Capitolo 170

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"Dato che sei qui ti metto subito a lavorare"

"Cosa devo fare?"

"Vedi quella pila di fogli lì nell'angolo?"

"Si"

"Sono i dati di tutti i bambini che sono venuti qui, abbiamo chiesto a ciascuno di loro qual è il loro giocatore preferito. Tu dovresti dividere i fogli per giocatore così dopo mandiamo ad ognuno la maglietta del proprio giocatore preferito con tanto di autografo"

"Ma è un'idea bellissima"

"È venuta a Federico. Ha continuato a credere in questo progetto finché non ha deciso di tornare a Torino"

Sorrido, è un sorriso triste.
Sono felice che abbia continuato ad impegnarsi anche dopo che me ne sono andata, ma sono triste perché non ci ha creduto fino alla fine.
Ma non posso fargliene una colpa, infondo nemmeno io ho creduto in noi, perché lui avrebbe dovuto?
Mi metto a sistemare tutti i fogli.
Non so se il destino abbia un conto in sospeso con me o se voglia prendermi in giro, ma il giocatore che i bambini preferiscono è proprio Federico.
Dovrà firmare parecchie magliette.

Barella: "Pensavo fossi sparita di nuovo"

Gioia Azzurra: "Nono, sono qui"

Pessina: "Cosa stai facendo?"

Gioia Azzurra: "Il mister mi ha detto di sistemare questi fogli"

Locatelli: "Sei appena tornata e già ti fa lavorare"

Pessina: "Che fogli sono?"

Gioia Azzurra: "Quelli in cui i bambini hanno detto chi è il giocatore che preferiscono"

Barella: "Ho vinto io, vero?"

Gioia Azzurra: "Mi dispiace molto, ma ha vinto Federico"

Locatelli: "Avrei potuto scommetterci"

Barella: "Domani lo picchio, io sono il preferito di tutti, non può essere che arriva lui e mi toglie il posto"

Locatelli: "Domani Federico torna?"

Barella: "Si..."

Pessina: "Per forza, lei è tornata, devono risolvere"

Gioia Azzurra: "Teo io..."

Pessina: "Azzurra è tutto ok, tu hai bisogno di schiarirti le idee e io voglio che tu lo faccia"

Gioia Azzurra: "Grazie"

Locatelli: "Adesso smettila di sistemare che è ora di mangiare"

Andiamo in sala da pranzo e ceniamo.
I ragazzi mi raccontano tutti gli avvertimenti delle ultime due settimane, io mi perdo ad ascoltarli, quanto mi era mancato farlo.
Sono talmente presa dai loro racconti che non sento più l'ansia per l'imminente arrivo di Federico finché Giorgio ci manda tutti in camera a dormire.

"Nico vieni?"

"Vado a sistemarmi e poi ti raggiungo"

Non faccio nemmeno in tempo ad afferrare la maniglia della porta che Matteo mi raggiunge.

"Allora dormi con Nicolò sta sera?"

"Si, è un problema?"

"Ma certo che no. Volevo solo dirti che non devi scappare da me, non voglio che tu decida ora e non voglio nemmeno obbligarti a fare qualcosa che non vuoi"

"Stai tranquillo, lo so"

Mi metto in punta di piedi e gli dò un bacio sulla guancia.

"Buona notte Teo"

"Buona notte Azzurra"

Entro in camera, poi vado in bagno e apro l'acqua della doccia in modo che diventi tiepida.
Mi faccio la doccia, mi asciugo e quando torno in camera trovo Nicolò steso sul letto vicino alla finestra.

"Veramente quello sarebbe il mio letto"

"Perché?"

"Perché così alle prime luci dell'alba vedo già i raggi del sole entrare dalla finestra"

"Sta notte ti adatti al letto vicino al muro"

"Va bene"

Mi butto a peso morto sul letto, la giornata in treno mi ha sfinito.

"Sei stanca?"

"Si, il viaggio è stato un po' pesante"

Nicolò si alza dal letto e si avvicina a quello dove sono stesa io.

"Adesso ti riposi un po' che domani devi essere lucida"

"Eh già"

Mi sistema due cuscini sotto la testa per farmi dormire più comoda, mi copre con un lenzuolo,
mi dà un bacio sulla fronte e torna a stendersi sul suo letto.

"Cerca di dormire. Se sei troppo in ansia svegliami che dormiamo insieme"

"Va bene, grazie mille"

"Buona notte"

"Buona notte"

Un'Azzurra tra gli azzurriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora