Salvataggio?

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Matías stava andando a casa di Federico per portargli dei documenti. Era in ritardo, doveva fare firmare alcuni fogli al suo migliore amico, doveva discutere con lui su alcune questioni burocratiche riguardanti l'azienda.

Una volta terminato da lui poi doveva brigare qualche altra commissione prima di poter finalmente tornare a casa.

Quella che lo aspettava era una giornata abbastanza caotica.

Mentre guidava abbassò gli occhi per qualche istante premendo il tasto del microfono sul suo telefono che aveva attaccato al cruscotto con la calamita.

- Chiama Federico, inserisci vivavoce! - disse attendendo che la chiamata fosse inoltrata.

- Matías - rispose il giovane all'altro capo del telefono dopo qualche squillo.

- Sei a casa? - chiese

- Si, sono qui. - rispose

- Sto passando da te per delle firme - gli spiegò l'avvocato.

- Ok, ti aspetto così ci prendiamo un caffè insieme. - disse l'altro

- Un caffè? Ma che caffè Fede, è mezzogiorno e poi non posso fermarmi molto, devo sbrigare ancora tante altre cose.. - spiegò l'avvocato al suo amico -  Ma che... No.. Maledizione! -

Il giovane non finì la frase, qualcosa di inaspettato lo colse alla sprovvista.

Non disse più nulla, mise il piede sul freno ed inchiodò la macchina che si fermò di colpo facendolo andare in avanti colpendo lo sterzo con lo sterno.

- Matías, che succede? Pronto? Ci sei ancora? Matías - chiede spaventato Federico che aveva sentito lo stridio dei freni dell'auto dell'amico dall'altro capo del telefono.

- Si, sto... sto bene...- rispose mentre una smorfia di dolore si stampava sul suo viso. - C'è una bambina.. devo aiutarla... Ci vediamo lì. -

Detto ciò l'avvocato chiuse la chiamata senza permettere all'altro di fare ulteriori domande.

Senza perdere tempo scese quindi dall'auto e si avvicinò alla piccola che era stesa sull'asfalto. I suoi occhi erano chiusi e non dava segno di vita.

Era così magra e scarna eppure così bella.

Matías ipotizzò inizialmente di averla colpita, ma la sua auto era un po' più distante da dove si trovavano e non aveva sentito nessun colpo.  La piccola aprì gli occhi guardandolo per pochi istanti prima di svenire di nuovo.

Dopo aver verificato che non avesse ferite gravi il giovane la prese tra le braccia e l'adagiò sul sedile. Fatto ciò rapidamente tornò alla guida e dopo averle allacciato la cintura, e fatto lo stesso con sé stesso, partì e si diresse verso casa Fritzenwalden.

Non si sa il perché ma non gli venne in mente di andare in ospedale, era come se pensasse che il suo amico avrebbe potuto aiutarla.

Mentre guidava la osservava di tanto in tanto. La babina era così bianca, pallida in viso, magra da sembrare quasi denutrita eppure aveva un non so che di familiare, anche se non riusciva a capire di cosa si trattasse.

Giunto davanti alla villa Matías scese immediatamente dall'auto e dopo aver preso la bimba in braccio entrò dal cancello andando verso la porta d'ingresso.

Federico era nel suo studio, era preoccupato e non faceva altro che camminare avanti e indietro davanti alla sua scrivania.

La telefonata che aveva avuto con il suo amico Matías si era conclusa in modo strano e lui aveva paura che gli fosse successo qualcosa.

Quando senti suonare il campanello uscì di corsa dalla sua stanza dirigendosi verso la porta.

- Apro io Greta, è Matías! - disse alla governate fermandola visto che anche lei si stava dirigendo verso l'ingresso.

- Si er Federica - disse lei tornando indietro.

Una volta aperto, visto il suo amico con una bimba in braccio, lo fece entrare facendolo andare nel suo studio.

- Mi dispiace Federico...  Io non... Non sapevo dove portarla.... È svenuta davanti alla mia auto mentre stavamo parlando al telefono. - disse il giovane avvocato con un cipiglio di preoccupazione mentre la adagiava sul divano - Non potevo abbandonarla lì!

- Stai tranquillo! - e così dicendo dopo averlo fatto sedere uscì dalla stanza per prendere dell'acqua al suo amico che sembrava averne bisogno e per chiamare un medico per quella povera bimba che aveva necessità di essere aiutata.



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