Cappuccetto a luci rosse e altre storie (in)sensate e mature [ITA]

Cappuccetto a luci rosse

C'era una volta, tanti ani fa, una ragazza dal nome e carattere a dir poco innocenti.

Si chiamava Cappuccetto, e sin da piccola aveva vissuto con la madre malata, abituandosi così, a obbedirle in tutto e per tutto. Ella infatti l'aveva cresciuta tenendola lontana da ogni oscenità e perversione, vegliando su di lei con rigide regole all'antica.

Un giorno, la donna la chiamò e la incaricò di portare le focacce appena sfornate alla nonna, che a causa dei continui reumatismi si era dovuta trasferire lontana dalla città, nel bosco.

La figlia accettò ma la madre la raccomandò di prendere la strada a destra, e non a sinistra, poiché da quella parte vi era stato aperto un nuovo locale: "donne dai facili costumi e uomini vili e meschini" diceva lei.

"Non ci passare mia dolce e pure Cappuccetto. La tua mente non deve essere macchiata da cose talmente oscene già a questa tenera età. "

La ragazzetta non capì le parole, ma non mancò ad obbedire: prese il tram, scese alla fermata del bosco e al primo incrocio svoltò a destra. Dopo pochi passi si imbatté in un gruppo di ragazzi mezzi sbronzi e mezzi sobri, che quando la videro passare cominciarono a fischiarle. Lei non capiva, e fischiò di risposta, reagendo con caldi sorrisi alle loro provocazioni.

Uno di loro, che si faceva chiamare "il Lupo" tra suoi amici, la invitò a fare un giro con loro nel pub, e prima che lei potesse risponderle, l'avevano già presa sotto braccio e portata nel locale.

Per la non tanto più innocente Cappuccetto fu la serata migliore della sua vita.

Bevve fino a vomitare, si fece cinque ragazzi e si liberò addirittura del cappuccio che la madre le aveva cucito apposta. Quando arrivarono i due addetti all'intrattenimento a posizionare il cubo, quella vi salì assieme ad altre tre o quattro ragazze.

A fine serata si era già dimenticata della nonna, e invece di portare a lei le focacce, decise di donare la sua all'affascinante "Lupo".

La povera nonna, dimenticata e senza focacce, cominciò a drogarsi, e morì di overdose.