Svegliandomi

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Il risveglio più bello della mia esistenza, Astrid è saltata sul letto, mi ha baciata e si è accoccolata in mezzo a noi. Nic ha alzato leggermente la testa e dopo aver visto che era lei, ha allungato il braccio per stringerci entrambe a lui. È seguito un sospiro, ho avuto l'impressione che sia uscito all'unisono.

Dopo un po' mi sento anchilosata e stanca di stare a letto.

"Vado a preparare la colazione, se poi qualcuno mi vuole raggiungere bene. Altrimenti chiamerò lo zio Sté a farmi compagnia."

Scorgo uno degli occhi di Nic, da sotto la sua massa di capelli neri, completamente spalancato.

"Ci alziamo vero piccola? Altrimenti mamma ci rimpiazza."

Intravedo Nic che si alza e va alla ricerca dei suoi indumenti sparsi un po' ovunque e poi lo sento canticchiare una canzoncina per bambini. La risata di Astrid riempie la casa e il tonfo sordo dei suoi piedini che si susseguono durante la corsa in corridoio fino alla cucina.

"Pima!"

"Ma io ti ho presa però!" Nic la alza di peso e la mette seduta sull'isola della cucina posizionandosi davanti a lei.

"Nic, Astrid, ha parlato! L'hai sentita anche tu vero?"

"Si, perché?"

"Nic stai scherzando? Astrid dice solo mamma!"

"Ma no, ieri sera abbiamo chiacchierato tanto, anche con lo zione, vero Astrid?"

"Veo papà!"
Annuisce anche con la testa.

Mi avvento sulle labbra dell'uomo meraviglioso che ho davanti.

Lo amo!

Lo amo, sta portando via tutte le brutte cose della mia vita e sta facendo rifiorire le più belle.

Lo bacio per evitare di urlargli in faccia che lo amo.

"Cucciola dì qualche altra parola così mamma mi da un altro bacio come questo!"

Scoppio a ridere mentre ho ancora il suo viso tra le mani.

Cavolo se ti adoro.

Io ti amo Nicola Ferri.

"Avrai la prerogativa dei miei baci da qui all'eternità, a parte quelli dedicati ai miei figli."

"Tuoi? Ne hai altri nascosti in giro per casa?"
Mi chiede un po' allarmato.

"No, non nascondo bambini nei cassetti. Un giorno ti spiegherò perché parlo al plurale. Facciamo colazione adesso.
Vieni Ragù c'è anche la tua."

Guardo il cellulare, c'è un messaggio.

'Ti ho vista, sei uscita vestita come una puttana'

La mia allegria svanisce, Nic se ne accorge subito.

"Ehi Nadine, qualche problema? Posso?"

Gli porgo il telefono, come in tutte queste occasioni il mio corpo è bloccato, respiro a malapena.

Nic mi guarda perplesso.

"È lui? Nadine dimmi, per favore, è lui?"

Annuisco con la testa.

"Scendiamo, devo parlare con Stefano."

Prende in braccio Astrid che tiene tra le mani la sua merendina e il biberon con il latte, infila il mio cellulare nella tasca e mi trascina davanti alla porta di casa.

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