odonata misura

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ho imparato a cadere su disio
a sbucciarmi le cosce e a passar sopra lama
come tu volevi, per tessere tele.

di sputo e di oltraggio ma di giada guarnite
sotto il filo ingarbugliato e ormai terso
fibre ormai consone,niente altro
sono che acqua lacustre
in psiche palustre divenuta e quel simile di appello

docile m'hai dato,chiamandomi pura
e inetta con garbo
risparmia il tuo lugubre
pittorico,roseo di Siena
risparmiami con tuoi modi chirali.

tanto cosciente davanti tu vedi e proferi
lo sai,lo sai,tu e le tue mani di vetro
assi freddi.

mai a tessere con tali palme assidue
tanto ormai bruciati
perchè ho osato toccare con labbra digiune

toccare tizzoni delle tue rinunce
toccando.

demolisci la volta
per un eone soltanto
non dirmi d'ergermi piú.

spine,non v'è che terreno franato
e carboni che t'turtano
non sono altro che ciclici mei,
insoddifazione nocchiera.

Spire su CostoleWhere stories live. Discover now