Entrato nel TARDIS, il Dottore si avventò sulla consolle di comando con eccessivo entusiasmo.
«Ma perché lasciare Clara con Jack, Dottore?- domandò Sam -Non potevi semplicemente dire a lui cosa fare e portare Clara con noi?»
Il Dottore fece una smorfia. «Sì beh, diciamo che la situazione potrebbe diventare troppo rischiosa per un essere umano. Sono troppo... fragili ed effimeri. Preferisco saperla al sicuro sulla Terra.»
«Però porti me, un altro essere umano.» gli fece notare lei.
Il Dottore sollevò per un attimo lo sguardo su di lei, per poi distoglierlo un secondo dopo. «Bene, siamo arrivati. Come sto?»
«Come sempre. Dove siamo con esattezza?»
L'uomo le rivolse un sorriso smagliante e si precipitò verso le porte del TARDIS. Le spalancò aprendo la vista su uno scenario completamente innevato. «Benvenuta, Samantha, nella Ood Sfera.»
Mentre usciva cautamente dal TARDIS, la ragazza aprì la bocca per parlare ma un'altra voce si sovrappose alla sua.
«Fermi dove siete!» Qualcuno alla loro destra gli stava puntando contro un arma. Strano, pensò Sam, gli Ood dovrebbero essere pacifici. Quando i due viaggiatori si voltarono, videro davanti a loro una guardia Sontaran.
«Aspetta un attimo- si accigliò il Dottore -e tu che ci fai in questa parte di universo? Voi Sontaran non sarete venuti a dichiarare guerra al popolo degli Ood, spero.»
I Sontaran erano una razza aliena proveniente da un pianeta chiamato Sontar. Di corporatura tozza e compatta, indossavano pesanti armature in quanto il loro unico scopo era la guerra. La forma della loro testa ricordava spesso a Sam la forma di un uovo. Hanno anche lo stesso colore di un uovo, notò Sam.
La guardia aliena si portò di fronte a loro, tenendo il fucile dritto davanti a sé.
Il Dottore lo affrontò avvicinandosi a lui. «Questo pianeta non ha nulla che possa interessare alle truppe Sontaran, quindi raduna subito la tua gente è anda-...»
«Non sono qui per sottomettere questo pianeta- intervenne la guardia Sontaran -ma per difenderlo.»
«Ma i Sontaran non dovrebbero essere volti alla guerra, Dottore?» sussurrò Sam.
«Sì, è così infatti. Voi Sontaran nascete dalla guerra e per la guerra, non fate mai nulla senza uno scopo militare.»
«Le mie truppe mi hanno lasciato qui. Eravamo impegnati in un'ardua guerra contro i Cyberman in un altro quadrante dell'universo ed io sono stato ferito.» Iniziò a spiegare la guardia. «La Ood sfera è stato il primo pianeta che abbiamo trovato sul nostro cammino e ci siamo fermati qui per riparare i danni della nostra astronave, ma quando è giunto il momento di ripartire le mie truppe mi hanno lasciato qui; gli Ood mi hanno trovato e curato. Sono in debito con loro. Ora state fermi, state per essere uccisi per la gloria dell'impero Sontaran.»
«Ehi no, aspetta un attimo- intervenne Sam -loro ti hanno lasciato qui e tu pensi ancora alla gloria dell'impero Sontaran?»
«Stupido ragazzo umano, ero ferito gravemente. Ero inutile in battaglia. Al loro posto avrei agito nello stesso modo.»
Sam alzò irritata un sopracciglio. «Stammi bene a sentire, testa a patata, io sono una ragazza!»
«Bene, ragazza, stai ferma. Stai per essere uccisa per la gloria dell'impero Sontaran.»
Il Dottore attirò a sé Sam voltando la schiena alla guardia e frapponendosi fra i due. Si sentì uno sparo e qualcosa cadere a terra. I due viaggiatori si voltarono a vedere cosa fosse successo e si stupirono nel vedere la guardia Sontaran riversa a terra nella neve. L'attenzione dei due venne poi catturata da una figura umana stagliata controluce in lontananza. Una donna dai capelli ricci e biondi sfoggiava tra le mani una pistola fumante.
«Ciao dolcezza!» Salutò lei con un sorriso ammiccante.
Il Dottore si sistemò gli abiti e le rivolse un sorriso malizioso. «Ciao cara, scusa per il ritardo.»
Sam vide la donna dai folti capelli avvicinarsi al suo amico per poi colpirlo sul viso con un sonoro schiaffo. «Ma dove diavolo sei stato?- urlò la donna -Ti ho chiamato più di un'ora fa. Se fossi stata in pericolo di vita avrei fatto in tempo a morire!»
«Ma River! Non è stata colpa mia, ma sua.» replicò lui puntando il dito contro Sam.
«Mia?»
«Sì, tua. Quando il tuo squarcio dimensionale ha fatto impazzire la strumentazione del mio TARDIS avevo appena ricevuto il messaggio di River. Ecco, vedi?» l'uomo tirò fuori la sua carta psichica, una sorta di foglio bianco capace di far vedere alla gente quello che si voleva far vedere loro. Di quando in quando era anche il mezzo attraverso il quale il Dottore riceveva richiesta di aiuto o messaggi. Sam buttò l'occhio sul foglio per vedere cosa c'era scritto.
"Raggiungimi alla Ood Sfera
l'anziano vuole parlarti
XXX"
«Il tuo dannato squarcio ha mandato in tilt la mia nave e non sono riuscito a raggiungerla.» concluse il Dottore.
«Non è il mio squarcio, e di sicuro non ho chiesto io di finire qui. Ok?»
«D'accordo voi due, ora basta!» intervenne River, poi si rivolse a Sam: «Tu chi sei? La sua nuova compagna di viaggio?»
«Umpf, ma figuriamoci. Troppo impertinente per i miei gusti.» sbuffò il Dottore.
«E tu decisamente troppo arrogante per i miei» ribatté la ragazza.
River alzò gli occhi al cielo. «Io sono la professoressa River Song.»
«Sì, so chi è lei. La moglie di questo idiota.»
Il Dottore si avvicinò per replicare, ma River lo fulminò con lo sguardo.
«Io sono Samantha Walker, piacere di conoscerla dottoressa Song.»
«Dammi del tu e, ti prego, non fare troppo caso ai modi infantili di mio marito.»
Il Dottore sbuffò di nuovo. «Allora River, perché mi hai cercato?"»
«Te l'ho detto, l'anziano ti cerca. Ha predetto qualcosa.»
«Ci risiamo. Cosa ha predetto, esattamente?»
River alzò le spalle.«Non ha voluto dirmelo. Dovrai scoprirlo di persona!»******
I tre si ritrovarono in una sorta di buia caverna. L'unica fonte di luce in quella stanza era un piccolo falò intorno al quale si potevano notare sette figure umanoidi sedute a gambe incrociate.
Visti di schiena e al buio, potevano essere scambiati per esseri umani. A guardare bene, tuttavia, si poteva notare che la loro testa era più appuntita e con occhi piccoli posti a lati della faccia. A rendere gli Ood davvero particolari, però, erano i numerosi tentacoli che scendevano dalla parte inferiore del volto, laddove si sarebbe dovuta trovare la bocca, e un cervello secondario che fuoriusciva da essi e che gli Ood reggevano tra le mani.
Gli Ood, con la loro tunica blu, si somigliavano un po' tutti o almeno così sembrava a Sam. Uno solo tra loro si differenziava, più anziano e vestito di bianco. Doveva essere stato lui a convocare il Dottore.
«Ben arrivato!» un alto Ood alla loro sinistra li salutò in tono pacato.
«Ciao Ood Sigma, ti trovo bene.» ricambiò il Dottore, con entusiasmo «Mia moglie qui mi ha detto che mi cercavate.»
«Abbiamo cercato e lungo di contattarti, Dottore.- spiegò l'alieno - ma c'era sempre qualcosa che interferiva con la nostra telepatia. Quando credevamo di aventi raggiunto, si è presentata a noi la professoressa Song.»
«Già- spiegò il Dottore - ero in difficoltà in quel momento e il TARDIS deve aver deviato la connessione verso River sapendo che sarebbe riuscita a mettersi in contatto con me.»
«Certo che ci sarei riuscita, dolcezza. Dubbi?» gongolò lei.
«Neanche uno, mia cara.» ribatté il Dottore.
River gli sorrise maliziosamente allungando le mani verso il suo cravattino. «Se farai il bravo, più tardi potrei mostrarti quante cose interessanti si possono fare con il tuo bel cravattino, sai?»
Il Dottore avvampò per l'imbarazzo.
«Capisco che non vi vediate da un po', me è davvero necessario flirtare proprio adesso?» replicò Samantha.
Il Dottore fu il primo a ridestarsi e a porre di nuovo la sua attenzione allo strano alieno. «Quindi, cosa volevate dirmi? Quale profezia avete in serbo per me questa volta?»
«Avvicinati Dottore, l'anziano vuole parlarti.» disse Ood Sigma.
Il Dottore andò a prendere posto accanto al vecchio alieno. «Scusa il ritardo, vecchio Ood, ho fatto prima che ho potuto.»
L'anziano Ood portò lo sguardo sulle due donne che avevano accompagnato il Dottore, poi passò a rivolgersi a lui. «Stanno tornando, Dottore. Gli antichi nemici dei Signori del Tempo sono di nuovo all'opera. Complottano la distruzione dell'intera realtà.»
Quelle parole vennero ascoltate dai presenti nel più solenne silenzio. L'espressione del Dottore si fece perplessa. «Ho molti nemici, anziano Ood, molti antichi nemici. Dovresti essere un po' più specifico.»
«I Dalek.» intervenne Sam, lo sguardo spento e perso nel vuoto.
La ragazza si era improvvisamente irrigidita, con un'espressione di terrore sul volto. Vedendola in quello stato, il Dottore si precipitò da lei. «Sam?- chiamò -Che hai? I tuoi occhi...»
«Un regalo deve essere fatto al Dottore» continuò il vecchio alieno.
River raggiunse Sam, mentre il Dottore tornò a chinarsi di fronte all'Ood. «Un regalo? Cosa mi dovrebbe essere fatto?»
«Morirai, Dottore.»
A quella frase, River impallidì.
«Ci sarà una battaglia che vedrà coinvolti gli antichi nemici dei Signori del Tempo e la nuova famiglia dell'ultimo della sua specie. In questa battaglia, Dottore, tu morirai.»
«Di cosa stai parlando, vecchio?- sibilò River -Lui non può morire. Più di una volta è stata predetta la sua morte, e guardalo...»
Il Dottore sollevò una mano per zittirla. «Il dono che mi deve essere fatto... di che si tratta?»
«Una fanciulla è arrivata. È stato predetto da tempo che una giovane destinata a guarire il Dottore sarebbe arrivata in questa parte di mondo. Una fanciulla delle stelle, l'erede del Signore del Tempo.
La figlia del Dottore, nata nell'epoca in cui il Dottore morì.»
Un sentimento misto a rabbia e paura contrasse il viso dell'uomo.
«Dottore?- chiamò River -Samantha non sta bene. Ha una forte tachicardia e la temperatura si sta alzando pericolosamente. Dobbiamo fare qualcosa o di questo passo la perderemo.»
Con aria infuriata, il Dottore scattò in piedi.
«Vieni, River, torniamo al TARDIS.» L'uomo prese in braccio Sam e si allontanò a passo svelto.

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DOCTOR WHO-L'importanza del Dottore
FanfictionQuesta è la prima parte di una grande avventura in cui una giovane umana si ritrova coinvolta. Tra realtà ed irrealtà, Sam si ritroverà costretta ad accettare che tutto ciò che credeva finzione in realtà esiste davvero... e lei scoprirà presto di no...