Parte 11

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Quando l'orgasmo gli liquefò le membra per la seconda volta, Katsuki vide Izuku chiudere gli occhi in un'espressione di estasi completa. Il ritratto del godimento più vero e sincero.

Uscì da Izuku con una delicatezza che neppure sapeva di avere e gli si distese al fianco.

Ansimarono esausti per qualche minuto buono. I toraci che si alzavano e si abbassavano in una sincronia perfetta che li aveva visti complici fino a poco fa, quando cercavano insieme di raggiungere il piacere più intenso.

Il silenzio della notte li avvolse con il suo buio conciliante. Avrebbero dovuto dormire, stremati dalla giornata e dagli amplessi. Ma gli sembrava impossibile. Blasfemo. Aveva Izuku al suo fianco, nel suo letto, nudo, aperto, pronto per lui, per accoglierlo ancora e ancora, come poteva chiudere gli occhi e scivolare nell'oblio del sonno?

Si voltò su un fianco ed incontrò i suoi occhi verdissimi che già lo fissavano in attesa.

"Cosa?" Domandò confuso e preso alla sprovvista. Izuku rise di gusto e gli si fece più vicino, strisciando sinuoso sul letto. Seducente quasi. O forse era la mente ottenebrata dalla libido di Katsuki che voleva vederlo in quel modo.

"Sorridi sempre quando sei soddisfatto. Sono contento che non hai perso questa cosa."

Katsuki fece un controllo veloce dei suoi muscoli facciali e si rese conto che in effetti stava proprio sorridendo come un babbeo. Tornò serio all'istante e strinse a sé Izuku in modo rude e brusco.

Tuffò il naso nei suoi ricci vaporosi e lì ci nascose la faccia.

"Com'era prima?" Domandò vergognandosene un po'.

Izuku parve non capire.

"Com'era cosa?"

"Scopare." Dissipò ogni suo dubbio. Izuku rise debolmente strusciandogli il petto ampio con la punta delle dita. Lo fece ristendere supino e gli si sedette a cavalcioni con un unico gesto ampio della gamba.

"Era bello." Ansimò prendendoselo in mano. Gli occhi di Katsuki zampillarono sul cazzo di Izuku già sveglio e pronto. Il suo ancora faticava a riprendersi.

Discese dunque con i lombi e lo scavalcò in modo tale da ritrovarsi fra le sue cosce schiuse. Katsuki lo guardò rapito. Completamente catturato da quell'incantesimo che Izuku gli aveva fatto.

Glielo carezzò pigramente, delicato e accorto. Katsuki studiò i suoi movimenti colto da bruschi brividi ogni volta che il pollice di Izuku gli lambiva la cappella.

"Eravamo complici e sapevamo perfettamente cosa piaceva all'altro." Continuò la sua spiegazione. Katsuki lo sentì quasi per caso mentre la mano di Izuku continuava a muoversi sul suo sesso ormai sveglio e pronto.

"Sapevi accendermi con niente..." gracchiò con una voce roca che lo sconvolse e lo eccitò ancora di più. "... e io sapevo dove toccarti."

Gli prese le natiche e le divaricò senza problemi. Si fece strada nuovamente nel suo pertugio, battendo una strada già percorsa che parve accoglierlo con un caldo benvenuto. Katsuki tremò e ansimò sentendo il pene di Izuku entrargli dentro e toccare i punti giusti. Non sbagliava un colpo, il bastardo.

"So che sei turbolento e ti piace scoparmi forte..." gli sussurrò leccandosi le labbra nel momento in cui il suo inguine coincise con il perineo di Katsuki.

Ansimarono entrambi.

"Ma so anche che ti piace essere scopato così... piano, lentamente, mentre ti guardo e ti vedo godere." E cazzo se era vero. Cazzo se gli piaceva.

Alla seconda spinta lenta del bacino, Katsuki ansimò forte e venne senza nemmeno toccarsi. Le esigue gocce di sperma che aveva eiaculato gli ricaddero sull'addome pigre e stremate tanto quanto lui. Izuku le leccò via con lascivia e si spinse ancora di più in Katsuki per unirsi a lui nell'ultimo orgasmo di quella nottata.

Stremati, stanchi, appagati e vicini come non mai, si addormentarono in un abbraccio stretto che a stento lasciava intuire dove finisse uno e iniziasse l'altro.

Il mattino seguente, Katsuki si svegliò con un sorriso ebete in un ampio letto vuoto. Il freddo gli punse le membra nude quando realizzò che il caldo abbraccio che lo aveva stretto e cullato per tutta la notte era ormai sparito con il sopraggiungere del giorno.

Si coprì maggiormente con le coperte e sospirò pensando che, in quel momento, Izuku era andato sicuramente da Ethel. Dalla loro bambina appassionata di bambole e motori che aveva letteralmente scaricato da sua madre la sera prima. Proprio come un pacco postale.

Sospirò sereno. In quel momento gli sembrò che tutto stesse finalmente andando per il verso giusto.

E forse era proprio così.

Fine.

(730 parole)

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