Era una mattina estiva tranquilla a Kabukicho, il sole iradiava un calore paragonabile alle fiamme dell'inferno e non c'era l'ombra di una nuvola che poteva fare un po' d'ombra. Più o meno al centro del quartiere vi c'era un ristorante Cinese chiamato: La stella d'Asia. Era un ristorante di Medie dimensioni addobbato con le tipiche decorazioni che puoi trovare in Cina, come ventagli più o meno grandi, vasi di giada con dentro del bambù e altro ancora. C'erano parecchi clienti dentro il ristorante e tutti i dipendenti si stavano dando da fare.
Nel ristorante ci stava pure Phoebe, che lavorava come cameriere lì. Stava andando avanti e indietro da tutta la mattina per prendere ordinazioni, portare piatti e tutto il lavoro dei camerieri. Stava iniziando a stancarsi e inoltre si stava un po' spazientendo. "PHOEBE!" Gridò una voce dalla cucina che richiamò la ragazza. Quando la sentì Phoebe emise un sospiro di stanchezza e si diresse verso la cucina. "Che devo portare adesso Fang?" Chiese stressata la ragazza poggiandosi alla porta della cucina. L'uomo Cinese porse d'avanti a sè un piatto di riso è una zuppa con dentro del pollo. "Un riso alla cantonese al tavolo 13 e una zuppa di pollo al 34. Sbrigati che quelli stanno aspettando da interi minuti!" -Come se me ne fregasse qualcosa di quelli che aspettano- pensò snervata la ragazza girando gli occhi. "Okay non devi gridare però" disse Phoebe mentre usciva dalla cucina.
L'uomo in questione si chiamava Fang huadong. Era un Cinese che viveva a Kamurocho da tanto tempo oramai. Era nato in Cina nella Regione di Wuhan, dove aveva trascorso la sua infanzia. Suo padre faceva l'insegnante d'arti marziali, mentre sua madre era una cuoca. Quando Fang compiete 12 anni, i suoi divorziarono. Il ragazzo scelse di stare con suo padre perché era (ed è) un appassionato di arti marziali. Con suo padre trascorse buona parte della sua adolescenza e anche giovinezza, viaggiò con lui per buona parte dell'estremo oriente, visitò tutta la Cina, andò in Taiwan, visse brevemente in Tibet e passò la sua giovinezza in Corea del Sud. In tutti questi viaggi lui e suo padre conobbero maestri di arti marziali al limite della leggenda. Persone capaci di rimanere tranquille mentre bruciavano vive, capaci di usare le loro braccia come spade, martelli, picconi, fruste e frecce, capaci di schivare qualsiasi attacco non importa quanto veloce e anche di sfruttare la forza di un'attacco per darne uno tre volte più forte, capaci insomma di cose che farebbero i supereroi. Lui e suo padre si allenarono con loro ogni volta, ovviamente non si avvicinarono neanche un po' alle loro abilità, però riuscirono a imparare qualcosa da loro. Alla soglia dei quarant'anni si trasferì da sua madre a Wuhan, dove qui imparò a cucinare. Dopo tutti quegli anni Fang era diventato un'uomo di tutto rispetto. Era incredibilmente alto (una cosa come quasi due metri), un fisico smilzo ma estremamente atletico, perfetto per la lotta, il corpo con qualche cicatrice, simbolo dei suoi duri allenamenti. Il volto era lungo, gli occhi ovviamente a mandorla e i capelli neri lunghi chiusi con una coda di cavallo. Aveva due baffetti sottili neri e un pizzetto di ugual colore. Nonostante la sua quasi giovane età già aveva qualche ruga in faccia. Aiutò sua madre in un ristorante lì a Wuhan fino ai 56. Durante tutto questo tempo cominciò a studiare Giapponese per prepararsi a trasferirsi lì e fondare un ristorante grazie ad alcuni suoi parenti di origine Giapponese che vivevano lì. Quando si trasferì in Giappone, dopo alcuni problemi burocratici, riuscì a fondare il ristorante e a vivere lì fino ad oggi.
Quando si fece tardo pomeriggio, il ristorante chiuse. Phoebe e Fang stavano spostando tutti i tavoli e le sedie per fare spazio per pulire. Ma non dovevano farlo, almeno per ora. Prima dovevano fare una cosa. "Dunque" disse Fang mentre spostava l'ultima sedia e la metteva da parte, "possiamo cominciare." Prese il vaso pieno di bambù e lo sollevò senza troppa fatica; "Che mi insegni di bello oggi?" Chiese Phoebe avvicinandosi al Cinese. Fang poggiò il vaso al centro della sala, "dunque... Prima vorrei porti un quesito" disse osservando Phoebe, "quando combatti, cosa colpisci prima di tutto?" Phoebe lo guardò stranito, "Beh... La testa?" "No." "Ehm... Il corpo." "Nemmeno." "Un indizio?" Chiese lei grattandosi la testa, "E' un organo." Phoebe si massaggiò gli occhi mentre pensava.
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Like a Dragon. Underground
FanfictionUn buono con un poliziotto che si ritroveranno a fermare una famiglia mafiosa Un brutto che lavora per questa famiglia e che fa soltanto il loro lavoro E un cattivo che vuole spodestare suo padre capo di questa famiglia per scopi personali La storia...