7, Orgoglio

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Le braccia accoglienti dei miei compagni mi avvolgono in un forte abbraccio di gruppo.
Le risate e le grida dei ragazzi, entusiasti della puntata appena registrata fanno scattare in me un gioia assurda.
Albe: comunque te hai spaccato oggi, punto. Afferma il ragazzo sorridente mentre cerca di prepararsi un panino.
Io, nel frattempo mi appoggio con i gomiti sul piano della cucina.
Io: grazie Albe, anche tu mi sei piaciuto un sacco oggi. Rispondo facendo riferimento alla sua esibizione sulle note di "strip that down".

Albe: poi quest'anno sei la nuova pupilla di Rudy, ne devi essere fiera.
Dice ridacchiando mentre finalmente addenta affamato il suo sandwich.
Io: magari sempre cosí, avere un prof che ti sostiene in questo modo e che stravede per te è una cosa stupenda.
Esclamo con gli occhi che luccicano di gioia.
Albe: concordo.

Chri: wei piccoletta, oggi sei stata formidabile. Si intromette il mio amico posizionandosi di fianco a me.
Sono super contenta che i miei compagni mi sostengano cosí, solo mio padre l'ha fatto prima d'ora e sentirmi acclamata anche dal pubblico fuori da qui mi rende orgogliosa di tutto.
Rispondo con un abbraccio sincero, attorcigliando le braccia attorno il suo busto.
Io: ti voglio bene Chri, tanto tanto tanto. Dico dondolando di qua e di là tra le sue braccia.
Chri: anch'io.
Mi lascia un'ultima pacca sulla spalla prima di andare verso il compagno di stanza con cui ha un rapporto bellissimo. Si stringono fra di loro esaltati ed io non posso far altro che sorridere alla tenera scena tra i due.

...

Sembra ieri di aver provato la felicità di essere entrata in questa scuola.
Sembra veramente cosí poco che queste persone speciali siano entrate a far parte di quella, che ormai chiamo famiglia.
sembra che il tempo qui abbia una dimensione completamente diversa da quella che in realtà è.

In questo arco di tempo sto vivendo al massimo l'opportunità con ogni suo turbamento; con ogni insegnamento che questo posto avrà da offrirmi, e con tutti gli inevitabili ostacoli.
Infondo
se non c'è rischio, non c'è orgoglio.
Come mi ripete quella buon anima di mia nonna fin dalla mia nascita.

Sono passate oramai due settimane da quell'esibizione che probabilmente rimarrà impressa su di me.
La quarta puntata è passata velocemente e con grande soddisfazione posso dire di aver fatto ascoltare la mia musica ad uno di quegli standard in Italia che non avrei mai pensate nella mia vita di incontrare.
Soprattutto in un ambito in cui sembra già tutto surreale.

La bionda di Todaro fa capolino in stanza e in un battibaleno si schianta sul suo letto con un sorriso in viso che non potete nemmeno immaginare.
I suoi occhi sbrilluccicanti mi fanno immediatamente cambiare espressione.
Qualcuno qui ha qualcosa da dirmi.
Io: Sere. Dico fissandola persistente.
Mi risponde con un sorrisetto di chi ne ha appena combinata una.
Io: Serena. La mia mente confusa prima di ora non ha nemmeno pensato a quello che ora sta facendo entrata nel mio cervello.
Spalanco immediatamente gli occhi, rimanendo con le labbra leggermente socchiuse verso la ragazza che inizia a ridere indemoniata.

Mi alzo con la velocità di un fulmine da letto buttandomi sul suo materasso sopra la ballerina che si copre il viso imbarazzata.
Io: vi siete baciati, Sere, vi siete baciati? Continuo a ripetere mentre lei cerca in continuazione di evitare il mio sguardo curioso.
Lei pronuncia un "sí" flebile.
E lí, definitivamente allaccio le braccia dietro la sua schiena che lei ricambia stritolandomi.
Io: quanto sono contenta, ti giuro. Mi posiziono accanto a lei continuando a guardare quel suo viso cosí emozionato.
Sere: mi ero promessa che sarei venuta qui esclusivamente per la danza. mannaggia a me. Scherza lei, provocando a me un'espressione intenerita.
Io: piú che altro, mannaggia a lui che ti ha imbambolata cosí. Affermo meritandomi una spallata che per poco non mi fa cadere a terra.

Io: dai scherzo, sei fortunata che una persona ti tratti in questo modo. Addolcisco il tono.
Sere: lo so Alba, lo so, spero possa trovarla anche tu una persona che ti tratti come lui fa con me. Dice schiarendosi la voce per poi guardarmi in faccia.
Mi ristringe velocemente prima di alzarsi e avvicinarsi alla porta.
Sere: o magari levati le bende dagli occhi.
Pronuncia cosí fugace che nemmeno sono sicura di aver sentito perfettamente.
Per un a paio di secondi faccio una smorfia confusa, successivamente decido di non stare a farmi troppe paranoie e che ne avremo riparlato, prima o poi.

LDA: ragazzi tutti sulle gradinate. Urla il napoletano da riuscire a farsi sentire oltrepassando le mie cuffie.
Con le quali stavo ascoltando i pezzi che avrei dovuto preparare in settimana.
Mi alzo e con la rigore di una coperta sulle spalle vado a sedermi vicino agli altri ragazzi presenti già lí.
Alex, con una mano da due pacche sul cuscinetto di fianco a lui.
Scavalcando quasi con la forza di una bradipo le scale riesco a mettermi comoda.
Do una carezza sulla coscia del moro coperta da una tuta scura.

Maria: allora ragazzi. Ci richiama la conduttrice dagli autoparlanti.
Un coro di "ciao Maria" rimbomba nella sala.
Maria: c'è una busta fuori. Comunica, e come ogni volta il mio cuore perde un battito e continua con lo scalpitare velocemente.
Tom: canto o ballo? Chiede il biondino probabilmente essendosi preso in causa dalla sua intuizione.
Maria: canto.
Inizio ad agitarmi anche se sono consapevole di non avere particolari prof che mi hanno giudicato pesantemente.
Tom: vado? Domanda dibattendo  sicuro.
Maria: no. Smentisce la donna secca mentre nella sala sento gente che inizia a sparare nomi a caso.
Lda: dai dillo tu Maria.

Maria: ad alzarsi è Albachiara.
A sentire il mio nome pronunciato dalla donna tutte quelle brutte sensazioni sono pienamente giustificate.
È arrivato il mio momento, sapevo che prima o poi avrei dovuto affrontare una prova del genere.

E nuovamente il mio pensiero veine smentito quando al posto di quella busta rossa acceso che c'è di solito, ne trovo una di un blu chiaro ad aspettarmi fuori dall'ingresso.
Quando faccio ritorno in sala Alex mi rivolge uno sguardo complice.
Mi risposiziono affianco a lui.
Maria: sai cosa vuol dire la busta blu? Chiede la De Filippi gentilmente.
Io: assegnazione vero? Dico retorica.
E so anche da chi potrebbe essere.
Maria: esatto.

Apro la busta e la conduttrice inizia a recitare i versi di quella lettera.
La Pettinelli, proprio come immaginavo, ha mantenuto il pensiero già espresso in puntata sul mio conto.
Quindi, dopo aver speso bellissime parole nei miei confronti, arriva il momento di sapere quale effettivamente sia il pezzo in inglese che ha deciso per me.

Una sottospecie di sfida è la busta blu, solo che quest'ultima avviene con me stessa senza alcun paragone che deciderà la mia permanenza qui.

Al sentire il nome del pezzo in questione, compio una scatto piú che improvviso, sorpreso direi.
Mi giro verso il moro che successivamente sposta lo sguardo verso me, e mi guarda sorridendo per la mia strana espressione in volto.
Maria: che te ne pare Alba?

Io: mi pare che sono veramente troppo contenta per quest'assegnazione, fattibilissima, in piú una delle mie canzoni preferite in assoluto quindi posso dire che porterò a termine un bel lavoro, non vedo l'ora di iniziare a lavorarci sú Maria.

Maria: bene bene, per oggi basta cosí ragazzi, ciao ciao.
Saluta calorosamente la donna.
Noi tutti, ricambiamo questo saluto.

e che questa
Follow your heart
Sia fatta.


Spazio autrice
Weilà ragazzi.
Ho bubicato dopo una settimana di stress che sta continuando non proprio benisismo ma posso dire di essere soddisfatta.
Se vi è piaciuto mettete una stellina, grazie mille per tutti i commenti positivi, mi fa piacere che il mio lavoro sia apprezzato.
Bacioniiiiii

~sei fresca come l'aria~alex-amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora