Doctor Who

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Il Dottore tirò verso di sé lo scanner e iniziò a pigiare qualche pulsante. Girò intorno spostandosi dalla parte opposta e continuò ad armeggiare con i controlli; tirò giù qualche altra leva e poi tornò davanti allo scanner. «Bene, adesso aspettiamo che il TARDIS rilevi qualcosa.»
«Qualcosa tipo cosa?» chiese Clara.
«Non so, una nave o qualsiasi altra cosa possa aver provocato le scosse di terremoto. E tu, Sam- chiamò -puoi prendere una maglia dal guardaroba che c'è a bordo. Sali le scale, gira a destra, di nuovo a destra, dritta per circa tre metri poi gira a sinistra e apri la prima porta che ti trovi davanti.»
Sam non se lo fece ripetere due volte e, eccitata all'idea di poter esplorare la nave, si precipitò rapidamente su per le scale. Seguì le istruzioni del Dottore e giunse a destinazione senza troppa difficoltà. Rimase incantata quando si ritrovò davanti l'enorme stanza piena di abiti. Ce n'erano di ogni tipo ed ogni epoca. Dopo circa quindici minuti, tornò da Clara e il Dottore. Dopo aver vagato per un po' tra l'eccentricità di quei vestiti, aveva deciso di optare per una semplice maglia rossa a maniche  corte infilata nei pantaloni. «Dove siamo?» domandò, restituendo il cappotto al Dottore.
L'uomo corse a spalancare le porte del TARDIS. «Ci siamo fermati in ordita intorno alla Terra. Mentre le giriamo intorno lo scanner controllerà tutta l'aria circostante alla ricerca di qualcosa.» Mentre l'uomo tornò al suo posto accanto a Clara, Sam ammutolì per lo spettacolo che vedeva fuori alle porte del TARDIS. Si accostò alla soglia e si appoggiò allo stipite; non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe avuto la possibilità di ammirare il suo pianeta dallo spazio. Era come lo aveva sempre visto in televisione, ma decisamente più estasiante.  La Terra, il suo pianeta e la Luna, sua compagna fedele, che danzavano silenziosi nell'immensità dell'universo. Decise di sedersi lasciando penzolare le gambe nel vuoto e rimase lì ad ammirare quello spettacolo. Quasi non si accorse del Dottore che le si sedette accanto. «Va tutto bene?»
Sam annuì senza guardarlo.
«Sai- continuò lui -potresti sentirti un po' spossata. È stata una giornata alquanto pesante per te. Prima lo squarcio, poi la  Terra che trema, gli angeli piangenti...»
«Non è magnifico, Dottore?»
«Il pianeta, dici? Beh immagino che le prime volte fa sempre un certo effetto.»
«Perché? Ora non ti fa più nessun effetto?»
L'uomo sospirò. «Ho visto così tante cose spettacolari che vedere un pianeta che gira ha perso il suo fascino. È solo un ammasso di rocce.»
«Mi dispiace per te, Dottore.»
Il Dottore posò lo sguardo sulla Terra cercando di ricordare come era stato all'inizio. «Tu cosa vedi?»
«Non si può descrivere la sensazione.»
"Ok, allora dimmi cosa pensi.»
Sam cercò di raccogliere le idee. «Penso che sia stato miracoloso come, tra i tanti pianeti del sistema solare, la Terra sia riuscita a formarsi nel punto più ottimale e con la grandezza e densità giusta per favorire la vita. Sarebbe bastato che uno solo di questi fattori fosse stato diverso che niente di tutto questo sarebbe esistito.»
Il Dottore sorrise. «Ho portato molte persone in molti posti spettacolari. Abbiamo toccato altri pianeti, galassie fino a spingerci alla fine dell'universo... e tu sei qui con lo sguardo estasiato che guardi un pianeta. Il tuo pianta.»
«Credo che se prima non si impara ad apprezzare la vastità del cortile di casa propria, poi diventi più difficile apprezzare ciò che c'è fuori.- ribatté Sam - Questo l'ho imparato da te.»
Il Dottore la guardò in modo interrogativo. «Sembra che tu conosca molte cose sul mio conto, signorina. Come mai?»
«Beh sì, Dottore, nel mio mondo tu non esisti. O almeno non come Dottore.» Sam cercò le parole migliori e delicate per raccontare ciò che il Dottore era nella sua dimensione. «Vedi, nel mio mondo c'è questa serie televisiva, Doctor Who si chiama, incentrata su di te, la tua storia e le tue avventure. Con attori che hanno la tua stessa identica faccia e che interpretano il tuo ruolo. Ecco perché conosco tante cose di te.»
Il Dottore ci ragionò per un attimo, poi disse: «Presumo che, essendo io un evento spazio-temporale estremamente complesso, il non crearmi affatto avrebbe generato squilibri nel tuo mondo. L'universo deve quindi aver fatto arrivare la mia Storia nel tuo mondo come un eco, e presumo abbia creato delle copie umane di me.»
«Ma come me lo spieghi il fatto che, se le nostre realtà viaggiamo sulla stessa linea temporale, le serie tv su di te è molto più avanti rispetto a questa tua attuale linea temporale?»
Il dottore parve confuso.
«Sì insomma Dottore, io so cosa ti aspetta. So dove stai andando e cosa vivrai quando tu qui ancora non hai vissuto nulla di ciò che io già conosco del tuo futuro.»
Il Dottore fece spallucce. «Probabilmente un'eco dal mio futuro?»
Privi di una risposta certa, entrambi decisero di accettare quella come verità. «È seguita da molti questa serie tv su di me?» chiese timidamente il Dottore.
Sam sorrise. «In tutto il mondo, Doc. Inghilterra, America, Australia, Tokyo, Italia... in molti seguono le tue avventure e ti amano da più di cinquant'anni. Qui, nel tuo mondo, quasi nessuno conosce la tua identità o esistenza. Da me sei conosciuto e apprezzato da molta gente.» Sam vide un sorriso compiaciuto fare capolino sulle labbra del suo interlocutore, per poi vederlo rabbuiarsi qualche minuto dopo.
«Tu credi che- iniziò lui -nel tuo mondo, i miei amici, stiano bene?»
Sam intuì che l'uomo facesse riferimento alle molteplici compagne che lo avevano affiancato nei suoi viaggi e che, per un motivo o per un altro, lo avevano lasciato solo. «Non lo so. Ma so che qualunque vita conducano nella mia realtà non sono le stesse persone di cui mi stai chiedendo. I tuoi amici sono diventati le persone che sono grazie a te, nel mio mondo ci sono solo persone con il loro stesso volto ma non con la loro stessa storia.»
Il Dottore annuì, rammaricato. «Come mai ti piace tanto seguire quella serie?»
«Perché rendi l'umanità più umana, nonostante tu sia un alieno. Hai sempre uno sguardo da ragazzino che continua a stupirsi per ogni piccola cosa, ma allo stesso tempo hai uno sguardo vecchio di chi ha visto più di quanto un comune essere vivente dovrebbe vedere. Il tuo continuare ad aprire il tuo cuore nonostante tu abbia amato e perso così tante cose e così tante persone. La tua capacità di trovare straordinarie e bellissime ogni singola forma di vita. Il tuo saper perdonare e la tua compassione... sei l'alieno con più umanità di tutti. Mi piaci, Doc!»
«Beh è normale, sei solo umana dopotutto. Io sono un magnifico Signore del Tempo.»
Sam lo colpì al braccio con un pugno, ridendo con lui.«Ehi, piantala. Ora capisco perché tua moglie ti prende sempre a schiaffi.»
Il Dottore sgranò gli occhi. «Oh cielo, River! Stavolta mi ucciderà»
«Chi è River?» domandò Clara vedendo il Dottore fiondarsi sui comandi della nave.
«River Song è sua moglie- intervenne Sam -e scommetto che lo avrà contattato e lui se ne è scordato, giusto?»
Il Dottore fece un'espressione colpevole.
«Sei sposato?» inorridì Clara.
«Storia lunga.» tagliò corto l'amico. «Ragazze mi spiace ma dobbiamo dividerci. Clara, tu andrai da Jack al Torchwood e mi terrai aggiornato su quello che succede sulla Terra. Sam, tu vieni con me.»
«E chi sarebbe adesso Jack? E perché devo restare proprio io a guardia della Terra?»
«Mi spiace scaricarti così, Clara, ma ho bisogno di un contatto sulla Terra e non mi fido ancora troppo dei metodi del Torchwood. Non posso lasciare lì Samantha, lei è troppo... complicata.»
Il Dottore parcheggiò in prossimità del Torchwood e affidò a Clara un rilevatore di anomalie spazio-temporali. «Se dovesse iniziare a fare ding- le spiegò -chiamami immediatamente. Ora, se vuoi scusarmi, ho un appuntamento con la mia signora.» disse, sistemandosi il cravattino.

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