CAPITOLO 2

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Valerie Johnson era sempre stata molto brava a mentire e a nascondersi dagli altri; ma da quando Robin e Silente le avevano, anche se indirettamente, lanciato una sfida, la professoressa non aveva potuto far altro che nascondersi dietro i suoi colleghi, tra cui Pelham, per poter portare avanti il suo malefico piano. Eliminare Robin era diventata la sua unica ossessione; ma per farlo aveva bisogno di un appoggio. E forse l'aveva trovato.
La professoressa aveva ottenuto la cattedra di difesa contro le arti oscure: aveva un'ultima chance per uccidere la ragazza.

<Non so perché il Ministero abbia voluto riconfermati, Valerie,> disse Lumacorno finita la colazione. <però voglio che tu sappia una cosa: dopo ciò che è successo l'anno scorso non voglio più che ti avvicini alla mia famiglia.>
La Johnson sorrise amaramente.
<Il vecchio Luma chi si scandalizza tanto per ciò che ho fatto, ma non per quello che la sua amata nipote è stata in grado di fare ad un suo coetaneo.> lo sbeffeggiò lei.
<Robin non è un'assassina.>
<Però non le manca il fegato per provarci.>
Quel battibecco sarebbe sfociato ben presto in qualcosa di peggiore se la McGranitt non si fosse trovata nei paraggi per puro caso; con una scusa valida allontanò la Johnson.
<Dovresti riflettere prima di accusare Valerie. . .>
<Albus mi ha assicurato che a Durmstrang non è accaduto nulla. Perché Johnson continua a sostenere il contrario?>
<Io direi di lasciarla perdere per un po'. . . Magari ritroverà il buonsenso.>
Lumacorno focalizzò lo sguardo sul corridoio che aveva visto imboccare la collega di difesa contro le arti oscure.
<Horace, per favore, i ragazzi ti aspettano per la lezione.>
<Hai ragione, Minerva. Con permesso.>

<Ti sorprenderà sapere che cosa ho scoperto su di te.>
Robin roteò gli occhi all'udire la frase di Monica, nuovamente all'attacco per smascherarla.
<E sentiamo, Monica. . . Che cosa sei riuscita a scoprire sul mio conto?>
<Mio padre ha trovato questa al Ministero.> disse Monica sventolandole davanti una lettera molto piccola.
<Impressionante.>
<È bello che tu sia così tranquilla, Crouch.> disse la serpeverde. <Perché svela un sacco di cose interessanti sul tuo periodo particolare ad Azkaban. . .>
<Tutto qui?>
<Stai impazzendo, Crouch.> sentenziò Monica sogghignando. <Vorrei tanto che anche tu lo realizzassi prima che fosse troppo tardi.>
<Io non sto impazzendo, Yaxley.> ringhiò Robin afferrandola per il braccio. <E poi non so proprio il motivo per cui dovrei farlo dato che sono perfettamente in grado di ragionare.>
<Evidentemente non abbastanza per il Ministero, Robin. . .> ribatté l'altra ragazza scrollandosi di dosso la grifondoro. <Cosa ti ossessiona tanto, Robin? La morte di Theseus per caso?>
Robin scosse la testa e si allontanò da Monica.
<Devi lasciarmi in pace!> gridò Robin alla serpeverde. <Perché ti ostini tanto con questa storia?>
<Perché il mio migliore amico è morto qualche giorno dopo essersi allontanato da Hogwarts. E tu sei tornata a casa poco dopo.> rispose Monica con gli occhi lucidi. <Io non ti perdonerò mai per quello che gli hai fatto. E lo proverò a tutti. Proverò a tutti quella che sei davvero!>
<E cosa sono, eh?> chiese Robin pur sapendo perfettamente la risposta che quella domanda avrebbe avuto.
<Un'assassina! Un'assassina senza scrupoli!>
Monica, con la sua voce acuta, aveva attirato alcuni ragazzini del primo anno che passavano da quelle parti per caso. La confusione generale aveva fatto perdere di vista a Monica Robin che, grazie alla piccola folla, si era allontanata e, con un semplice "accio", aveva sfilato dalle mani di Monica la famosa lettera.

Si diresse verso un luogo tranquillo e aprì la busta, lasciandola cadere a terra.  La lesse attentamente e poi ridacchiò.
Quella lettera era era scritta da Lucius Malfoy e, quindi, priva di significato.
<Quell'uomo è proprio una spina nel fianco.> commentò Piton, comparso all'improvviso dietro le spalle di Robin.
Lei sobbalzò.
<Che cosa ci fai qui?!>
Severus fece le spallucce.
<Ti ricordo che siamo in biblioteca. . . È un luogo comune.>
<Ah, giusto.> disse lei in sovrappensiero.
<Disturbo se mi metto a studiare qui con te?>
Robin gli fece un cenno e disse: <Accomodati, pure.>
<Curioso come tu abbia cambiato atteggiamento in qualche settimana.> borbottò il serpeverde girando una pagina di un libro della sezione proibita.
<Scusa?>
<No, dico. . .>
<Non dire nulla, Severus. Non dire nulla che è meglio.>
Robin aveva già molti pensieri per la testa: non necessitava che anche Piton le mettesse in testa strane paranoie.
<Come va con difesa contro le arti oscure?> domandò il ragazzo. <Non dev'essere semplice. . .>
<Entro la fine dell'anno potrei essere morta.> disse Robin arricciando il naso. <Quindi non ci faccio tanto caso.>
<Non essere così pessimista, Robin.>
E perché no? Dopotutto una tra la Johnson e me deve morire per permettere all'altra di sopravvivere.
Io sono convinto che alla fine sarai tu a scamparla.
Dovrò utilizzare l'anatema che uccide.
Non sarebbe certo la prima volta che lo fai. . .
Robin sgranò gli occhi e tirò una pedata sullo stinco a Severus.
Preferirei non discutere anche con te di questa cosa.
Era solo per. . .
Era solo per nulla! Per Merlino, Severus! Lo sai che questa cosa mi spaventa e parecchio. Se qualcuno dovesse scoprirlo, per me sarebbe la fine.
E anche per Koll.
Per lui mi pare che la fine sia già arrivata da un bel pezzo.
Si è preso la colpa per me.
A maggior ragione dovresti combattere; altrimenti si sarà sacrificato invano.
Sbaglio o ti avevo detto che non volevo parlare con te di questo?
Il mio era solo un consiglio. Ma se preferisci fartelo ripetere, a parole diverse, da Silente, allora benvenga.
<Robin, eccoti!> esclamò ad alta voce Sirius, il quale venne ammonito da Madama Pince per il rumore. <Abbiamo lezione di incantesimi tra qualche minuto.>
<Grazie.> disse Robin alzandosi dal tavolo. <Ci vediamo in giro.> aggiunse scambiandosi uno sguardo con Severus.

La Stella PerdutaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora