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Tobe osservò esterrefatto il vassoio posto sulle sue gambe. Davanti a lui aveva quella che poteva essere definita come la classica colazione coreana per antonomasia: riso bianco, zuppa di miso, un piccolo filetto di pesce, kimchi e alcune verdure saltate di contorno.

Il ninja non aveva nemmeno memoria di quando fosse stata l'ultima volta che si era trovato dinanzi ad una colazione così...

Probabilmente quando era ancora un infante, ma non ci avrebbe voluto giurare più di tanto.

- Non sapendo bene cosa avresti potuto gradire ho deciso di andare sul classico per essere sicura - gli rivelò Pucca, grattandosi con fare nervoso una guancia - Se c'è qualcosa che non ti piace, o hai altre preferenze, non farti problemi a dirmelo -

Tobe distolse lo sguardo dal cibo solo per lanciarne uno alla corvina seduta vicino al letto.

Sotto al suo sguardo la ragazza iniziò a sentirsi un pelo nervosa. La stava guardando come una persona avrebbe fatto con un alieno appena sbarcato da Marte.

Non era esattamente il massimo delle occhiate che poteva lanciarle.

La ragazza si stava preparando psicologicamente a sentire l'ennesima lamentela da parte sua - qualcosa che si aspettava suonare come un altro "Non ho bisogno di niente da te, ragazzina" - quando il ninja la sorprese aprendo bocca.

- Non c'era bisogno che facessi tutto questo... -

- Tranquillo - scrollò appena le spalle lei, accennando appena un sorriso - Sono abituata a preparare sempre la colazione per i miei zii la mattina. Cucinare per una testa in più non mi cambia di molto la routine -

- Non intendevo per il cibo - precisò lui.

Pucca sbatté appena gli occhioni scuri, confusa. Le ci vollero un paio di secondi per realizzare a cosa si stesse riferendo, e quando lo fece sospirò leggera.

- Ne abbiamo già parlato, Tobe - iniziò lei - Avrei potuto lasciarti in mezzo al bosco? Certo. Avrei potuto fregarmene e fare finta di niente? Assolutamente. Avrei potuto evitare di prestare soccorso e aiutare un musone antipatico come te? Ovviamente che sì -

All'ultima domanda il ragazzo la guardò male, facendola ridacchiare.

- Però se non lo avessi fatto ti avrei avuto sulla coscienza, e purtroppo i miei zii mi hanno cresciuta troppo bene. È più forte di me. Se una persona ha bisogno di aiuto, non posso far finta di niente -

- Dimentichi che tipo di persona sono io -

Pucca mosse appena una mano come a scacciare via le sue parole.

- Stai sereno che non è così - rispose invece lei - Certo, sei antipatico, musone, con una dubbia morale e una forte tendenza a fare scelte alquanto discutibili... - elencò, usando le dita della mano destra per tenere il conto - Però resti una persona ai miei occhi, e questo tanto basta per smuovere il mio animo da buona cittadina -

- Mi potrei commuovere per tutti questi bei complimenti -

Il sarcasmo nella voce era quasi palpabile tanto era palese.

- Nah, tranquillo non c'è bisogno - rispose lei, con altrettanto sarcasmo, ed alzandosi in piedi dalla sediolina in legno che aveva posto vicino al capezzale - Ora però mangia prima che si raffreddi tutto. Sei denutrito da far paura, e hai bisogno di forze. Prima ti rimetti in sesto e meglio è -

- Già stanca della mia presenza? -

Anche a questo giro era palese il sarcasmo del corvino, e Pucca iniziò a vederlo come un buon segno.

Moonlight || PuccaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora