Informare non è facile

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Era primo pomeriggio quando Federico lo seppe. Era in cucina, aveva deciso di fare una pausa dallo studio ed era sceso a chiedere ad Antonio se potesse preparargli il suo famoso ciambellone per merenda.
Anche Greta era lì, stava organizzando il tutto per i più piccoli di casa.

Inaspettatamente suonò il telefono.
Sarebbe dovuta essere Greta a rispondere, ma in quel momento stava sistemando alcune cose ed aveva le mani impegnate.

- Chi è che telefona a questa ora?- si chiese la governante

- Non preoccuparti rispondo io. - le disse  allora Federico.

- Grazie piccioncino mio - disse lei

- Sì pronto? - rispose Federico.

- Parlo con la famiglia Fritzenwalden? - chiese una voce sconosciuta al telefono

- Si, mi dica - disse il ragazzo

- Devo comunicarle una notizia molto triste purtroppo. C'è stato un incidente, l'elicottero del signor Fritzenwalden è caduto. Non si è salvato nessuno purtroppo. - disse la voce

Le lacrime iniziarono a scendere copiose e silenziose sul viso di Federico. Antonio e Greta lo guardavano ansiosi di sapere cosa stesse succedendo.

Il ragazzo non ebbe la forza di rispondere a colui che lo aveva chiamato. Chiuse immediatamente il telefono e cadendo in ginocchio si lasciò andare singhiozzando disperatamente.

- Che succede piccioncino mio perché piangi? - chiese Greta.

- C'è stato un incidente... Mamma.... Papà.... Sol.... Sono morti ...-  rispose lui singhiozzando

- Ehhhhhh! - esclamò Greta -

- Cosa stai dicendo non è possibile. - disse il cuoco.

- È così purtroppo..... - rispose Federico tra un singhiozzo e l'altro

Poco dopo giunse anche a casa un amico di famiglia. L'uomo voleva dare la notizia di persona, ma qualcuno lo aveva preceduto facendolo telefonicamente.

L'uomo, dopo aver criticato aspramente il metodo usato dall'altra persona per comunicare l'avvenimento si limitò a consolare Federico e fungere da supporto per tutti i presenti

Una volta ripresosi un po' dallo shock il ragazzo iniziò a radunare i fratelli.
Innanzitutto prese il telefono e chiamò Franco sul numero del suo allenatore.

- Franco dobbiamo tornare a casa - gli disse poi l'uomo

- Ma perché? Sto vincendo. - rispose Franco.

- Ho detto che dobbiamo andare - così lo portò via costringendolo a ritirarsi dal torneo con il ragazzino che non faceva altro che sbuffare.
Dopo pochi minuti erano già in macchina  e partirono per rientrare a casa.

Intanto Federico era salito al piano di sopra e stava facendo il giro delle camere dei fratelli per chiamarli.

- Nicolas posso entrare? - disse bussando.

- Si Fede - rispose il ragazzino che era chino sulla scrivania a fare i suoi compiti di quinta elementare.

- Ascolta ho bisogno di parlarvi. Ci vediamo tra mezz'ora nello studio.

- È successo qualcosa? - chiese Nico

- Ne parliamo dopo. - disse il ragazzo uscendo dalla stanza lasciando il fratello con il dubbio.

Così poi si diresse in camera di Maya e di Martin per avvertirli del loro successivo incontro. I due stavano giocando, lei con le bambole, lui con le macchinine e gli elicotteri.

L'unico che si sarebbe potuto risparmiare di ricevere quella notizia era  il piccolo Thomas. In quel momento stava dormendo. Era così piccolo. A lui l'avrebbe detto dopo. Doveva trovare il modo corretto per dirglielo. Era troppo piccolo. Forse crescendo non si sarebbe nemmeno ricordato di come erano i suoi genitori. Che tristezza...

Esattamente mezz'ora dopo non appena arrivato Franco i fratelli si radunarono nello studio del padre e Federico era di fronte a loro poggiato con la schiena al bordo della scrivania ed al suo fianco vi erano Greta e Antonio.

Fu allora che la terribile notizia venne data loro.

Ognuno dei fratelli reagì in modo diverso.

Franco e Nicolas credevano che fosse uno scherzo, Martin ebbe un attacco d'asma e subito Greta dovette recuperare il suo inalatore, Maya si chiuse ancora di più in sé stessa e non profferì una parola scoppiando a piangere solamente quando fu sola in camera.

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