La promessa

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Ci incamminiamo vicino alla folla di ragazzi fuori dal cancello,devo trovare un modo di fingere per bene,anche se mi spiace veramente, è difficile farlo sembrare che non è sapessi nulla.

-No Mirko,È Silvia- Si spaventa Ale.
-C-cosa?- Pronuncio io cercando di non crederci...

Ci avviciniamo,è noto ancora il corpo immobile di Sivia,il sangue ha finito di fuoriuscire dalla testa aperta sul lato destro,i suoi occhi aperti erano vuoti. Tutto ciò mi riporta al giorno prima,quando è successo.
Con una spinta le feci perdere l'equilibrio è cadde nel vuoto...Perché lo fatto? Perché?
Noto Alessandro in silenzio,non riesce a parlare ma dal suo viso iniziano a uscire delle lacrime. Non riesco a vederlo così triste,lo guardo,lo guardo intensamente...inizio a piangere,lui si gira verso di me:
-Senti,andiamo a casa mia,per favore,quando di sicuro non si faranno le lezioni perché...n-non si può,mi spiace Mi.-

Mi abbraccia forte,tanto forte che inizio a piangere,piango tanto tra le sue braccia...le nostre guance ricolme di lacrime si toccano e sfiorano,i suoi bellissimi capelli toccano i miei occhi che quasi mi iniziano a far male dal bruciore,ma non ci pensavo. Poi alzo lo sguardo alla sua altezza,nonostante sia di poco più alto di lui riesco a guardarlo benissimo nei occhi,i suoi occhi ancora bagnati,il che rovinano la loro bellezza.

-Andiamo per favore- riesco soltanto a dire.
Ce ne andiamo verso la casa di Alessandro senza guardarci indietro,ho voltato le spalle a Silvia,ho lasciato dietro di me una scia di demoni,ma sento che un giorno mi raggiungeranno,sono troppi,sono pesanti,ma devo pensare solo e soltanto ad Alessandro.
Stiamo arrivando a casa sua ancora l'uno stretto all'altro,vedo in lontananza una casa più o meno come le altre...ma molto carina,ha anche un piano ed è tutta dipinta di bianco...

-Ok andiamo-
-Aspetta-dice Alessandro fermandosi e tirando all'indietro il mio braccio.
-Cosa c'è?-
-Senti,so che è dura affrontare la morte della tua migliore amica,ma devo confessarti una cosa...-
Mi preoccupa da come parla,non è che l'amava davvero?
-Ciò che voglio dirti è che...nonostante gli ultimi giorni avevate litigato ed io non so,mi sento responsabile...ecco.-
In che senso? Vuole far intendere che io l'ho uccisa per gelosia? O che si pensa che si è suicidata?
-Senti Ale-lo interrompo-Tu sei una persona speciale per me,ma non farei mai del male ad una persona per gelosia...mai.- Dico,mentendogli spudoratamente.
-Io non intendevo questo Mirko-
Dice lui col suo sguardo perplesso-Mirko,ciò che voglio dire è che non sappiamo ancora nulla della sua morte,per ora dobbiamo far lavorare la polizia che di sicuro la scuola ha chiamato. Mi spiace il fatto che se ne andata mentre tu e lei avevate litigato. Non volevo che per colpa mia vi sareste allontanati,non avete manco avuto il tempo per riappacificarvi.-
-Ale,tesoro-gli rispondo accarezzandogli la sua dolce guancia sinistra-Ti posso assicurare una cosa del nostro litigio-
Lo abbraccio fortemente-Lei non mi perdonerà mai-Alessandro rimane completamente in silenzio...
-Oh,un'ultima cosa- Dice ancora Ale prima di arrivare vicino casa sua.
-Per favore,non dire nulla sulla nostra relazione ai miei,non oso immaginare come la prenderanno- dice con uno sguardo di preoccupazione.
-Sono omofobi?-
-No,non so,sono i classici italiani che fanno tanto i perbenisti,ma quando vedo uno di colore e/o un gay si allarmano...perciò un po' li odio...-
-Capisco-Dico,poi tendo la mano ad Alessandro,lui me la stringe.
Lo guardo negli occhi,nei suoi splenditi occhi azzurri cielo...
-Tranquillo,sono sicuro che non ci daranno fastidio...almeno no per sempre.

Scusate il ritardo raga,questa era la nuova parte della storia,spero che vi piaccia anche se devo fare ancora molta esperienza con la crescita dei personaggi. Ci vediamo al prossimo capitolo,che spero riesco a scriverlo in questi giorni.

Sei la mia gentile pazziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora