Capitolo 17 Il Falco pellegrino

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«Sarai tu il nuovo sceriffo di Rose Creek, da ora in avanti» Fury promosse Tony di grado, davanti alla bara di Clint, pensando che il capitano Rogers potesse fargli da secondo, ma Stark fu categorico, col filo di voce che gli era rimasto in gola, dopo aver cantato il giorno precedente davanti al corpo dell'amico «Non ci sarà mai un altro sceriffo finché la protezione della città sarà affidata a noi mercenari. Sono certo di parlare per tutti» oppose un netto rifiuto che Nick comprese.

Distrutto per la scomparsa dell'amico, Tony aveva trascorso la notte a fianco della bara aperta, col sigaro spento in una mano e l'altra fra quelle di sua mamma e di Natasha, che si erano alternate per un conforto. Presenti al ranch Tyler, avevano aiutato nell'organizzazione del funerale e a ricevere i coloni passati per dare a Barton un ultimo saluto.

Come richiesto da Rafflesia, Stark aveva predisposto un carro su cui il compagno era stato adagiato dagli amici per essere condotto al ranch, dove lei stessa aveva provveduto a lavarlo con la collaborazione di Strange.

Il medico, infatti, si era premurato di curare prima la ferita di Loki, estraendo il proiettile dal braccio e sistemando la frattura al setto nasale; successivamente, aveva ricucito le lesioni visibili sul torace del Falco, nella stanza della bruna.

Rafflesia aveva scelto per lo sceriffo Barton l'abito elegante che l'uomo aveva comprato all'emporio Maximoff per il ballo d'autunno dove avevano danzato assieme. Lo aveva vestito, anche del cinturone con le sue pistole e le fondine con l'effige del rapace di cui portava il nome di battaglia. L'aveva pettinato, terminando con un bacio sulle labbra fredde. Aveva mantenuto la calma in ogni azione, svolta con pochi gesti rallentati, per poi chiamare Thor e Steve, che avevano portato il corpo di Clint in braccio fino al centro del salone, dove l'aspettava una bara di faggio chiaro retta da due cavalletti di legno. Macchie violette la coloravano: era stata riempita di rami di glicine!

«Che bel pensiero» aveva sussurrato, colpita.

«Li abbiamo raccolti nel giardino della casa di Everett Ross. Mi sono ricordata che ne avesse un cespuglio e... perché Clint mi disse che tu sei... eri il suo mondo di glicine» Romanoff aveva ricacciato indietro le lacrime, riconoscendosi legata all'amica da un destino analogo. Aveva perso il marito Sam la prima notte di nozze, Rafflesia il Falco dopo pochi momenti d'amore e si erano ritrovate assieme, sedute per un giorno intero accanto alla bara di Barton.

«Ho portato questo» proprio Natasha, nel corso del pomeriggio seguente, intuito che il loro tempo con Clint fosse finito, ripose un sacchettino di velluto blu nella tasca della giacca maschile «Sono le monete per il traghettatore degli Inferi. Non credo che né avrai bisogno ma meglio essere preparati. Scusa ancora, Clint, per quando ti ho dato del maiale» asciugò le lacrime col dorso della mano, lasciando il posto a Tony.

Il baro pose un mazzo di carte da poker nell'altra tasca «Clint, amico, è il mio mazzo preferito. Aspettami per un pokerino: sono le carte buone, quelle segnate, non perderai una mano».

«Ho una cosa anch'io. Non sono avvelenati» Erika depose fra le gambe un tovagliolo bianco contenente i suoi famigerati biscotti alle mandorle.

Bruce, un papavero rosso nel taschino, sciolse velocemente dal polso il nastrino verde di Katie, legandolo a un'asola della giacca di Barton «Non sarà il tuo colore preferito, ma è un pezzetto di me, ti farà compagnia». Non gli sarebbe più servito alcun nastro per ricordare l'evento catastrofico di cui era stato spettatore e protagonista e forse non sarebbe stato il dolore più grande della sua vita. Doveva andare avanti e lo avrebbe fatto.

«Possiamo chiudere, Rafflesia? E' arrivato il momento di lasciarlo andare» Nicholas Joseph Fury, padre putativo e mentore della ragazza dai lunghi capelli neri e una striscia di seta viola nei capelli, diventata una donna di incredibile tempra, provò a domandarglielo, con tatto.

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