Capitolo VII - Arms Open

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I can't uncry your tears
I can't rewind the time
I can't unsay what's said
In your crazy life
My love, my arms are open
And when you're cursing at the sky
And thinking, "Lord, you must be joking"
My arms are open
And when you're looking in the mirror
Thinking that, "My life is over"
My arms are open
(Arms open - The Script)

Dovevano essere circa le quattro del mattino, e Harry dormiva già da un pezzo, quando il suo cellulare prese a squillare insistentemente. Il ragazzo aprì prima un occhio e poi l'altro, credendo che fosse già mattina; quando si ritrovò nel buio più assoluto capì che era notte fonda, e imprecò sonoramente. Afferrò il telefono, domandandosi chi diavolo potesse mai essere a quell'ora. Guardò lo schermo con gli occhi ridotti a due fessure, accecato dalla sua luminosità: ovviamente, il mittente della telefonata era Megan.

Stava per rifiutare la chiamata e rimettersi a dormire, ma fu investito dal senso di colpa: se lo chiamava a quell'ora della notte doveva essere qualcosa di urgente, no?

Accettò la chiamata, prima che il telefono smettesse di squillare. «Pronto?» fece, con la voce impastata dal sonno; la voce che rispose non era quella cristallina di Megan, ma quella di un uomo, che gli risultò abbastanza familiare: quando la sentì, temette di avere un attacco di tachicardia.

«Pronto» fece la voce, abbastanza allarmata. «Harry, sono Joey del Black Door» aggiunse l'uomo, e Harry capì perché conosceva già quella voce. Ma che diavolo ci faceva Joey con Megan a quell'ora? Lei avrebbe dovuto essere a casa da un bel pezzo, e aveva seri dubbi sul fatto che Joey fosse andato a farle visita.

«Joey, dimmi...» disse Harry, mentre si metteva a sedere sul letto e accendeva la piccola abat-jour sul comodino. Stava cercando di mantenere la calma ma la verità era che si stava allarmando ogni secondo di silenzio in più: l'ultima cosa che voleva era che fosse successo qualcosa di brutto alla sua migliore amica e, soprattutto, non voleva che fosse uno come Joey a dargli la notizia.

«Senti, Megan è completamente ubriaca e non vuole tornare a casa. Io dovrei chiudere il locale...». Dal tono di voce che utilizzò, Joey sembrava piuttosto esasperato. Megan? La sua Megan? Avrebbe voluto dirgli che stava sbagliando persona, ma era piuttosto improbabile: la conosceva alla perfezione, non era proprio possibile che si stesse sbagliando.

«Che ci fa Megan lì, a quest'ora?» domandò, come se il povero barista fosse la balia della ragazza e sapesse cosa combinava durante le sue giornate. Come poteva ben aspettarsi, l'uomo sospirò.

«E che ne so io? Sembra abbastanza disperata, non penso stia bene» commentò Joey, e dall'altro capo del telefono si sentirono degli schiamazzi. Gli sembrò di sentire la voce di Megan che si lamentava di qualcosa urlando, e poi qualcuno, forse qualche altro cliente del locale, dirle di stare zitta.

«Oh, Cristo...dieci minuti e sono lì». Non appena Harry finì la frase, Joey terminò la chiamata. Il riccio lanciò un paio di imprecazioni mentre balzava giù dal letto il più velocemente possibile. Stava cercando di immaginare un motivo valido per cui Megan avrebbe potuto essere al Black Door alle quattro del mattino, sola, ubriaca fradicia e disperata, ma proprio non riusciva a comprendere. Oltretutto, i dottori erano stati molto chiari riguardo l'alcol: gliel'avevano proibito, perché affaticava il cuore, e lei una settimana dopo essere stata dimessa era uscita ad ubriacarsi da sola. Era proprio una testa di cazzo.

Si vestì in fretta, pescando indumenti a caso nel suo armadio, infilò le converse bianche che giacevano fedeli dietro la porta della sua stanza e uscì dal suo appartamento con le chiavi di casa in una mano e quelle dell'auto nell'altra.

Per il tragitto da casa sua al Black Door impiegò tre minuti, quando normalmente ce ne sarebbero voluti nove. Parcheggiò l'auto davanti all'entrata del locale, pur essendo sicuro di star infrangendo almeno un paio di leggi, e si fiondò all'interno di esso, guardandosi poi intorno.

Darkness || Z. M. (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora