Liberandomi

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 Scatole, scatole e scatole, ormai non ne posso più.
Il salotto della nostra nuova casa è pieno di scatole di ogni forma e dimensione, noi distese sul divano viola una sull'altra o meglio, tutti su di me, sia Astrid che Ragù la nostra gatta, li guardiamo con distacco e indifferenza.
Per oggi non ho intenzione di fare altro, i trasportatori hanno rimontato il nostro letto e avendo visto che non avevamo un armadio, ce ne hanno portato e montato uno che fortunatamente si abbina al letto ed ai comodini.
Domani mio padre ed io monteremo la cucina, acquaio, lavastoviglie e piano cottura, al momento solo il frigorifero è al suo posto e funzionante.

Stasera pizza!

Il mio sguardo si sposta fuori dalla portafinestra da cui si accede alla grande terrazza da cui è possibile ammirare il panorama che sovrasta i tetti dei condomini intorno.

Quando il mese scorso ho trovato l'annuncio per l'affitto di questo appartamento ero certa che  fosse falso.
Non potevo crederci: un appartamento con due camere, un salottino, una cucina ed un bagno correlato da grande una terrazza, il tutto ad un prezzo modesto solo perché accanto alla porta di accesso c'è l'ingresso ai locali di servizio del condominio e per di più vicino a casa dei miei genitori.
Intorno la pace, niente traffico.

Avrei venduto un rene per averlo.

Guardo fuori e vedo l'orizzonte con il cielo che si riempie di meravigliosi colori mentre il sole lentamente si nasconde, abbraccio Astrid che mi riempie di baci e sorrisi.

"Sei il mio cuore."

Se tu non esistessi, io non esisterei.

"Suonano alla porta, sarà la pizza tesoro? Che dici andiamo ad aprire, hai fame?"

Mi saltella in braccio, impaziente, la pizza è una festa, l'ha già capito anche se l'unica parola che le sento dire è 'mamma'.

Apro la porta dell'appartamento, ma non sembrerebbe proprio il fattorino della pizzeria, pur avendo il cartone di una pizza in mano.

"Scusi se la disturbo signora, ma il fattorino mi ha appena consegnato le pizze, compresa la sua, per errore. Dalla pizzeria mi hanno richiamato per avvisarmi e per chiedermi se potevo farle la gentilezza di portargliela."

"Mi spiace che l'abbiano disturbata, sicuramente aveva qualcosa di meglio da fare, come posso sdebitarmi?"

"Non si preoccupi, abito solo al piano di sotto, non è stato un problema e poi non avrei potuto vedere questo sorriso meraviglioso, come si chiama questo splendore?"

"Lei è Astrid, il mio cuore."

Astrid si è aggrappata alla sua camicia bianca e gli sorride come solo lei sa fare.

"Tesoro lascia il signore che è stato tanto gentile e ci ha anche portato da mangiare.
La ringrazio davvero tanto, immagino abbia pagato la mia pizza, aspetti che prendo il portafogli."

"Non si preoccupi, gliela offro volentieri. È da sola?"

"Siamo ... noi e Ragù."
Mi giro per indicare la mia bellissima gatta tigrata rossa che guarda la scena da sopra uno scatolone, si stiracchia e si riacciambella.

"Sono troppo sfacciato se le chiedessi di unirsi a noi? Sono a cena con i miei fratelli e lei è qui da sola in mezzo ad un trasloco."
Indica con lo sguardo gli scatoloni sparsi.

"Io la ringrazio, davvero, ma Astrid tra meno di un'ora sarà nel mondo dei sogni e siamo tutte molto stanche dal trasloco di oggi, -vero Ragù?-"

"Allora buona cena e buona serata. Non esiti a bussare alla mia porta se le servisse qualcosa. Ferri, Stefano Ferri."

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