Il sole sorse illuminando man mano il cerchio di pietre dentro al quale aveva dormito Lilian. Il solo cappotto a coprirla contro le intemperie della notte, nessun incantesimo a proteggerla, la magia che risiedeva in quel posto avrebbe sempre fatto da scudo a una strega. L'anima di Jack si aggirava inquieta al di fuori delle pietre, non poteva entrare all'interno del cerchio, solo i viventi o gli evocati avevano il permesso di varcare le barriere magiche che proteggevano quel posto.
- Buongiorno Lilian! – disse Jack contento vedendo che la sua unica possibilità di redenzione si era svegliata.
- 'Giorno Jack! – rispose l'altra sbadigliando. Si tirò in piedi e lasciò che i raggi di sole le scaldassero la pelle chiara e giocassero con i riflessi azzurrini dei suoi capelli scuri. Inspirò profondamente e poi si rimise il cappotto che le era caduto quando si era alzata in piedi.
Senza aspettare oltre, Lilian uscì dal cerchio e recuperò altra legna da ardere. La gettò tra le braci quasi ormai spente e con pazienza ravvivò il fuoco.
- Sono un essere umano, Jack. Avrò bisogno di cibo. – ricordò la strega al fantasma.
- Come se non lo sapessi Lilian. Ma non sono in grado di far apparire del cibo davanti a te! – rispose confermando l'ovvio Jack.
- No, però puoi dirmi dove trovare il coniglio più vicino. Almeno andrei a colpo sicuro. Collabori poco. – continuò lei prendendolo in giro.
Anche se non lo poteva vedere, Lilian era certa che lui avesse alzato gli occhi al cielo, probabilmente pentendosi di aver stretto un patto con una strega pazza come lei.
Lilian lanciò un'occhiata oltre le spalle e vide che Jack non c'era più, forse il suo pungolarlo l'aveva fatto muovere.
- Ci sono due conigli e una lepre. Tre iarde dentro il bosco sulla destra. – le disse Jack dopo una mezz'ora.
- Grazie Jack. Alla fin fine non sei del tutto inutile. – esclamò la ragazza, superandolo e correndo verso l'interno del bosco.
- Dannata strega. – sospirò il fantasma sedendosi sul prato.
Non sentiva niente quando c'era il giorno. L'erba aveva un aspetto ancora verdeggiante, doveva essere morbida sotto il palmo della mano. Jack vi passò la mano sopra, ma non percepì nulla. Il sole indorava il paesaggio, ma lui non riusciva a sentirne il calore. Era una vita grigia e sola. Invisibile a tutti, eccetto a chi avesse poteri magici. Solo la notte, quando il suo corpo prendeva la forma dannata riusciva a toccare, provare. Specie adesso che giungeva l'ultima notte di ottobre, assumeva una forma quasi corporea. Fu invaso dai ricordi della notte precedente quando aveva stretto il primo patto con Lilian, quando lo avevano suggellato con un bacio. Quella donna aveva delle labbra così morbide e splendide. Avrebbe potuto amarla, si sarebbe permesso di amare di nuovo una donna dopo secoli. Le altre streghe che avevano cercato di aiutarlo, in un certo senso, lui, le aveva amate. Aveva amato il loro coraggio, ma nessuna aveva l'audacia di quella ragazza che adesso stava cacciando delle lepri. Aveva provato qualcosa quando le aveva strappato il bacio, una sensazione che non aveva più provato dalla morte di Finnula.
- Bene! Ora ho cibo sufficiente fino a quando questa storia non sarà finita! – esclamò la ragazza tornando vittoriosa con le prede in una mano. Quest'ultima sollevata in aria sbandierando il bottino.
Jack scosse il capo divertito osservandola entrare nel cerchio di pietre, dove sarebbe stata al sicuro da tutto e tutti.
- Sai vero che Lui sa che siamo insieme? – gli chiese Lilian sempre dandogli la schiena. Si era messa a scuoiare uno dei conigli per poterlo cuocere.
- Lo so. Sono poche le cose che scappano a quell'essere abominevole.
Lilian ridacchiò mentre con l'aiuto della magia preparava la carcassa dell'animale per poterla mettere a rosolare sul fuoco.
- Fossi in te non gli parlerei con quel tono. Abbiamo bisogno che accetti le nostre richieste senza ucciderci. Io voglio vivere Jack. Voglio vedere mio nipote correre e saltare, curare le sue prime pene d'amore, fare la zia insomma!
Lilian si voltò a vedere Jack seduto sull'erba.
Aveva provato qualcosa di strano quando si erano baciati. Aveva percepito quanto pericoloso fosse stargli vicino, ma non perché fosse un essere malvagio. Rappresentava un pericolo per la sua povera anima solitaria. Aveva avuto il gusto di casa. Ci si poteva innamorare con un semplice bacio? Si poteva provare qualcosa per qualcuno che era un tuo nemico giurato? E se scoprivi poi che non era un tuo nemico? Che la verità era stata distorta per farlo passare come il cattivo?
- C'è qualcosa che non va, Lilian?
- No, perché? – chiese la ragazza abbassando lo sguardo e tornando a concentrarsi sul coniglio.
- Perché sei diventata tutta rossa. Dimmi, donna, quali erano i tuoi pensieri?
I suoi pensieri, meglio che Lilian se li tenesse per sé. Jack aveva già la sua fiducia, non era il caso di capitolare e cedergli anche il cuore. Non ora che dovevano trovare una strategia per far fronte a Lucifero.
- Nessun pensiero. Tu piuttosto, non farti idee strane. – rimbrottò Lilian.
Jack la guardò con i suoi occhi penetranti, per poi lasciar vagare lo sguardo sul territorio circostante.
- Cosa farai una volta libero? – domandò tutt'a un tratto Lilian.
Jack si voltò e la trovò intenta a girare lo spiedo sul quale aveva legato con dello spago il coniglio. Jack si trovò a pensare da dove sbucasse quello spago.
Il sole le baciava il viso, sembrava un angelo sceso in terra, uno di quelli buoni.
- Sinceramente, Lilian, non lo so. Voglio solo riparare ai miei errori.
- I tuoi errori risalgono a tanto tempo fa, non sarebbe possibile rimediare a quelli. – disse Lilian ammettendo ad alta voce quello che anche Jack sapeva dentro di sé.
- Vero. Ma potrò condurre un'esistenza in cui aiuterò le persone. Userò la nuova vita per fare del bene, sperando che basti a scontare gli anni in cui mi sono comportato in maniera malvagia. – replicò tranquillo Jack.
- Spero per te che funzioni, perché se sei sicuro, avrò bisogno di reperire diverse piante. Evocare all'interno di questo cerchio il Re dell'Inferno non è così semplice. Devo interrompere la protezione continua delle pietre. – sospirò Lilian.
- Ne sono più che sicuro, Lilian. – asserì Jack.
- Bene. Allora ho bisogno che mi aiuti a cercare le piante necessarie, una volta che avrò messo qualcosa nello stomaco. – gli confermò la ragazza, togliendo dal fuoco la carne ormai cotta.
Lasciando tutto il resto in sospeso, Lilian cominciò a mangiare il coniglio. Non era il massimo, era leggermente secco e stopposo, ma la fame che aveva era il miglior condimento che avesse.
La sua mente, però, non smetteva di lavorare. C'erano talmente tante cose che potevano andare storte. Quella peggiore di tutte era l'imprevedibilità di Lucifero. Poteva accettare senza battere ciglio la sua richiesta, come anche farla ardere con uno schiocco delle sue dita. Quest'ultima opzione non era accettabile. Lei voleva vivere.
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La seconda vita di Jack O'Lantern
ParanormalLilian sapeva che nei giorni vicini ad Halloween doveva farsi vedere il meno possibile in giro. Lei era l'ultima discendente delle streghe irlandesi, le quali temevano Jack O'Lantern. Ma il disperato bisogno di alcune piante medicinali per curare su...