Sgretolandomi

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 "Cazzo! Lasciami stare. Non mi toccare Nicola, levati!"

"Nadine, smettila, non fare la bambina."

"Faccio quel cazzo che mi pare. Voglio stare da sola."

È colpa tua se dovrò vederlo.

"Mi spieghi cosa ti ho fatto?"

Tutto.

"Niente, non mi hai fatto niente. Voglio stare da sola."

Ho paura di trovarmelo davanti.

Ma come faccio a dirtelo?Tu pensi che io sia forte e invece sono infinitamente sgretolata.

"Ok, mi tolgo dai piedi, vado a casa da mio fratello. Evidentemente abbiamo solo scherzato io e te."

Abbassa lo sguardo sul pavimento, preferivo i suoi occhi pieni di rabbia mentre gli urlavo contro, la sua resa non la sopporto, mi fa sentire un nulla.
Adesso ho ancora più paura, sto facendo un casino, lui è quanto di più bello mi abbia regalato la vita e lo sto allontanando.

Cazzo!

Lo rincorro prima che arrivi alla porta di casa e lo stringo da dietro.

"Scusa, scusami. Ho paura. Ho paura di cadere di nuovo nel baratro e di perdermi. Io ti amo. Scusami."

Non si volta, rimane immobile a guardare la porta di ingresso, solo una sua mano si è mossa per posarsi sopra la mia che gli stringe la felpa all'altezza del cuore.

"Pensi che non lo sappia cosa stai passando? Pensi che tenermi fuori dal tuo dolore e dalle tue paure mi tenga al sicuro? Io voglio te, te l'ho già detto tempo fa. Voglio te dentro la mia vita, anche a costo di soffrire insieme a te per fare la cosa giusta."

Nei successivi minuti di silenzio in cui le mie lacrime inondano la casa i pensieri si rincorrono in visioni catastrofiche. Tra una decina di ore dovrò portare Astrid nello studio del genetista per fare il prelievo del dna e nonostante Stefano mi abbia rassicurata di aver concordato con l'altro avvocato orari differenti in modo da non doverlo incontrare, ho una paura fottuta che mi fa sragionare.

"Tesoro, sono qui."

Mentre lo dice si volta verso di me ed io mi sgretolo tra le sue braccia in un pianto dilaniante.

Perdonami se non sono forte.

Perdonami se non sono capace di farti sentire il mio amore come dovrei.Perdonami se non sono ancora stata capace di darti un figlio nostro.

Passo la notte tra le sue braccia, con gli occhi chiusi nel tentativo di riuscire ad addormentarmi, ma sento freddo. Un freddo che mi parte da dentro, come se il mio sangue si fosse trasformato in ghiaccio e invece di scaldarmi mi portasse in un abisso senza luce.
La sveglia suona Bitter Sweet Symphony, le parole mi risuonano in testa:

"stanotte sono sulle mie ginocchia
ho bisogno di sentire dei rumori che mi facciano riconoscere il dolore che c'è in me
lascio che la mia melodia risplenda, che purifichi la mia anima, mi sento libero adesso
ma le strade sono pulite e non c'è nessuno che canti per me adesso"

Io però ho qualcuno che canta per me ed è Nic che ha eseguito le parole della canzone alla perfezione, neanche l'avesse scritta lui.

Mi stringe tra le braccia e mi travolge con un bacio ingordo fino all'arrivo di Astrid che sale sul letto scalandolo come se dovesse arrivare sulla cima dell'Everest. Effettivamente è così perché sale sulla schiena di Nicola e si aggrappa al suo collo quasi a strozzarlo.

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