Nuove scosse

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Vedeva di nuovo quelle immagini incomprensibili.
Durante la chiacchierata con gli Ood, le mani di Sam avevano improvvisamente preso a formicolare. Il suo cuore si era fermato per qualche secondo per poi prendere a martellare con ritmi assurdi; aveva nuovamente perso la vista come quella volta al parco per cani, vedendo nuovamente quelle stesse immagini davanti agli occhi.
Ora non riusciva a riaprirli. Sentiva che si stava spostando, ma non stava camminando. Qualcuno la teneva in braccio, il Dottore. Percepiva rabbia in lui, eppure la sua presa non era affatto aggressiva. Era forte e protettiva. "Il mio Dottore!" Pensò in modo affettuoso.
«Dottore, cosa intendeva dire quel vecchio quando ha detto che morirai?» Era la voce di River quella che Sam sentì all'improvviso. Il Dottore sembrò ignorarla, mentre continuava a camminare con passo spedito. «Cosa c'entrano i Dalek? Chi è in realtà questa ragazza?»
Il Dottore si voltò di scatto. «Io non lo so!» sibilò a denti stretti.
River, però, conosceva abbastanza bene quell'uomo da sapere che per essere così infuriato aveva in realtà già tutte le risposte. Solo che non gli piacevano.
Il Dottore colpì le porte del TARDIS con un calcio per aprirle, si portò accanto alla console e poggiò delicatamente Sam a terra. Le scostò i capelli dal viso. «Ehi Sam, mi senti? Apri gli occhi per favore...»
River gli si affiancò. «Dottore, chi è Samantha?»
«Io non lo so» sospirò.
«Cosa deve esserti mandato? Di che regalo parlava il vecchio?»
«Non lo so.»
«Cosa c'entrano i Dalek?»
«Non lo so!»
«Dottore...?»
«Ho detto che non lo so, River, perché mi tormenti?»
La donna si inginocchiò accanto a lui e gli asciugò una lacrima. «Perché se davvero non lo sapessi, adesso non staresti piangendo.»
L'uomo alzò lo sguardo, inerme. «È colpa mia, River... lei è...»
La donna lo accarezzò per calmarlo. «Dimmi, Dottore, chi è Sam in realtà?»

******

Bip bip bip bip bip bip
Qualcosa di metallo cadde a terra, seguito da altri oggetti che dagli scaffali furono scaraventati al suolo.
«Clara, attenta!» La donna si sentì afferrare per un braccio e trascinare lontano da un armadio che stava per caderle addosso.
«Oh cielo, grazie mille Jack.»
Quell'immenso trambusto era causato da una ennesima scossa di terremoto. Ormai erano già svariati secondi che la Terra stava tremando. «Che facciamo, Jack?» chiese una donna dai capelli scuri.
«Non lo so Gwen, ci sto pensando.»
«Dobbiamo chiamare il Dottore!» suggerì Clara.
«Già, ma per farlo dovrei arrivare al telefono e se la Terra non smette di ballare la Samba mi riesce un po' difficile muovermi.» urlò lui per sovrastare il boato della scossa.
Clara frugò nelle sue tasche e ne estrasse un cellulare. «Questo può andar bene?»
Il capitano Jack le sorrise annuendo. Afferrò il telefono con la mano libera e digitò il numero del TARDIS.

«...Comandante Jack Harkness, ma che bello sentirti. Come stai?» cinguettò River.
"Diciamo che me la cavo, professoressa Song. Tu? Bella come sempre voglio sperare."
River fu allarmata dal frastuono che sentiva venire dal telefono. «Jack che succede? Sento degli strani rumori.»
"Sì beh, in effetti qui sulla Terra non ce la stiamo passando proprio bene. Se tu e tuo marito poteste fare un salto qui non sarebbe una cattiva idea."
«Dottore?» chiamò River.
Il Dottore si alzò, lasciando Sam che lentamente stava riprendendo conoscenza. Afferrò il telefono e rispose frettolosamente. «Jack, sono io. Che succede?»
"Quell'affare che hai lasciato a me e a Clara sta suonando da mezz'ora, ma nello spazio non c'è niente,  che si fa?"
«Resistete, vado a controllare di persona e Jack... bada a Clara.»
Il Dottore rimise la cornetta a posto e si avvicinò alla console di comando.
«Che facciamo per quanto riguarda Sam? Hai detto che è...» iniziò River, ma il Dottore la zittì poggiandosi un dito sulle labbra.
Sam sembrò aver ripreso completamente conoscenza. Alzò gli occhi verso i suoi due nuovi amici e vide la preoccupazione sui loro volti. «Sto bene...» si affrettò a rassicurali.
River si spostò accanto a lei e le poggiò le dita sul polso. «I battiti sono rallentati, anche se sono ancora troppo veloci per i miei gusti.»
Il Dottore si avvicinò e cominciò ad esaminare con cura Sam. «River!- ordinò -Voglio che riporti la nave in orbita intorno alla Terra.»
La donna annuì e si apprestò ad eseguire le istruzioni.
«Allora- sussurrò il Dottore -ti ricordi cosa è successo?"
«Certo!- confermò Sam -Eravamo dagli Ood e tu stavi parlando con quello vecchio. Ti stava dicendo che qualcuno è tornato e...» cercò di fare mente locale.
«Non ricordi altro?»
«Io credo di essermi persa quando ho sentito quel formicolio alla mano. Come quella volta al parco, quando ho perso la vista e ho iniziato vedere delle immagini senza senso.»
River e il Dottore si scambiarono una fugace occhiata. «Quindi ti era già successo?» domandò la donna.
Sam annuì.
«Ok Samantha- il Dottore si sforzava di mantenere un tono di voce calmo e rassicurante -adesso farò una cosa, ma potrebbe farti un po' male.» Il Dottore poggiò entrambe le mani sul viso di Sam, premendo leggermente con le dita sulle tempie. «Ora entrerò nella tua mente e tu mi mostrerai le immagini che hai visto prima di perdere conoscenza, va bene?»
Di nuovo Sam annuì. «Ma non le ricordo bene, Dottore. Erano troppo veloci.»
«Non è un problema, sono memorizzate nella tua testa. Sei pronta?»
«Pronta!» rispose Sam, anche se non ne era molto convinta.
La pressione delle dita sulle tempie aumentò e lei si ritrovò catapultata in qualche angolo della sua memoria, con i suoi ricordi che si riavvolgevano come il vecchio nastro di una videocassetta.

DOCTOR WHO-L'importanza del Dottore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora