Capitolo 1: Ricongiungimento

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Nel lontanissimo nord de "L'Abisso" si staglia una nazione chiamata "Dogmatika", una super potenza militare che ha come centro politico la chiesa, e a capo di questa si trova "Maximus Dragma", uno straniero venuto da molto lontano che ha guadagnato la fiducia del popolo che abitava quelle terre.

Sono passati 500 anni dal suo arrivo, ma a quanto pare grazie ai poteri divini del Nexus (una reliquia formata da una strana pietra gialla luminosa intrisa di una straordinaria forza magica/divina) egli é riuscito a rimanere giovane nonostante l'incessabile avanzare del tempo.

Egli, per proteggere il popolo, iniziò a radunare delle persone talentuose e a far crescere un'armata di crociati, non prima di averli fatti consacrare sotto la fede del Dogmatika, la religione omonima alla loro nazione creata dallo stesso Maximus.

Questi avevano e attualmente hanno il compito di eliminare ed estirpare qualsiasi traccia di pericolo oppure una qualunque forma di eresia verso la loro religione.

Ognuno di questi crociati possiede la capacità di compiere miracoli attraverso lo "Stigmata", un simbolo, o un marchio, che i fedeli della Dogmatika ricevevano da Maximus attraverso quella reliquia con cui rimaneva in vita, il cosiddetto Nexus per essere precisi, che donava loro forza sovraumana e la capacità di compiere azioni divine.

Più questi crociati sarebbero stati devoti alla Dogmatika e più i loro poteri sarebbero cresciuti, ovviamente (e sempre) sotto il giudizio di Maximus.

Se all'inizio i crociati erano assoldati e cresciuti direttamente dal vertice dell'ordine, con il passare dei secoli il duro lavoro é stato in gran parte sostituito col nepotismo e solo pochi al momento erano veramente degni di essere chiamati crociati di nome e di fatto.

In particolare, 2 ragazze, una di 26 anni e l'altra di 18, erano considerate le "sante" del loro paese, e nonostante Maximus non le abbia mai prestato particolare attenzione, si sono mostrate sempre all'altezza del loro compito.

Inizieremo la storia nel letto della diciottenne, che si doveva ancora alzare nonostante l'orario.

Il cielo era particolarmente nuvoloso quel giorno a Dogmatika, ma un fascio di luce colpì esattamente la faccia della ragazza passando per quella finestra quadrata del palazzo nella parte più alta della città.

"Mhhhh... non ho proprio voglia oggi di alzarmi... ma aspet-" non riuscì a finire la frase, in quanto scattando inciampò nelle sue stesse lenzuola e cadde di faccia a terra.

Rialzata appena dopo la botta, si guardò allo specchio: alcuni dei lunghi capelli biondi si trovavano davanti ai suoi lucenti occhi azzurri e nella minuta bocca, e soffiandoli via mise in luce la sua pelle chiara e soffice e la sua Stigmata, la rappresentazione della sua fede e del suo potere, una specie di stella color oro formata da 3 linee dorate che si incrociavano fra di loro.

Si sciacquò velocemente la faccia, mangiò un boccone degli avanzi del giorno prima, si cambiò velocemente rimuovendo da indosso quel pigiama oramai a pezzi (che però non cambiava, perché era un regalo dei genitori, andati via ormai da tempo) ed equipaggiando la sua scintillante armatura di finissimo e prezioso metallo.

Fini di aggiustarsi i capelli con un lungo nastro color blu, regalo della sua migliore amica, prese in mano il suo magico martello gigante a 2 mani e uscì di casa, quasi inciampando per la seconda volta.

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