Capitolo 7 Una spazzola per due

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«La colazione è servita, signori» Erika aveva bussato alla porta della dependance per avvisare i ritardatari e si era rivolta loro in tono ironico.

«Buongiorno, signorina Tyler. Grazie per l'informazione, mia cara. E fin quando possiamo consumarla?» Loki comparve sulla porta coi calzoni di pelle e la camicia aperta. Si era appena svegliato di malumore; proprio lui che era un dormiglione, si era destato col solletico scherzoso del cugino sulla pianta dei piedi. Gli passò subito alla vista della ragazza, ma non del suo pappagallo, che gli volò incontro per beccarlo in mezzo al torace glabro. Dovette scansarlo con una gomitata, cercando di non fargli male «Bellatrix, ce l'hai con me?». Il volatile lo tormentava, dal primo momento di conoscenza, lo vedeva come una minaccia nei confronti della giovane proprietaria.

«Non siamo in un albergo, è una casa» la piccola Tyler si girò di spalle «Copriti, sei mezzo nudo. E finiscila di provocarmi». Dalla sera precedente Laufeyson non aveva smesso un secondo di starle addosso. Aveva insistito per sedersi accanto a lei, l'aveva tallonata come un'ombra e aiutata a servire a tavola i commensali, aveva lodato le pietanze a ogni boccone, mangiando persino le briciole e litigandosi l'ultimo piatto di spezzatino col biondo cugino.

Lì Loki aveva dato il meglio di sé con la pretesa di una sfida a colpi di pistola, pensando di eccellere. Aveva costretto i commensali a uscire in giardino e Phil aveva dovuto appendere sul ramo di una buganvillea una vecchia tazza scheggiata che fungesse da bersaglio. A diversi metri di distanza Thor aveva mirato per primo e con serenità, centrando la stoviglia dalla parte esterna. Il resto, rimasto legato per il manico, era stato mancato dal pistolero moro il cui colpo era finito nella siepe limitrofa, provocandogli una smorfia sul viso già tirato, con molte risate degli amici.

Erika aveva avuto la sensazione che avesse sbagliato perché distratto dalla sua presenza: prima di premere il grilletto, infatti, gli occhi smeraldini si erano spostati su di lei e le aveva ammiccato.

«Ora veniamo. Bucky e Steve ci raggiungeranno, sono andati a casa dei Coulson perché Maria prendesse loro le misure per le modifiche alle divise» Thor spalancò la porta «Lo scusi, signorina Tyler, può voltarsi, ora mio cugino è presentabile».

«Me lo risparmio, grazie, Thor, anche perché Loki non è tanto attraente come crede, è solo un pallone gonfiato. Vi aspetto in cucina. Datti una mossa, esibizionista» la giovane, sdegnata più del dovuto, sbuffò, scappando via.

Intanto che si riposava sulla scapola di quest'ultima, il pappagallo, strepitò imitandone la voce «Esibizionista, esibizionista, esibizionista».

«Cugino, non siamo venuti a cercare moglie o avventure, ma per un lavoro serio e impegnativo; possiamo lasciare le sceneggiate fuori dal cancello del ranch?» per Loki sembrava tutto un gioco, ma stavolta aveva un curioso luccichio negli occhi. Thor lo dissuase dal proseguire lo sterile corteggiamento. 

«E lo porteremo a termine, senza un minimo di compagnia se tu e gli altri non la smetterete di comportarvi da orsi. Non sono l'unico a voler socializzare. Clint ha una predilezione per chi sai tu e il prete non dorme mai; guarda, si è lambiccato il cervello e farà un figurone, avremmo dovuto pensarci noi. Il prete, cugino!».

Bruce si era svegliato assai prima dell'alba per passeggiare nei campi ed era tornato con tre mazzi di fiori, due più piccolini e uno più grande. Loki lo vide consegnare il primo alla signora Coulson e indirizzarsi verso Erika, ancora non rientrata in casa. Sotto il portico, le porse, infatti, l'altro piccolo, strappandole un sorriso.

«Il mazzo enorme non è per te, Buck, non illuderti» Rogers commentò, passando con Barnes davanti ai cugini.

«No, Steve, proprio no. Invidio lo spirito di Bruce, positivo nonostante le batoste, è segno che la sua fiducia nel genere umano è rimasta intatta checché lui ne dica, posto che ovviamente è facile invaghirsi della nostra gentile padrona di casa» James seguì Banner, con lo sguardo.  

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