima, avevo tenuto ad una distanza minima dai miei occhi e incrociai il suo sguardo che portò ad un brivido nella mia schiena.

"Certo" mi porse gentilmente ciò che gli avevo chiesto e continuò a fissarmi, anche quando mi misi ad utilizzare le dita per contare, come fa un bambino.
"Come pensavo" sussurrai, per poi passare al Signor Stark il foglietto sul quale avevo scritto la correzione, il quale, però, non venne preso nelle mani di colui che mi aveva osservato per tutto il tempo. "Lo so che c'è un errore, l'ho fatto volontariamente" prese il progetto e lo appallottolò per poi tornare a parlarmi, "È una specie di prova che nessuno aveva mai superato" mi sorrise e poi si girò. "JARVIS, abbiamo trovato il ragazzo giusto" alzò le braccia al cielo come quando si venera un Dio e, poi, estrasse una chiave dalla tasca .
"A cosa serve quella?" mi permisi codesta domanda e attesi una sua risposta, che non tardò ad arrivare: "Devo prendere una cosa da uno scaffale con una serratura. Devi essere un tipo curioso".
Le mie guance diventarono due pomodori e, ovviamente, andai nel panico "Scusi, non dovevo chiedere. M-mi dispiace...". Vi furono alcuni secondi di silenzio, lo scattare di una serratura e poi nuovamente silenzio. "Non ho mai detto che la curiosità sia un male" il Signor Stark si girò verso di me e mi porse quelli che, apparentemente, erano i fogli del 'vero' progetto. Prima di prenderli, li studiai, per capire se fossero, invece, un altro test d'ingresso. Una risatina e poi delle parole che mi rassicurarono: "Non mi è mai avanzato del tempo per pensare ad una seconda prova, non temere".
"Però del tempo per masturbarsi l'avrà avuto sicuramente" pensai, per poi sorprendermi dei miei stessi pensieri. "Come mi è venuta in mente una cosa del genere?!" spalancai gli occhi e rimasi incantato a fissare il nulla.

-Breve skip time-

"Considerando che è il tuo primo giorno, direi che te la sei cavata bene" ormai sono le otto di sera e il Signor Stark sta cercando di convincermi a tornare a casa.

"Non sono stanco, per cui posso continuare ancora per un po'" tentai invano di fargli dimenticare tutti gli sbadigli che mi avevano accompagnato durante il lavoro delle ultime due ore, ma fallii miseramente. "Ragazzo, domani mi servi riposato. Apprezzo la tua voglia di aiutarmi, ma non esagerare. Chiamerò qualcuno per farti portare a casa" mi sorrise e poi prese il telefono. In un quarto d'ora neanche ero già a casa, anche se non mi sarebbe dispiaciuto ascoltare la voce del mio capo per qualche ora ancora...i pensieri iniziano a farsi largo nella mia testa e la voglia di mangiare svanì nel nulla.
Non cenai neanche, poiché decisi di andare subito a dormire, nella speranza di placare gli ormoni che, nonostante la mia età, parevano volersi comportare come quelli di un ragazzino.

"Domani è un altro giorno..." sussurrai nella speranza di prender sonno più facilmente.

Starker - L'offerta [Tony x Peter]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora