La Settima Fritzenwalden

Malessere

- Buongiorno, sono il dottor Juan Morales. Mi scuso se vi disturbo, ma mi è capitato di osservare il comportamento insolito della vostra piccolina. - disse l'uomo che si era avvicinato alla famigliola.

- Si, purtroppo non si sente molto bene. Credo le passerà tutto non appena arrivati a casa, dopo aver riposato un po'. - rispose la donna.

- Se posso permettermi, io non credo basti solo quello. - spiegò il dottore

E così dopo avergli chiesto di poterla visitare disse loro che secondo il suo parere la bambina aveva un trauma cranico e consigliò loro di portarla in ospedale non appena fossero atterrati per fare degli esami specifici ed avere una cura adeguata.

Lì per lì la donna ringraziò il dottore e non appena lui si fu allontanato, i tre iniziarono a confabulare tra loro. Le cose si stavano complicando. Portare la piccola in ospedale significava andare incontro a spese e rischi poiché avrebbero dovuto dichiarare ancora il falso dicendo che era loro figlia.
Una cosa era farlo a voce, un'altra doverlo scrivere su dei documenti che sarebbero rimasti.
I tre volevano guadagnare portando la bambina con loro per sfrittarne le potenzialità e non essere costretti a  sperperare le poche ricchezze che avevano.

Già solo il viaggio fino in Germania gli era costato molto, soprattutto perché erano partiti in tre.

Dopo averci ragionato su i tre decisero comunque di fare come gli era stato consigliato, sperando poi di poter recuperare in fretta tutto ciò che avevano speso

In ospedale alla fine era stato confermato  ciò che il dottore Morales aveva detto. Fortunatamente si trattava di trauma cranico lieve per cui le vennero dati dei farmaci tra cui antidolorifici da dare alla necessità e poi tanto tanto riposo.

Due settimane dopo la bambina stava decisamente meglio e sembrava essere tornato tutto alla normalità.

Se non fosse che il trauma dell'incidente le aveva causato uno shock così forte che aveva determinato un'amnesia.
Approfittando di ciò i rapitori avevano costruito per lei dei ricordi falsi.