Nuvolette bianche uscivano dalle nostre labbra congelate, mi alzai e la strattonai senza troppi compimenti, si mise in piedi con mi grande sorpresa quasi immediatamente.
Si resse a me fino all'entrata, ormai gran parte degli effetti della droga erano passati, sembrava solo un po' stordita e gli occhi di solito così attenti e vispi sembravano come annebbiati.
Finalmente mi parlò, lo sguardo nonostante fosse molto stanco non indugiava se non sui miei occhi: "Io...sono veramente...mortificata...ecco in quelle condizioni non mi ha mai vista nemmeno mia madre" disse con voce gracchiante, "Sono qua per mio padre, è lui che mi ha trascinata, ci sono cascata di nuovo, ti chiedo scusa" proseguì senza mai smettere di guardarmi, sembra una persona fragilissima, eppure il coraggio la rendeva molto viva e sveglia.
Rimasi in un silenzio imbarazzato, distolsi lo sguardo e tutta l'adrenalina che mi scorreva dentro mentre il salvavo era completamente svanita, e ora le mie guance pallide avevano assunto un meraviglioso color peperone.
"Sono Vittoria comunque" allungo la mano, che mi parve gigantesca mentre stringeva la mia, "Nicole" sussurrai, "Come scusami?" chiese perplessa, "Nicole!" cacciai fuori con po' di grinta, alzò le sopracciglia sorpresa e una risata armoniosa riempì l'aria.
La seguii fino alla porta della sua camera, reparto tossicodipendenza stanza 116, mi prese il mento fra le dita e mi guardò come per leggermi il pensiero, potevo contare le lentiggini sulle sue guance pallide, per una frazione di secondo pensai di vederla posare gli occhi sulle mie labbra, ma fu poco più di un attimo.
Rientrai in camera e trovai la sagoma di mio fratello seduta sul mio letto, chiacchierava allegramente con Jules, Gabriele ha un anno in più di me, il mio fottuto angelo custode.
Mi buttai tra le sue braccia, immediatamente le lacrime bussarono alla porta, sta volta nonostante ci fosse Jules le lasciai scorrere libere, portava il profumo di casa: mele essiccate spezie e pittura.
"Nick, non sono voluti venire, la mamma è in viaggio e papà sta passando un momentaccio" disse con dolcezza, il buchino nel mio petto divenne una voragine e improvvisamente una fame enorme mi strinse la gola e la bocca dello stomaco, "Credono che mi stia divertendo qua dentro? Che cazzo, sono completamente sola e non riescono a ritagliarsi un paio d'ore per la loro figlia problematica?" uscì dalla mia bocca con violenza, tutto il disprezzo trattenuto si diffuse come veleno.
Questo posto mi stava uccidendo, ero diventata incredibilmente suscettibile, sussultavo al minimo tocco o rumore, ogni volta che sensazioni forti entravano in circolo la fame che avevo represso con tanta fatica ritornava rimbombante, stavo diventando una squilibrata.
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invisibile
RomanceChiusa nella mia prigione mentale e in quello schifo di ospedale, nessuno al mio fianco nemmeno nei momenti di crollo peggiori, ho incontrato lei. Volevo essere invisibile, scomparire e smettere di esistere, ma la sua presenza mi ha ridato ciò che...