Capitolo 3 (parte 2)

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Astra correva veloce nel bosco, non sapeva dove stava andando, alla princiessa interessava solo fuggire più lontano possible dal mondo per riflettere un pò. Si fermò in una radura dalla forma circolare perfetta. Caso o significava qualcosa? In quel momento non le importava. Alzò lo sguardo e, per non ferirsi gli occhi con la luce del sole, si mise una mano sul viso. Il pensierò che la angustiava da sempre: poteva essere un pericolo così grande per tutti? Sebbene lei non avesse mai avuto cattive intenzioni e perfino i sacerdoti avevano detto che aveva una anima purissima, sua madre e tutto il mondo aveva paura di lei, del suo potere. Ma forse non aveano ancora capito che lei non aveva intenzione di far male a nessuno,anzi, desiderava intensamente aiutare il prossimo.  Una frase detta da sua madre si fece strada violentemente tra i suoi ricordi:Il pulito sporco è già, e lo sporco si pulirà, troppo bene il male è ed il male ha il bene in sè, vivere morire fa e morir la vita dà. Possibile che lei portava un grande bene dentro ma anche altrettanto male? No, non è possibile...pensava Astra. Si lasciò andare e si sdraiò sull'erba fresca a contemplare il solo che scendeva lentamente e si tuffava nel rande oceano blu, dietro la densa nebbia che proteggeva l'isola. 

Astra si alzò dalla tomba, quei flashback. Ripensandoci. Quel viso. Nico aveva una certa somiglianza con Nicolaos, d'altronde entrambi erano figli di Ade e quindi era ovvio che avessero tratti in comune ma quella luce negli occhi, la sua anima. No, non poteva essere disse fra sé Astra. Una reincarnazione. Era possibile…se avevi condotto una vita all'ombra del bene potevi chiederne un'altra ancora e, se la prossima fosse stata condotta allo stesso modo, cioè facendo del bene, avresti avuto un posto d'onore nei campi elisi. "Perché pensare ad una vita separati" ,gli disse il suo antico ed eterno amore prima di andare via con le ombre della morte ,"Perché pensare a questa vita separata dalla prossima quando l'una nasce dall'altra". Insieme, il nostro amore è eterno come le nostre anime. Il tempo è troppo breve per chi ne ha bisogno, oh, Nico tu sei la sua reincarnazione nevvero? La tua anima. Ecco perché quel legame. Ecco perché…mi sono innamorata di lui dimenticandomi di Nicolaos. Sebbene non siano la stessa persona, infatti caratteri diversi, l'anima è la stessa.  Astra sorrise e gli si illuminò il volto. Ma allora. Nico proverà gli stessi sentimenti? Ma non mi è mai venuto a cercare. Anche se...nessuno sa dove si trovi Atlantide. Oh, miei dei. Mi sono concentrata sul mio dolore senza aprire gli occhi, sono una stupida. La ragazza si alzò e si trasformò. Le spuntarono le maestose ali di pura luce dalla schiena, i capelli si illuminarono, come se fossero anch'essi di luce pura. Decise di creare degli abiti più comodi, dei pantaloncini e un'ampia maglietta monospalla che arrivava appena sopra l'ombelico, infine delle All Star. Con un forte battito di ali, Astra si librò nell'aria. Volo notte  giorno per arrivare al campo Mezzosangue e rivedere Nico. Arrivò alla Casa Grande ed aprì la porta con impeto. Chirone e Dioniso la guardavano con gli occhi sbarrati, Chirone si inchinò:-Mia Signora.

-Chirone la prego si alzi, non c'è bisogno.

-Salve, dea-mocciosa.- salutò gentilmente Dioniso. Dovette ammettere che le erano mancati entrambi

.-Cosa ti porta qui al Campo?- chiese Chirone con un gran sorriso.-Sono venuta qui a trovare i miei amici…-disse Astra arrossendo leggermente

.-Sei arrivata al momento giusto sono tutti a fare gli allenamenti tranne il figlio di Ade, Nico. Sta cercando un libro su Atlantide, siccome nessuno riesce a trovare la vostra ubicazione pensa che lei sia lì. Ciò non è possibile…suvvia… non può risorgere Atlantide…ma la cosa non è del tutto errata perché Nico, come noi, vorrebbe sapere dove è stata tutto questo tempo, perfino gli dei non la trovavano.

-Ehm…ad Atlantide sono riuscita a farla risorgere con i miei poteri. Non posso rivelarvi la sua posizione. Ebbene ora vado arrivederci.

Astra riuscì a dalle grinfie di Chirone e Dioniso. Certamente non avrebbe mai rivelato la posizione del regno perduto agli dei, lei voleva vivere in pace, al di fuori delle loro ridicole discussioni. Finalmente aveva raggiunto l'arena.

-Annabeth, Percy, Leo, Rachel, Piper sono tornata!-Astra!- gridarono tutti in coro -Finalmente! Ci sei mancata un sacco!

-Sono felice di vedervi amici!- disse sorridendo la dea

.-Anche noi…Nico è nella bilbioteca.-aggiunse Piper facendo l'occhiolino. Astra avvampò. Tutti iniziarono a ridere come matti. Astra si unì alle loro risate.

-Sembri un peperone! Ahahah- Leo e il suo senso dell'umorismo.

-Ebbene vi devo lasciare, vado a cercare Nico.-Vai pure Miss Peperone, ma non dimenticarti di noi!

-E come potrei?

-Lo so, siamo troppo splendidi per essere dimenticati- disse Leo.

Ridendo, la ragazza si incamminò verso la biblioteca, una volta giunta all'edificio, si fermò un attimo davanti alla porta con la mano ferma sulla maniglia. Fece un respiro profondo ed entrò dentro. Nico era seduto sul tavolo, i piedi erano appoggiati sulla sedia ed era immerso nella lettura di un libro: "Il mito di Atlantide".

-Quindi era vero ciò che dicevano Chirone e Dioniso.- iniziò Astra.Il figlio di Ade si girò di scatto. I suoi occhi fissavano intensamente il viso di lei.

-Allora, ti sei ricordata di me, stupida

.-Ti ho sempre pensato Nico.

-Anche io. Ti ho cercato ovunque. Nessuno sapeva di te, nessuno sapeva dove eri, nessun messaggio, avviso o segno.

-Ho riportato in vita Atlantide. Sono divenuta regina e ho avuto da fare, inoltre sono riaffiorati dei ricordi del mio passato. Stavo male perché tu non eri lì con me, non…eri lì accanto a me. Non…potevo tornare da te, gli dei ti avrebbero fatto del male perché sapevano che ti avrei rivelato la mia posizione…avevo anche paura che tu non mi volessi più visto che sono un pericolo…ma io ti amo non posso negarlo.- disse Astra con la voce rotta dal pianto, senza pensarci corse da lui, che intanto era sceso dal tavolo, e lo abbracciò. Nico rimase lì per lì stupito, ma poi la strinse forte a se come se non volesse che lei sparisse di nuovo

.-Sei una stupida!-la rimproverò- Io…non ti dimenticherò mai. E' come se le nostre anime fossero legate. Non sei un pericolo, sei la cosa più bella che abbia mai visto. Sei la mia luce che mi guida nel buio, Astra. Ti amo. Da impazzire.-la strinse più forte a sé. Astra appoggiò la sua testa sul petto del figlio di Ade. Delle lacrime di luce le iniziarono a rigare il viso.

-Perché pensare a questa vita separati.- recitò Astra.

- Perché pensare a questa vita separata dalla prossima quando l'una nasce dall'altra…una delle mie poesie preferite.- finì Nico. La dea lo guardò negli occhi scrutando la sua anima e Nico vide quella di lei. Astra provava felicità. Da quanto tempo. Lei abbassò il capo ma Nico le alzò il mento e la baciò. Lei ricambiò il bacio con foga, quel bacio tanto atteso, così bramato e desiderato, era finalmente arrivato. Si baciarono di continuo, perché finalmente erano insieme, il loro amore ha vinto su tutto, sul tempo e perfino sulla morte.

-Nico…-disse lieve come un soffio Astra-…vorresti…

-…si.

Astra sorrise. Nico sarebbe venuta con lei ad Atlantide, avrebbero regnato insieme e lei, con i suoi poteri, gli avrebbe donato l'immortalità. Sentirono un rombo di tuono. Zeus aveva scoperto la sua posizione.

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Angolo Autrice.

L'immagine è relativa al personaggio di Lumil. La madre di Astra.

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