CAPITOLO 9

87 11 41
                                    

Aspettai con ansia il suo arrivo, continuavo a chiedermi il perchè fosse uscito così presto e il perchè non avesse avvisato nessuno. Finalmente io, Vic, Ethan e Damiano, che si era da poco svegliato, lo vedemmo varcare la soglia della porta.
"Thò, dove sei stato?" Gli chiese Damiano. Aspettò qualche momento prima di rispondere.
"Qui in piazza, ho fatto una passeggiata" Posò la sua felpa sull'attaccapanni.
"Mi sono svegliato prima e non riuscivo a prendere sonno" Motivò.

Ethan mi guardò, quasi mi diceva con gli occhi di parlare con Thomas. Andai da lui e lo guardai negli occhi.
"Io e te dobbiamo parlare, qui e ora" Gli dissi in modo abbastanza deciso. Probabilmente Vic e Damiano non capirono molto, ma non mi importava.
"Non proprio qui, magari in un'altra stanza" Rispose con leggera arroganza. Ci avviammo verso la stessa camera dove la notte prima avevo parlato con Ethan con gli sguardi di tutti addosso. Ci sedemmo entrambi sul letto.
"Cosa succede?" Mi chiese con finta innocenza.
"Cosa succede? Thom, tu mi limoni e poi fai finta che non sia successo nulla e ti ubriachi, come potrei non incazzarmi?" Gli dissi sincera.
"Ieri non ne ho avuto l'occasione, ma se non ti ho chiesto nemmeno oggi di parlare c'è un motivo"
"E quale sarebbe questo motivo?"
"Non voglio dirtelo, non ora" Abbassò la testa.
"Non ti farebbe affatto bene" Continuò.
"Che significa? Dimmi almeno cosa riguarda?" Provai a pensare a qualsiasi cosa, ma non me ne venne in mente nemmeno una.
"Chiudiamo qui la conversazione, per favore" Mi disse. Lo odiavo quando prima accennava qualcosa e poi non ne voleva parlare.
"Non voglio continuare" Parlò ancora.
"Non vuoi continuare a fare cosa? Ad illudermi facendomi pensare ad un futuro insieme? Lo hai già fatto" Risposi con tutta la rabbia che avevo addosso.
"Non ti sto illudendo" Alzò gli occhi al cielo.
"Nono" Dissi ironicamente. Fece una faccia scocciata.
"Allora dimmi perchè continui ad ignorarmi da ieri" Dissi giocando con le mie mani per l'ansia.
"Ignorarti? Ma che cazzo dici? Solo perchè ero ubriaco non vuol dire che ti ho ignorato" Mi rispose. La sua non era affatto una motivazione valida.
"Falso" Dissi in modo indifferente.
"Non rispondere in modo così freddo" Ribattè con un tono alquanto dispiaciuto.
"Perchè dovrei farmi comandare da uno che non è nemmeno sicuro dei suoi sentimenti?" Risposi guardando completamente da un'altra parte. I suoi occhi, non potevo incrociarli, anche se volevo eccome.
"Ma lo capisci che lo faccio per il tuo bene? Lo capisci che non voglio che tu stia male? Lo capisci che ti amo? Ti amo da morire Sofia, e non potevo innamorarmi di una persona peggiore" Scoppiò a piangere. Si sdraiò sul letto a pancia in giù, per nascondere le lacrime. Diede un pugno al materasso dalla rabbia. Ma le parole che pronunciò non le avrei mai dimenticate. Quelle parole su di me ebbero uno strano effetto. Anche se sapevo già che era cotto di me non me lo aveva mai detto così direttamente. Mi ero sentita una stronza a farlo stare così, ma ancora non avevo capito il motivo del suo rispondere freddo, del suo non parlarmi e della sua arroganza. Sapevo che quel "non potevo innamorarmi di una persona peggiore" era soltanto una frase uscita fuori durante un momento di rabbia, o almeno lo speravo.

Gli accarezzai i capelli. Non si mosse nemmeno di un centimetro. Così decisi di parlargli io, anche se non sembrava in una bella situazione.
"Dimmi cosa ti sta succedendo" Mi sdraiai in posizione fetale e voltai la sua testa verso la mia per guardarlo negli occhi. Posai la mia mano su una delle sue guance.
"Perfavore" Dissi facendogli capire che attendevo una risposta.
"Un mix di emozioni troppo forti" Disse quasi sussurrando con voce roca.
"Non volevo dirti certe cose, giuro" Continuò.
"Ti prometto che appena potrò ti spiegherò tutto" Era una promessa. Doveva mantenerla. Lo si vedeva che non gli piacevano i segreti che stava mantenendo. In quel momento volevo soltanto sapere, volevo soltanto capire cosa aveva da nascondere e consolarlo.
"Perchè non puoi sfogarti ora?" Dissi con voce dolce.
"Odio vederti così, si vede che non stai bene, ed io voglio solo aiutarti" Mise un braccio attorno alla mia vita, e con l'altra mano mi accarezzò il viso. Le sue lacrime continuavano a scendere sul suo viso.

"Te l'ho promesso, ti spiegherò tutto quello che vuoi sapere" Non volevo vederlo così, e non mi piaceva la sua decisione, ma non potevo costringerlo a parlare.
"Ma ora non aspettare un secondo di più e abbracciami, baciami, fammi tutto quello che vuoi, mi basta che rimani qui, accanto a me" Sussurrò singhiozzando leggermente. Quando voleva sapeva essere dolcissimo. Mi avvicinai a lui con tutto il corpo e presi a baciarlo. Potevo sentire ogni centimetro della nostra pelle quasi toccarsi, dico quasi solo per via dello strato di vestiti. Misi le mie mani sulla sua nuca, e lui poggiò le sue braccia attorno alla mia vita. Sentii immediatamente un brivido che mi percorreva la schiena. Fece scendere lentamente le sue braccia. Ci staccammo, ci sorridemmo nel modo più instintivo possibile. Guardai le sue guance ormai rosse, forse anche le mie lo erano, ma non mi importava: quando ero con lui era normale arrossire. Essendo più bassa di lui poggiai la testa sul suo petto. Lo abbracciai. Chiusi gli occhi. Quella sensazione era chiamata protezione. Riaprii gli occhi e guardai verso l'alto: il suo sguardo profondo, lo stesso che spesso bastava guardare per capire i suoi sentimenti, mi stava osservando.
"Ti amo anch'io Thomas, ti amo anch'io" Pronunciai con un filo di voce. Sfoggiò il suo sorriso. Il suo meraviglioso sorriso che io amavo tanto, ma lui no, era purtroppo una delle sue più grandi insicurezze. Mi strinse a sè. Mi sarebbe piaciuto rimanere tra le sue braccia, ma non potei.

Sentii Ethan che mi chiamava perchè il mio telefono stava squillando. Uscii velocemente dalla stanza per capire chi fosse, Thomas mi seguì. Entrai in soggiorno e vidi tutti gli altri incuriositi, il numero non lo avevo salvato sulla rubrica.
"Pronto, Sofia Rossi?" Disse una voce sconosciuta.
"Si, mi dica" Cercai di rispondere cortesemente, sembrava molto formale, e poi sapeva il mio nome e cognome.
"Le parlo dall'ospedale San Carlo, Alessandro Bianchi è deceduto"

QUESTO È IL CAPITOLO DI OGGI, IL PROSSIMO USCIRÀ A CAPODANNO, INSIEME ALLA 2 PARTE DEI CAPITOLI EXTRA DI "THOMAS RAGGI X Y/N" SE VI VA LASCIATE UN COMMENTO E UNA STELLINA <3

RIMANI    ||Thomas Raggi||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora