CAPITOLO 8

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<Perché me?!> disse Robin camminando avanti e indietro per l'ufficio della McGranitt, che aveva gentilmente ceduto a due auror dei ministero per parlare con la ragazza. <Perché a me?!> ripeté gridando.
Il fatto che il ministero non avesse mandato Moody, bensì due auror anziani dall'aria tutt'altro che rassicurante, fece molto riflettere Robin: sospettavano che fosse stata lei a utilizzare la maledizione.
<Signorina Crouch, non serve ripetere che la sua situazione è molto precaria e che un'altra infrazione potrebbe costarle l'espulsione da Hogwarts e dal paese.>
<Dal paese?!> sbottò lei all'istante. <Non vi pare di stare esagerando?>
<A noi invece pare che lei abbia già ricevuto abbastanza trattamenti di favore.> disse l'altro auror mentre prendeva appunti su una pergamena. <Lei conosce Toad Maguire, dico bene?>
Robin annuì.
<Certo che lo conosco. Così come altre centinaia di persone.>
<Che cosa stava cercando nell'ufficio di Silente?> chiese l'altro.
<Non lo so.> rispose Robin. <Perché dovrei saperlo?>
I due auror rimasero in silenzio, permettendo a Robin di cogliere la palla al balzo e aggiunse: <Ah, giusto. . . Sono io la cattiva della situazione: non Myricae che vi manipola.>
I due auror si scambiarono un'occhiata e poi uno dei due si rivolse a Robin con aria minacciosa: <Sono accuse molto gravi, signorina. Per oggi, però, può bastare così; resti a disposizione.>
Robin borbottò un "arrivederci" a denti stretti e uscì dall'ufficio a testa bassa, riflettendo su quello che era successo e che le era stato detto durante l'interrogatorio.
<Robin. . .>
La ragazza chiuse gli occhi e respirò rumorosamente.
<Robin, aspetta.>
<Che cosa vuoi, Toad?> chiese lei dopo aver incrociato le braccia al petto e cominciato a battere il piede con insistenza. <Non ti è bastato rovinarmi la settimana?>
<Io non l'ho fatto di proposito!> cercò di giustificarsi il tassorosso con aria mortificata. <E vorrei che tu mi ascoltassi per piacere. . .>
<Va bene, Maguire, ti ascolto.>
Robin non utilizzava mai i cognomi per appellare qualcuno, ma in quell'occasione era talmente arrabbiata che si era persino scordata che stava parlando con un suo amico.
<È stata una sensazione bruttissima, devi credermi.> disse il ragazzo. <Una voce mi è entrata nella testa e mi ha ordinato di andare nell'ufficio di Silente a cercare una cosa.>
<Cosa?!> gridò Robin. La sua voce si peopagò nel corridoio, vuoto, facendo però bofonchiare qualche ritratto.
<I-Io. . .> le parole gli morirono in gola. <Se lo rivelo mi ucciderai.>
Robin scosse la testa.
<Non dire idiozie, Toad, io non ti ucciderò ucciderò questo lo sai benissimo anche tu. È quella voce a suggerirtelo.>
<Era identica alla tua.>
Robin scosse la testa.
<Te lo giuro!> disse Toad giungendo le mani.
<Io ti dico di no!>
I due si guardarono dritti negli occhi: quelli di Toad pieni di paura, quelli di Robin pieni di rabbia.
<Maguire, Crouch, finalmente vi ho trovati!> esclamò Gazza vedendoli in mezzo al corridoio. <Il professor Silente vuole vedervi entrambi.>
Robin digrignò i denti.
<Arriviamo.> disse infine.

Silente li attendeva nell'aula di incantesimi dato che il suo ufficio era sotto perquisizione. Non aveva alcun dubbio sull'innocenza dei due ragazzi, ma provare, soprattutto quella di Robin, avrebbe richiesto molta più fatica.
Quando vide entrare Robin e Toad insieme, colse l'occasione per rassicurarli e per offrire loro il suo appoggio.
<Per salvare me ci vorrebbe un miracolo. . .> lo interruppe Robin. <Se fosse per il Ministero, avrei già dovuto disfare le valigie nella cameretta di casa mia.>
<Signor Maguire, davvero non ricorda nulla?> domandò Silente al tassorosso. Ma egli scosse la testa.
<Ciò che ricordavo l'ho riferito agli auror, professore.>
<No, hai riferito ciò che Myricae voleva che dicessi loro.>
<Robin, per favore.> intervenne Silente. <Signor Maguire, torni nella Sala Comune di Tassorosso e cerchi di riposare. Quando se la sentirà, potrà tornare liberamente a lezione.>
Il tassorosso ringraziò il preside. Sembrava molto rammaricato per l'accaduto e si vergognava.
<Scusami, Robin.> sussurrò poi all'orecchio della grifondoro mentre usciva dall'ufficio di Silente.
<Prima che tu possa dire qualcosa. . .>
<No, ma lasciamolo andare fuori così, senza chiedergli nulla. . .> lo interruppe Robin. <Ora penseranno che sono una pazza, una che ha bisogno di stare al San Mungo controllata. . .>
<Robin, vorrei che tu andassi a riposare un po'. Non sei nelle condizioni di affrontare conversazioni riguardanti quello che è accaduto.>
<Perché nessuno di voi capisce.> sbottò Robin prima di uscire dall'ufficio di Silente a sua volta e dirigersi verso il dormitorio dei grifondoro.

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