CAPITOLO 1

296 16 196
                                    

Ciao, sono Sofia, ho diciannove anni e mi trasferii a Roma con mia mamma quasi tre mesi fa. Purtroppo, essendo una persona molto chiusa non riesco subito ad allacciare rapporti con le persone, e soprattutto esco pochissimo. Xlx mix unicx amicx di Roma è Alex, unx ragazzx non-binary simpaticissimo, ci conosciamo da quando eravamo piccoli, lxi sa tutto di me ed io tutto di lxi, ormai è una parte di me. Una sera, non avendo nulla da fare mi invitò ad andare in discoteca, mi diceva sempre che non xlx piaceva che io fossi sempre a casa, voleva vedermi felice. Non era mio solito trovarmi in posti affollati, ma quella sera volevo divertirmi senza pensare troppo alla prudenza. Mi preparai: indossai un vestito con una gonna che arrivava alle ginocchia e degli stivali neri. Mi truccai velocemente e mi avviai verso il portone.
"Sta' attenta" Mi disse mia mamma.
"Va bene" Le risposi.
"E non far fare tardi" Odiavo quando mi dava così tante raccomandazioni.

Dopo essere entrati la prima cosa che notammo fu un gruppo che stava giocando a "sette minuti in paradiso".
"Possiamo unirci a voi?" Chiesi gentilmente.
"Certo, sapete come si gioca?" Mi disse una ragazza dai capelli biondi.
"Si, si scelgono due persone a caso che devono chiudersi in un posto stretto per  sette minuti" Dissi, non ci avevo mai giocato, ma lo avevo visto sui social.
"Il posto sarà la dispensa, ok?" Disse sempre lei e tutti annuirono. C'erano tre ragazzi (il primo con capelli molto lunghi e mori, il secondo con i capelli meno lunghi del primo, il terzo con dei capelli di un colore particolarissimo che mi avevano colpito fin da subito, erano un misto tra biondi e rossicci), due ragazze (io e la bionda), ed Alex. Iniziò la ragazza dagli occhi azzurri e i capelli biondi, si chiamava Victoria. Fece girare la bottiglia. La sua estremità puntava Alex.
"Metti tu il timer?" Mi chiese Victoria.
"Va bene" Impostai il timer del telefono a sette minuti, poi, visto che non sarebbe stato molto divertente aspettare sette minuti senza fare nulla, chiesi i nomi degli altri ragazzi.
"Come vi chiamate?"
"Io sono Damiano" Mi rispose uno di loro.
"Io Ethan" Disse quello con i capelli lunghi.
"Thomas" Rispose l'altro, quello con i capelli dal colore strano.
"Io sono Sofia, l'altrx ragazzx è Alex" Presentai me ed Alex.
"Ma, una curiosità, Alex è un ragazzo o una ragazza?" Chiese Damiano.
"Lxi è non-binary" Vedendo le loro facce piuttosto confuse mi spiegai meglio.
"Non si sente nè un ragazzo nè una ragazza"
"Quindi come dovremmo chiamarlo?" Chiese Ethan.
"Chiamarlx" Lo corressi.
"Cerca di eliminare l'ultima vocale di alcune parole, in modo da risultare neutro" Spiegai.
"Va bene" Appena Ethan finì di pronunciare quelle parole il timer suonò.
"Andiamo a vedere cosa è successo" Disse Thomas ridendo. Aprimmo la porta e vedemmo che Victoria ed Alex stavano parlando. Uscirono e si sedettero in cerchio vicino a noi.
"Tocca a te" Disse Victoria riferendosi a me. Onestamente avevo un po' paura di girare la bottiglia per sapere con chi mi sarei dovuta chiudere lì dentro. La girai.

La sua estremità puntava il ragazzo dai capelli dal colore strano, Thomas. Si alzò e Damiano chiuse la porta della dispensa, mentre gli altri avviarono il timer.
"Bene, ehm..." Il suo imbarazzo si notava molto.
"Da quanto sei qui a Roma? Non ti ho mai vista" Mi disse.
"In realtà da quasi tre mesi, ma non uscivo spesso prima" Gli risposi.
"Perchè?"
"Mi ero chiusa in me stessa per via di-" Mi fermai. Non ero sicura di potergli raccontare la verità, nè tantomeno di riuscire a non piangere.
"Che succede?" Mi chiese, era stato molto dolce. Non gli risposi, o meglio non ci riuscii. Provai a non pensarci, ma più ci pensavo più i miei occhi si inondavano di lacrime. Thomas mi poggiò una mano sulla spalla cercando di consolarmi.
"Non preoccuparti se non vuoi raccontarmi" Rimasi un po'di tempo senza dire nulla, cercando di trattenere le lacrime, ma non ci riuscii. Appena scoppiai a piangere istintivamente mi gettai fra le sue braccia. All'inizio pensai che mi avrebbe spinta indietro rifiutando l'abbraccio, ma inaspettatamente mi abbracciò il più forte che poteva, poggiando la sua testa nell'incavo tra il mio collo e la mia spalla. Non so perchè ma sentii le farfalle nello stomaco. Non volevo che quell'abbraccio finisse. Quando ci staccammo, era evidente il rossore sulle guance di entrambi.
"Tutto bene ora?" Mi domandò sorridendo. Guardandolo sorrisi anch'io. Passò le sue mani sui miei occhi per asciugarmi le lacrime.
"Dopo il tuo abbraccio sì" Gli risposi con più sincerità ed innocenza di quanta non ne avessi mai avuta. Intrecciò le sue mani con le mie.
"Non so cosa ti sia successo e non sono obbligato a saperlo, ma qualunque cosa sia ti ha distrutto, e si vede. Ma tu sei una ragazza fortissima, e puoi-" Si interruppe e si sentì un leggero singhiozzo.
"Puoi superarlo" Disse continuando.
"Non piangere per colpa mia" Gli dissi, mi faceva sentire male vedere qualcuno piangere per me, soprattutto se era quasi uno sconosciuto.
"Mi fai un sorriso?" Mi domandò. All'inizio non capivo l'utilità della sua richiesta, ma obbedii. Subito dopo di me sorrise anche lui. Osservai i suoi occhi, quando sorrideva luccicavano in un modo particolare.

La porta alle nostre spalle si aprì: il tempo era finito. Lo guardai come per dirgli "non far vedere agli altri che abbiamo pianto" e probabilmente mi capì.
"Cosa è successo?" Disse Alex. Si riferiva più a me che a Thomas.
"Niente" Risposi. Lxi alzò le sopracciglia, sapeva quando mentivo. Continuammo a giocare. Ethan girò la bottiglia e si chiuse in stanza con Damiano. Nel frattempo Alex e Victoria andarono a prendere qualcosa da bere, quindi rimanemmo solo io e Thomas, eravamo seduti per terra uno di fronte all'altra.
"Ehi, vieni qui" Mi disse sorridendo mentre con la mano faceva segno di andarmi a sedere vicino a lui. Mi sedetti e avvolse il suo braccio intorno al mio collo e le mie spalle, sentii di nuovo le farfalle nello stomaco e feci lo stesso con lui.
"Che ne dici di darmi il tuo numero?" Mi chiese gentilmente.
"Va bene, mi stai simpatico" Thomas arrossì ancora di più, probabilmente non era abituato a complimenti riguardo il suo carattere, vista la sua immensa bellezza. Prese il telefono e cominciò a memorizzarlo mentre io glielo dettavo. Mentre stava per posare il telefono mi fece una domanda.
"Facciamo qualche selfie?"
"Sii" Sorrisi. Passammo un po' di tempo a farci foto con facce strane, e devo dire che ci divertimmo tantissimo.
"Cosa fate di bello?" Chiese Victoria che era appena tornata insieme ad Alex.
"Delle foto" Disse Thomas sorridendo. Appena finì di pronunciare quelle parole il timer suonò: Ethan e Damiano erano ancora in dispensa. Aprimmo la porta e li trovammo a mangiare dei biscotti.
"Beh ovviamente, c'è chi scopa e chi mangia biscotti" Disse Alex facendoci ridere tutti.

ECCO IL PRIMO CAPITOLO DI QUESTA FF, SPERO VI PIACCIA. SE VI VA LASCIATE UN COMMENTO E UN STELLINA♡


RIMANI    ||Thomas Raggi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora