CAPITOLO III

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Seconda settimana di scuola vuol dire solo una cosa: elezione dei rappresentanti d'istituto.
Solo i ragazzi del quinto e ultimo anno possono candidarsi e io, Lily Evans, non vedevo l'ora di esporre il mio programma elettorale dalla prima. La lista dei punti che voglio portare avanti durante il mio mandato è pronta da 5 anni: darò solo una breve rilettura, giusto per controllare che sia completa e ben strutturata.
Sono fissata? Sì, probabile, ma mi piace avere potere tra le mani.

Poi so già che insieme a me verrà eletto Remus Lupin, che non si candiderà mai direttamente, ma qualcuno, casualmente, inserirà il suo nome e la sua firma nella magica scatola dei futuri rappresentanti.
Siamo una bella coppia, io e Rem, di amici, ci tengo a sottolinearlo. Non perché sia brutto, assolutamente, anzi il contrario, è affascinante, ha un bel carattere, non è invasivo, fastidioso e rumoroso come i suoi amici. Tutti punti a suo favore. E tra l'altro deve avere davvero una grande pazienza per stare intorno a quei tre squilibrati ogni giorno, di ogni anno, da quando è iniziato il liceo a questa parte.
Però tra me e lui non potrà mai esserci nulla,  sia perché io sono quasi fidanzata con Dean Tumore, altro affascinante ragazzo dell'altra sezione, sia perché non c'è mai stata quel genere di chimica. È un po' come tra me e Potter, non c'è mai stata la chimica e non ci sarà mai. Che Dio mi uccida se succedesse il contrario.

*

Osservo i miei compagni appendere frettolosi al muro i cartelloni-pubblicità per la loro candidatura. Mi fanno quasi paura, hanno negli occhi quella fiamma di chi vuole prevalere sugli altri a tutti i costi, anche stracciando i poster l'uno dell'altro.
Sono tutti impazziti, dico davvero, potrebbe scoppiare una lita da un momento all'altro, il clima che si respira non è proprio dei più pacifici, si guardano tutti di sottecchi, e tutto per un briciolo di potere. Manco si diventasse presidente del mondo, voglio dire.

«Allora Rem» mi sorprende una voce alle mie spalle «tu non ti candidi?»
Si tratta di Lily, che solitamente ha negli occhi un raggio dolce, ma che oggi sembra posseduta da chissà quale spirito malvagio.
Davvero, non sto scherzando, i suoi occhi verdi sono iniettati di sangue, è mai possibile?
«Lily, tutto a posto?» domando visibilmente preoccupato.
Non è normale che una ragazza intelligente e matura come lei si faccia prendere in questo modo da delle stupidissime elezioni.
«Veniamo subito al dunque, Lupin, non cincischiare, non ne abbiamo tempo»
Ok. Mi fa paura.
Mi afferra per il braccio e mi porta verso un angolo più appartato, a detta sua, tra l'ultima fila di armadietti rossi come le pupille di Lily, che nel frattempo si sgranano sempre più.
Ok. Ora mi fa veramente paura.
«Allora il piano è semplice, tu, io, rappresentanti d'istituto, la vittoria è sicura, voglio dire nessuno è ai nostri livelli e, va bene che il QI medio di questa scuola non sia dei più alti, ma dubito che qualcuno voglia al trono gentaglia come Bellatrix Black o Lucius Malfoy, dovranno pur avere del sale in quelle zucche semivuote!»
«Poi non ti preoccupare per il programma, ho già tutto stilato, mi serve solo un po' di pubblicità ma quella credo che si possa recuperare senza nessun problema, con gli amici che ti ritrovi, non ci vuole molto a conquistare il mondo»
«Ehm Lily, lascia che ti fermi giusto per un attimo»
Mi guarda come se fossi un alieno. Cerco di non fissarla perché temo seriamente per la mia incolumità per quello che sto per dire, soprattutto dopo aver appurato che è assatanata. Chissà quale demonio ha rapito la sua anima pura per sostituirla con quella di una psicopatica maniaca del controllo.
«Se devo essere sincero, ecco» deglutisco «non ho ancora iniziato a pensare alla mia candidatu-»
«Tranquillo Lupin, ci sono io, posso ancora recuperare quel che è perso basta essere organizzati, potremmo trovarci oggi per-»
«No, no Lily, ti voglio bene, lo sai, e tu ne vuoi a me, ricordatelo» la fermo prima che sia troppo tardi «ma la verità è che non muoio esattamente dalla voglia di essere rappresentante d'istituto»
«Vabbè non c'è mica bisogno di morire dalla voglia, basta che firmi questo modulo e siamo a posto»
«Lily, non mi va di candidarmi»
«Aspetta che cerco la penna, solo un secondo»
«Lily, non mi stai ascoltando, non è che non muoia dalla voglia, è che proprio non voglio»
Ecco. Ecco quello sguardo. Quello di cui James ha tanto paura o che forse lo diverte soltanto. Già i suoi occhi erano sbarrati, ora sembrano davvero uscire dalle orbite. Che Dio mi aiuti.

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