Affetto.

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Quella giornata non fu più nominata da nessuno, fino ad almeno un paio di anni dopo, quando fu ribattezzata "Giorno 0" per alcuni degli avvenimenti che accaddero qualche tempo dopo... Ma questa è un'altra storia.

Erano passate già un paio di settimane, nelle quali non erano successi gran che avvenimenti. Fu molto semplice per tutti far integrare il nuovo arrivato... O nuova arrivata.

La sera stessa del primo giorno di scuola, Yuki si era già trasferita nei dormitori. Con grande frustrazione, scoprì quali erano stati i loschi piani dei tre moschettieri che si era ritrovata a confabulare in soggiorno la notte prima .

-Maledetta sia la me del passato! Avrei dovuto controllarli e persuaderli, invece di andare a dormire. -

La camera di Yuuki era stata l'unica ad essere assegnata all'ultimo piano dell'edificio, ed era già stata arredata, con tanto di bagno privato in camera e accesso per solo personale autorizzato.

Ovviamente, ne aveva fin sopra i capelli.

Raccolse tutta la gentilezza che le restava.
Con calma e compostezza radunò i tre- (...Yuuki non si sentiva nemmeno più autorizzata a chiamarli in quel modo) adulti, e dopo una tirata d'orecchie, uno sguardo glaciale e una minaccia di non tornare a casa fino alle vacanze estive, riuscì ad ottenere finalmente:
•una stanza accanto agli altri;
•delle scuse nei confronti della classe per i favoritismi che le erano stati concessi...no... imposti;
•e una confessione, con tanto di ammissione di responsabilità sul celamento di identità.

Ovviamente c'è chi la prese bene...pochi a dire il vero, tra questi c'erano Momo e Iida per il loro essere persone responsabili, Shoto e la sua apatia perenne (o quasi) e pochi altri.
Il resto della classe era un
✨C A O S✨, ovviamente.

Fiumi di lacrime sgorgati per un pretendente perso.

Gridolini eccitati e urla entusiaste di avere un nuovo membro per le serate tra gossip e pigiama party.

Gay panic, o forse sarebbe meglio dire Bi-panic, per persone che si sentivano estremamente confuse su ciò che erano convinti fossero i propri gusti estetici.

Autostima ed ego maschili disintegrati con cinque semplici parole: "in realtà è una ragazza".

E crisi mistiche, di pentimento e redenzione per i propri peccati da mortale quale era.

Aizawa, già abbastanza rammaricato per essere stato sgridato, e soprattutto per aver dovuto rivelare la sua bambina a tutto il mondo, decise che No, sicuramente non lo pagavano abbastanza per sopportare i "bambini problematici" anche fuori l'orario scolastico.

Così prese, e trascinò un Hizashi ancora più depresso di quanto non fosse già lui, nella loro camera da letto.
Perché l'unica cosa per risollevare il loro umore adesso era solo una gran bella s c o p-...
spolverata al mobilio.

E non gliene fregava un bel niente di lasciare Midnight al suo destino di tutrice, in mezzo a quella banda di adolescenti in piena crisi d'identità.

Non si sa come, ma la serata finì senza alcun morto o ferito grave, con Kirishima e Midoriya che aiutarono Yuuki a trasportare le proprie cose nella nuova camera al 4° piano, ed una cena conclusa con un buon dolce fatto dallo chef Sato accompagnato da un tè inglese fatto da Momo.

La camera al 4° piano aveva tanti vantaggi, essendo quello il piano dove risiedeva metà della "Bakusquad"(o così l'aveva sentita chiamare da Mina).

Era perennemente affollato.
E questo, le permise di riuscire a ricordare meglio e prima la maggioranza parte dei nomi della classe.

 E questo, le permise di riuscire a ricordare meglio e prima la maggioranza parte dei nomi della classe

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