Flashback

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Flashback: il giorno dell'Unione

Sono sulla pista da ballo e parte "Gold Digger" di Kanye West,una canzone pubblicata nel 2011, credo. Inizio a ballare e improvvisamente mi sento in una bolla, la musica mi fa questo effetto. Continuo a muovermi senza pensare ad altro e mi guardo un po' in giro, finché i miei occhi non si fermano su una persona: È un cadetto poco più grande di me ed è molto carino. Mi sta guardando anche lui e divento tutta rossa. Prima di distogliere lo sguardo, fa un cenno con la testa e mi sorride.
Ricomincio a ballare e per sbaglio mi scontro con una ragazza dai capelli scuri e una frangetta che le copre la fronte.
"Scusami!" Esclama la ragazza.
"Tranquilla!" Le rispondo sorridendole e di punto in bianco le chiedo:
"Come ti chiami?" Non ho problemi sinceramente a interagire con le persone, beh... non sto un'attimo zitta, insomma sono una specie di radiolina che non si spegne mai, a volte riesco a parlare anche con i muri.
"Octavia e tu?" Mi chiede.
"Cassie. Non ti ho mai vista in giro per l'Arca."
A quell'affermazione Octavia diventa nervosa e non sa bene cosa rispondere.
"Ecco...ehm...non esco molto. Sto quasi sempre nella mia skybox....." Non so se crederle,ma non voglio metterla ancora più in difficoltà quindi le rispondo: "Oh okay, comprensibile! con tutte le facce di merda che ci sono in giro me ne starei volentieri anch'io a casa" Le dico per metterla più a suo agio e lei di conseguenza si mette a ridere.
Balliamo insieme e il mio sguardo incrocia di nuovo quello del cadetto. Lui mi sorride facendomi diventare le guance di fuoco.
Cavolo quant'è carino!
"Hey!" Chiamo Octavia. " Vedi il cadetto dietro di noi? Non è carino da morire?" La ragazza è il cadetto si guardano come se si conoscano.
"Lo conosci? O mio dio! È il tuo ragazzo? No perché se è così mi dispiace, rimangio quello che ho detto!"
" No..noi...ci siamo parlati qualche volta tutto qui" Sembra che nasconda qualcosa, ma non voglio immischiarmi nei suoi affari. Octavia nota il mio comportamento dubbioso nei suoi confronti e dice: " Perché non vai a parlarci?" Mi chiede.
"Cosa? No! Io...non saprei cosa dire e in più quando devo parlare con un ragazzo che mi piace incomincio a dire stupidaggini, cioè non che non le dica mai,ma..."
"Cassie rilassati, va semplicemente da lui e parlagli, sono sicura che gli faccia piacere che una come te lo noti, insomma guardati sei uno schianto!"
Forse Octavia ha ragione, ma ho paura che mi trovi patetica o insopportabile perché non smetto di parlare e non sarebbe la prima volta che qualcuno me lo fa notare.
"No, io....ho troppa paura"
"D'accordo...Cassie, mi dispiace"
"Per cos-" Non faccio in tempo a finire la domanda,perché Octavia mi spinge indietro e vado a sbattere contro il ragazzo. Lui mi prende prima che faccia la figuraccia di cadere davanti a lui. Lo guardo in faccia e mi rimetto subito in piedi.
"Attenta" Mi dice lui con un bellissimo sorriso stampato in viso.
"Grazie" gli rispondo sorridendo imbarazzata.
"Come ti chiami?"Gli chiedo. O mio dio davvero glielo chiesto? Quanto posso essere idiota?
Lui però, mi sorride e mi dice il suo nome: Bellamy. Mi è sempre piaciuto per un ragazzo.
" Tu invece?" Mi chiede.
"Cassie" Gli rispondo sempre imbarazzata.
"Bel nome" Sento dire da parte sua. La mia faccia adesso è paragonabile a un pomodoro.
"G-Grazie" mi volto verso la pista e vedo Octavia che guarda tutta la scena divertita. Le do qualche segnale d'aiuto, ma lei ride e va a ballare da un'altra parte.
Okay Cassie, niente panico. Fa quello che sai fare meglio: parla!
" Ti va di ballare?" Ma non intendevo questo idiota! È ovvio che non è lì per ballare!
Stupida!
Bllamy non sa bene cosa rispondere e come biasimarlo. "Giusto! Che stupida...devi sorvegliare..scusa.." dico imbarazzata.
Si mette a ridere e mi dice: "Beh, se non dovessi sorvegliare te lo avrei chiesto io da tempo". Ci guardiamo negli occhi e ho una strana sensazione. Non mi sento a disagio e nemmeno in imbarazzo. Non saprei descrivere quello che provo, so solo che mi piace. Sto per rispondergli, ma improvvisamene la musica si spegne e si riaccendono le luci. Un'altra invasione lunare. Mi volto verso Bellamy e noto che incomincia ad agitarsi. Si guarda in giro con aria preoccupata come se stesse cercando qualcuno.
"Va tutto bene?"gli chiedo.
"No" E senza nemmeno guardarmi, se ne va. Ci rimango un po' male dal suo comportamento, ma non importa.
Cos'è successo? Sta bene? Anche se lo conosco da pochi minuti sono comunque preoccupata per lui.
Una guardia si avvicina a me e mi chiede di identificarmi. Sto per pronunciare il mio nome quando ad un certo punto vedo Octavia tra due guardie che le tengono le braccia. Di fronte a loro ci sono Bellamy e un'altra guardia che gli blocca il passaggio. Sia Bellamy che Octavia hanno espressioni spaventate. Dopodiché portano i due ragazzi fuori dalla pista. Cosa vogliono farli?
"Hey! Hey! Li volete giustiziare?" Chiedo preoccupata.
"Stia al suo posto" mi dice una guardia.
Non posso fare nulla, quindi mi rimane solo sperare che non li accada niente di male.

6 mesi dopo
Alla fine si è scoperto che Octavia e Bellamy erano fratelli. Sull'arca non si può avere più di un figlio e siccome Octavia era l'ultima arrivata in famiglia, l'avevano nascosta sotto il pavimento per tutta la sua vita.
Poverina. L'unica volta in cui voleva solo divertirsi, l'hanno presa. Non se lo sarebbe meritato per nulla al mondo. Nessuno se lo meriterebbe.
Riguardo a Bellamy...beh... non abbiamo più parlato. Dopo quell'episodio hanno dovuto giustiziare sua madre. È cambiato molto, a volte mi capitava di vederlo (da lontano) e potevo notare che la sua espressione era diventata più fredda. Non ho mai avuto il coraggio di andare a parlargli, anche se mi dispiaceva.
Comunque, ora mi trovo in una cella ad aspettare i miei diciotto anni per poi essere gettata nello spazio e tutto questo per cosa? Perché volevi solo un po' di pace. Brava Cassie hai buttato la tua vita nel cesso.

Presente
Guardavo i soffitto della mia cella aspettando che succedesse qualcosa di interessante, ma ovviamente, nulla.  Onestamente mi mancava andare in giro per l'arca, però avevo il mio piccolo mangia cassette che mi portavo sempre dietro. Forse potevo vivere in una cella, ma senza musica mai. Era un po' come una droga, la musica era in grado di trasmettermi emozioni che non avevo mai provato, tipo l'amore, cioè non che io fossi apatica anzi cercavo sempre di dare amore a tutti, ma non mi ero mai innamorata e la musica era l'unica che riusciva a farmi sentire così.
Comunque stavo per mettere una cassetta, quando di colpo la porta della mia cella si aprì ed entrarono due guardie.
"Detenuta 95, vieni con noi!"
"Ma non ho ancora diciotto anni!" I due non mi ascoltarono e mi presero per le braccia, prima che potessero farlo però presi la mia cassetta con su memorizzate tutte le mie canzoni senza farmi vedere. Se dovevo morire, morivo con la musica.
Ad un certo punto uno mi prese il polso e l'altra guardia mi mise un bracciale. Ma che stava succedendo? Ero spaventata e continuavo a dimenarmi, finché non sentì qualcosa di appuntito conficcarsi nel mio collo. Fece male per un paio di secondi, poi buio.

THE 100| Bellamy BlakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora